Reggio, torna Castorina: Consiglio comunale al via con l’abbandono di Forza Italia
Il gruppo consiliare degli azzurri consegnano una missiva al presidente dell’assemblea Marra: «Profondamente inquieti, Reggio merita di più». Botta e risposta tra Marino (FdI) e Ripepi che condanna i giustizialisti

Sono 29 i presenti nell’aula Battaglia di Palazzo San Giorgio, la seduta che vede il rientro di Nino Castorina in aula, al posto della consigliera Andidero, si annuncia infuocata, ma le premesse, tra baci e abbracci, raccontano un’altra storia.
Federico Milia è il primo a prendere la parola nei preliminari. Giusto il tempo per annunciare di aver scritto una missiva alla presidenza per annunciare l’uscita dell’aula del gruppo di Forza Italia. A detta del capogruppo azzurro «Reggio merita più rispetto»: «noi siamo e restiamo garantisti, sempre, non a convenienza, come il Pd. Gli stessi che oggi lo accolgono a braccia aperte in stile comitato d’accoglienza, all’indomani dello scoppio dell’inchiesta furono i primi ad isolarlo dal contesto politico ed istituzionale chiedendone la sospensione e finanche l’espulsione. Ma una cosa è il garantismo, un’altra è il rispetto etico e morale verso un’intera Città …che attende ancora giustizia e verità».
Gli azzurri si professano «profondamente inquieti» per la tenuta democratica del Consiglio comunale stesso, «riteniamo inconcepibile – si legge nella missiva – che si continui nella totale indifferenza di quanto accaduto, con il tarlo della illegittimità dell’Aula che ci circonda, dove sediamo a nome e per conto del popolo reggino».
Dalla maggioranza eccepiscono che l’atto non è stato protocollato e che formalmente non è ricevibile, in quanto palese violazione del regolamento.
De Biasi dice di aver apprezzato l’apertura del sindaco f f Paolo Brunetti per il recupero delle somme, circa 1 milione di euro, chiede un prospetto analitico dei residui passivi, ma anche l’elenco delle opere da parte dei dirigenti che hanno in carico le varie pratiche. «Per raggiungere l’obiettivo è necessario conoscere lo stato dell’arte. Dettagli propedeutici alla definizione del percorso individuato». Infine rivolgendosi al presidente del Consiglio comunale Enzo Marra chiede di sapere in quale gruppo consiliare si è iscritto Antonino Castorina. «All’epoca, ma non è giudizio sulla persona, esternò disappunto per alcuni dei suoi che avevano chiesto le dimissioni.
Castorina non si fa pregare e risponde per fatto personale: «chi all’epoca chiedeva le mie dimissioni è stato dimissionato per una sentenza di primo grado» dice confermando di rimanere all’interno del Partito democratico, entro il quale proseguirà eventualmente la discussione interna sui fatti dell’inchiesta dei brogli e delle sue conseguenze.
Giuseppe Marino nei preliminari porta all’attenzione dell’aula la questione dei centri diurni che deve essere definita con la ricerca di soluzioni immediate. La richiesta è di convocare una conferenza dei capigruppo con gli assessori al ramo comunale e regionale, per rendere edotti Palazzo San Giorgio della situazione attuale. Marra eccepisce che proprio ieri si era pensato di affrontare il tema in Commissione.
Marino d’altra parte è critico con l’uscita dall’aula di Forza Italia, per lui le questioni politiche vanno affrontate dai gruppi, in aula. Ricordando poi l’autosospensione di Ripepi, auspica un ritorno al primato della politica e quindi al protagonismo dei partiti, non personalizzando le questioni in aula: «Doveva essere il partito a prendere posizione imponendo una decisione sulla questione, come successe con Fratelli d’Italia nei confronti di Ripepi. È una questione di credibilità dei partiti».
Massimo Ripepi sceglie di parlare di «giustizialismo garantito». Per lui Castorina è assolutamente innocente, e condanna l’ipocrisia di chi oggi lo abbraccia: «la situazione è gravissima. Stiamo parlando di un avviso di garanzia e già è condannato dall’opinione pubblica.
Poi, si rivolge a Marino che rintuzza dopo il suo intervento: «Io, caro Demetrio, mi sono autosospeso e tu hai fatto quello che dovevi fare ma il partito non ha fatto niente. Giorgia Meloni invece non si è autosospesa dopo le dichiarazioni di un pentito. Purtroppo i partiti, tutti usano due pesi e due misure».
Per il capogruppo del Partito democratico Peppe Sera «il Pd non è spaccato ci sono visioni diverse, ma è nella dialettica politica. Rappresento un grande partito di maggioranza relativa, sono contento che Castorina sia qui perché dietro ogni vicenda ci sono gli uomini, e questa è la mia visione». Ricordando il caso del magistrato Cisterna, risolto con l’assoluzione in questi giorni, denuncia una «giustizia lenta» e invoca un intervento legislativo chiaro e deciso sulla materia.
Il sindaco ff della Citta Metropolitana, Carmelo Versace descrive «una bella giornata» per il rientro del consigliere Castorina. Sottoscrive le parole di Ripepi e Sera e afferma che non può esserci un giustizialismo a intermittenza. Rispetto ai centri diurni, è convinto che a fare uno sforzo in più debba essere la Regione per una situazione che non è più rinviabile. Solidale con i lavoratori Lactalis, Versace confida nell’azione dell’amministrazione affinché anche essa possa essere partecipe del tavolo istituzionale romano perché Reggio deve dire la sua.
Poi aprendo una parentesi sull’Aeroporto dello Stretto, il sindaco f.f. invita il collega Brunetti a «prendere formalmente contatti con il neo sindaco Basile di Messina affinchè si dia spazio a questo territorio una volta per tutte. Un’azione che dobbiamo mettere in campo subito, perché non possiamo continuare a subire decisioni di altri».
Poi Versace commenta la riapertura della discarica di Melicuccà, riconoscendo la volontà di Giuseppe Falcomatà: «è finalmente è realtà. È un percorso che trova conferma, nel momento in cui la Regione approva una legge in sette minuti che spodesta la Città Metropolitana. Abbiamo teso una mano al presidente Occhiuto affinchè venga riconosciuto il lavoro della Città Metropolitana, ebbene oggi la discarica di Melicuccà servirà a soddisfare le esigenze del territorio metropolitano.
Quando Nino Castorina prende la parola ricorda di essere stato il consigliere più votato al secondo mandato. Sottolinea di avere una storia familiare e politica che è stata «tamponata, bloccata» da una inchiesta. «Oggi non parliamo di me ma di noi. Di costituzione. Dobbiamo capire se l’art. 27 vale per tutti o no, vale per alcuni reati o per tutti. Né va della tenuta del Consiglio comunale e della storia della nostra città». Risponde quindi alle accuse di Forza Italia, che definisce incoerente rispetto alla posizione “non assunta” di fronte ai guai giudiziari di membri azzurri.
«Rispettare la giustizia, vuol dire rispettarla anche quando c’è un’attività di indagine che mi ha provocato una restrizione. Va rispettata soprattutto quando il Consiglio di Stato afferma che le elezioni sono valide», soprattutto – è il ragionamento del consigliere dem – alla luce del fatto che i fatti contestati non cambierebbero l’esito delle votazioni.
Poi un passaggio sulla città e sulle sue emergenze. «Capisco che si parli di Castorina per farsi pubblicità, ma c’è una città che ha bisogno di risposte. Dove sono i soldi dell’emendamento Cannizzaro per l’Aeroporto?» domanda all’apposizione di centrodestra. «Dobbiamo darci un’agenda di cose da dire e da fare. Ho visto tante facce nuove qui dentro. Per questi motivi io darò e continuerò a dare il mio contributo a questo territorio sempre dalla stessa parte, ma non posso accettare che a Reggio Calabria nel 2022, l’avviso diventa sentenza».