Il mercato di Piazza del Popolo è una cosa seria. E non solo per la destinazione o l’uso che della piazza se ne vuol fare, ma anche e soprattutto per la bomba sociale che rischia di far esplodere la decisione di chiudere lo storico mercato. Dalla Commissione Controllo e Garanzia, presieduta dal battagliero Massimo Ripepi, sappiamo che la giunta con un’apposita delibera licenziata ieri sera, ha sospeso il mercato fino a giugno prossimo. Lo ha detto Peppe Sera intervenendo sul contestato “bando 2018” che avrebbe consentito in qualche maniera la messa in regola di chi rientrandoci voleva un posto a Piazza del Popolo.

Dalla seduta – condotta sui giusti binari dal presidente Ripepi che ha saputo dare dignità alle rivendicazioni degli operatori mercatali e alle esigenze di legalità sbandierate dall’amministrazione, argomentando sul piano politico quelle che per lui e la minoranza sono le incongruenze dell’operazione avviata da Palazzo San Giorgio – non si esce con un coniglio dal cilindro, ma con la consapevolezza che ancora si può aprire un dialogo, anche costruttivo, tra le parti.

Alla convocazione ha risposto presente l’assessore alle Attività produttive Marisa Lanucara e, in collegamento, la dirigente Loredana Pace. Fuori dal palazzo, invece, in attesa degli esiti della Commissione, una nutrita rappresentanza di operatori che, in delegazione anche dentro il Palazzo, seduta al tavolo ovale della sala Commissioni, ha assistito ai lavori offrendo anche una lettura diversa degli eventi.

Di certo l’assessore ha chiarito il punto focale: «l’amministrazione comunale ha tutelato nell’immediatezza gli operatori economici regolari che come sapete tutti sono solamente due, uno del settore alimentari e uno del settore ortofrutta, e loro hanno la loro area. L’amministrazione sta dando un’apertura nel senso che chi si vuole regolarizzare, può venire al Comune fare la documentazione necessaria e avere le autorizzazioni di tipologia B sulle aree mercatali. Noi stiamo andando alla riorganizzazione dei mercati, ci sono varie possibilità per ritornare a lavorare non su Piazza del Popolo ma negli altri mercati come spuntisti, oppure ci potrebbe essere ad aprile un’altra proposta per una nuova area mercatale. certo si deve mantenere la volontà di regolarizzarsi. Mi rendo conto che dopo tanti anni di illegalità forse la parola regolarizzarsi è un po’ difficile da comprendere».

Del Bando e dell’amministrazione: «nessuno ha chiesto lo scorrimento»

In apertura di seduta il presidente Ripepi, per fugare dubbi e strumentalizzazioni ha chiarito: «Non voglio che il mercato sia un mercato abusivo, ma vorrei un mercato dove ci sono i commercianti che possono lavorare tranquillamente e possono pagare le tasse giuste e che ci sia un ordine, però è chiaro che tutto questo deve essere fatto in maniera armonica».

Da parte sua l’assessore ha ricordato i trascorsi in Confcommercio, da dove all’epoca contribuì alla redazione del Bando che però «ho perso di vista – ha detto – da quando è cambiato il presidente che ha avocato a sé tutte le attività inerenti il rapporto con le istituzioni». Una posizione delicata la sua, che prima l’ha vista al fianco degli operatori in veste di “sindacalista” ed ora, dall’altra parte, nelle vesti dell’amministratore che «valuta le carte» e bastona gli stessi operatori che fino all’altro ieri aiutava. D’altra parte Lanucara ha chiarito che resta intesa la massima collaborazione «con gli operatori commerciali che lavoravano, non dimentichiamocelo, senza autorizzazione nel mercato di Piazza del Popolo».

L’assessore ha lamentato di essere andata più volte a Piazza del Popolo ad incontrare gli operatori ma che nessuno gli abbia mai aperto una parentesi sul bando e su che fine avesse fatto. «Non ho mai avuto da parte degli operatori abusivi di Piazza del Popolo nessuna richiesta d’incontro – ha aggiunto Lanucara dichiarandosi al loro fianco -, e assolutamente niente affinché loro si potessero mettere in regola».

Per la dirigente Pace «la linea è sempre stata quella di percorrere con la pubblica amministrazione la strada della legalità la lotta all’evasione e anche attuare quelli che sono degli strumenti di meritocrazia, nel senso che chi paga deve essere agevolato». Per quanto riguarda il Bando del 2018, oggetto della riunione della Commissione, la dirigente ha ricordato che era stata pubblicata anche la graduatoria definitiva che comprendeva circa sette operatori del settore alimentare, e circa trentaquattro del settore non alimentare. «Molti erano stati ammessi perché era stato autorizzato un piano di rateizzazione perché anche allora ci fu la volontà di consentire di regolarizzarsi».

Nel frattempo a Palazzo San Giorgio c’è stato un cambio in tutti i quadri, non solo per la parte politica ma anche dirigenziale. Insomma in contemporanea c’è stato l’azzeramento dell’Ufficio che non ha aiutato. «Nei mesi seguenti comunque nessuno ha sollecitato lo scorrimento della graduatoria e sopraggiunto il covid nel 2020 vi è una nuova normativa che con il “Dl 34” ha previsto che le amministrazioni procedessero d’ufficio a verificare le posizioni degli operatori commerciali che si trovavano in tutte le attività mercatali al fine di verificare qualora ce ne fossero le posizioni la possibilità di rinnovargli la concessione per dodici anni.

«Alla fine a quel bando non è stato dato seguito, intanto per tutti i cambiamenti normativi che si sono susseguiti, e che impongono ai banchi di seguire linee guida che il governo avrebbe dovuto fare entro marzo 2024, ora siamo quasi a marzo duemilaventicinque… ma una cosa vorrei dire, la graduatoria aveva durata di un anno e inoltre era espressamente previsto nel bando che l’amministrazione avrebbe potuto procedere quindi assegnare i posteggi senza che nessuno potesse accampare alcuna pretesa. Devo registrare però che nessuno degli operatori ha mai sollecitato lo scorrimento della graduatoria».

Nell’occasione, poi, la dirigente ha chiarito che l’uomo resosi protagonista della protesta nei giorni scorsi, era tra gli esclusi del bando, «perché non aveva pagato l’occupazione di suolo pubblico per un debito di circa ventunomila euro e, da una verifica fatta pochi minuti fa, addirittura non è in regola neanche con tutti gli altri tributi e ha un debito con l’amministrazione comunale di circa quarantamila euro». La dirigente ha quindi sottolineato che l’amministrazione non vuole punire, ma si è posta l’obiettivo di garantire situazioni di legalità e soprattutto la salute pubblica.