«Una passerella elettorale, senza alcuna risposta, che dimostra pieno disprezzo delle popolazioni dello Stretto».

Così in una nota Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria.

«Lo scorso 29 maggio, in Prefettura, avevo consegnato un dossier dettagliato con una serie di punti al Ministro che riassumevano le richieste ed i dubbi del nostro territorio. Più di due mesi dopo nessuna risposta è pervenuta, segno chiaro ed evidente che Salvini non ha alcuna volontà di coinvolgere il territorio, i Comuni e le popolazioni che subiranno gli effetti di un’opera che ormai tutti hanno compreso essere semplicemente un feticcio elettorale.

Oggi non ho partecipato alla kermesse di Santa Trada: un evento di chiara propaganda politica, tra pochi accoliti e tifosi leghisti, una brutta messinscena, camuffata da visita istituzionale.

La verità è che Salvini continua a sottrarsi al confronto, dimostrando sprezzo delle istituzioni e l’esclusiva volontà di utilizzare il Ponte come una bandierina elettorale. Sa bene che entrando nel merito la sua propaganda crollerebbe.

Sui punti che gli abbiamo rappresentato nessuna risposta.

  • Nessuna risposta sul definanziamento dell’Alta Velocità, per la quale è ormai certificato che servono ancora 17 miliardi (più del finanziamento stimato per il Ponte).
  • Nessuna risposta sul tema degli espropri e dell’impatto dei cantieri, nessuna sulle prescrizioni ambientali e paesaggistiche.
  • Nessuna garanzia su come si intende prevenire infiltrazioni mafiose.
  • Nessuna chiarezza sul dirottamento delle risorse della Coesione, fondi che erano destinati a scuole, asili, infrastrutture per il Sud che sono stati destinati al fantomatico progetto del ponte.
  • Nessuna rassicurazione sulla chiara violazione delle norme europee e sulle irregolarità procedurali.
  • Nessun aggiornamento sugli altri progetti fondamentali come la SS 106, il raddoppio della ferrovia jonica, o il taglio dei fondi per la manutenzione delle strade provinciali.

Da Reggio Calabria non è mai arrivato un “no” ideologico al Ponte. Ma una richiesta legittima di coinvolgimento delle popolazioni dello Stretto, non con gli slogan ma sui temi, con osservazioni concrete e con le carte in mano, per favorire una reale propensione all’ascolto e alla risoluzione di problematiche oggettive ed evidenti che abbiamo sottoposto.

Oggi invece l’ennesima passerella elettorale, stavolta ancora più sfacciata, che offende le istituzioni e l’intera comunità dell’area dello Stretto, che complessivamente supera il milione di persone. Una comunità che non si presta ai teatrini elettorali e che pretende delle risposte».