Reggina, due volti a Venezia. Ménez l’ago della bilancia
Pur senza gol il giocatore francese ha inciso al Penzo, da subentrato, dimostrando la sua importanza nello scacchiere tattico e tecnico di Pippo Inzaghi
A Venezia si sono viste due versioni ben definite della Reggina. Una, quella del primo tempo, prevedibile, impalpabile; l’altra, nella ripresa, cattiva, capace di giocate di qualità. Diversi sono i fattori che possono permettere di leggere questa situazione. Il più evidente, tuttavia, è stato l’ingresso in campo dì Jeremy Ménez e Gianluca Di Chiara.
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Sopratutto il francese, infatti, ha dato qualità alla manovra offensiva, evidentemente arrugginita nel corso di un primo tempo abbastanza abulico sotto il punto di vista delle occasioni create. Il numero 7 si è subito inserito bene in partita, forse anche oltre le previsioni, vista l’attitudine dell’ex Milan e Roma a partire dall’inizio. La ciliegina sulla torta, nel finale, sono state le indicazioni a Ravaglia per guadagnare qualche secondo, per proteggere meglio il vantaggio minimo: movenze e atteggiamento da vero leader.
Pur senza gol, dunque, il giocatore francese ha inciso al Penzo, dimostrando la sua importanza nello scacchiere tattico e tecnico di Pippo Inzaghi.
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