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E con questo striminzito, preziosissimo, 1-0 chiudiamo (finalmente) il 2023, l’anno solare che prima ci ha illuso con sogni di paradiso e poi ci ha umiliato (servendosi del trio delle meraviglie Saladini- Cardona-Gravina) con l’inferno del dilettantismo. Non ne sentiremo la mancanza. Chiudiamo con una vittoria stentata, arrivata «allenandosi tra gli scatoloni» in un freddissimo pomeriggio infrasettimanale e con tanti dei 3 mila abbonati che allo stadio, anche volendo, non ci sono potuti andare. Lo chiamano calcio moderno.
Quarta vittoria consecutiva di questa stagione travagliata e quarto posto mantenuto, almeno fino al ritorno in campo di gennaio. Di gioco ancora nemmeno a parlarne ma il carattere, almeno quello, comincia a vedersi. Sia nei grandi (Barillà, Porcino e Mungo su tutti), sia nei ragazzini, che piano piano imparano a farsi rispettare. Il contropiede che ci ha portato alla vittoria è di bellezza antica. Teniamocelo stretto.
Grandi polemiche in settimana per la mancata risposta della società amaranto ad una “richiesta” per l’acquisizione del capitale sociale arrivata da un fantomatico imprenditore reggino entro i limiti fissati dal Dg. Colgo l’occasione per farmi avanti: con gli amici della bocciofila, anche io avevo presentato regolare domanda di acquisto, allegando come fidejussione alla richiesta, la fotocopia di una rarissima figurina Panini di Blaz Sliskovic con la maglia del Pescara. Baffoni d’ordinanza compresi. Nemmeno noi abbiamo ricevuto risposta, vergogna.
Nel fantasmagorico universo dei dilettanti, può capitare di finire nello stesso girone di una squadra come quella del presidente Valerio Antonino, che a sentire le sue conferenze stampa sembra sempre di più un emulo di Luca Gallo. Nella scorsa giornata, la sua “corazzata” (scusate la parolaccia, visto il livello lillipuziano di tutta la vicenda) ha umiliato con otto gol i ragazzini della Gioiese che in campo, anche a causa dei costi impazziti del campionato, ci va con la squadra juniores. Loro, i ragazzini in viola, sono stati gli unici, a Trapani, a non perdere la faccia. Anche questo lo chiamano calcio moderno. (Barney p)

