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C’è un po’ di confusione in campo, mi sembra. Sarà la posizione di Barillà così avanzata, o le falcate disordinate di Ba o ancora la flemma moviolistica di Urso: qualcosa, quando dobbiamo costruire e gli altri si chiudono con ordine sembra incepparsi e perdiamo di lucidità. Così come quando si tratta di difendersi, sembra esserci sempre troppo spazio tra i reparti. La Reggina è ancora un cantiere aperto e tante cose sono ancora da limare, ma la squadra mi sembra avere un’anima tosta e già ben definita. Un’anima (non il gioco, non la compattezza, l’anima) che a me ricorda quella della squadra di Mimmo Toscano.
Barranco corre e si sbatte, e quando ha un metro di spazio tira senza pensarci troppo: ce lo eravamo quasi dimenticato da queste parti quello che fa in campo un vero attaccante. Il gigante accanto a lui è decisamente più statico e pesante, ma il golletto (forse) in fuorigioco di domenica mette comunque fiducia. Solite note positive anche dai ragazzini a centrocampo e dal portiere mentre la sosta concessa ad Adejo non potrà che fargli bene.
Le critiche dei tifosi sono basilari nel calcio e i tifosi hanno sempre ragione a lamentarsi se ne hanno voglia visto che sono loro che tengono in piedi la baracca. E Ballarino oltre a non essere un campione di simpatia ha evidenti problemi di comunicazione. Ma non capisco queste continue ondate di indignazione social contro la società. Gente ancorata per l’ennesima volta dietro ai miraggi di Bandecchi, che oltre ad avere un problema molto serio con la procura di Terni ha già, per fortuna nostra, detto chiaramente che neanche la Ternana lo farebbe tornare nel calcio. Fatevene una ragione.
Vinciamo 1-0. Con un po’ di fatica, ma vinciamo (4 volte su 5 in questo inizio di stagione Coppa compresa). Ora di nuovo in casa con una formazione abbordabile e poi la trasferta a casa del Siracusa, a quel punto potremmo tracciare un primo bilancio. Intanto la quarta di campionato inizia a delineare la classifica così come si era ipotizzato a inizio stagione ma è ancora troppo troppo presto per fare questo genere di conti, e parlare di fuga della Scafatese mi sembra surreale, anche per un ambiente sempre sul punto di deprimersi come il nostro.
Si è ritirato Menez, tra gli ultimi grandi interpreti di un calcio in via d’estinzione. Scostante e antipatico, con la palla tra i piedi sapeva essere bello come un raggio di sole. A Reggio abbiamo avuto la fortuna di assistere alle sue sculettate da fermo, capaci di mandare i difensori avversari a prendere un caffè in tribuna. Era venuto in serie B coperto dai soldi del tamarro di Primavalle (che poi abbiamo scoperto che i soldi non erano suoi ma dei suoi malcapitati dipendenti a cui non versava i contributi) andando via dopo una sessantina di partite e 13 gol. Chapeau, Houdini.

