di Lorenzo Vazzana – Guardare il pilone da Messina è come cambiare pagina di un libro che si conosce a memoria, ma che continua a sorprendere. Dall’altra riva, la struttura sembra più distante, quasi timida, ma non meno imponente. Alle sue spalle, il cielo si infiamma in un tramonto che solo lo Stretto sa regalare: arancio, rosa, indaco che si rincorrono e si fondono nel riflesso dell’acqua.

È un momento che va oltre la vista: lo si sente addosso, come una brezza salata, come il profumo delle cucine che si preparano alla sera. Ogni angolazione qui ha un sapore diverso, ogni colore racconta una storia. È l’incanto dello Stretto, che cambia pelle ma non smette mai di emozionare. Un confine liquido che unisce più di quanto divida.