di Lorenzo Vazzana – Un calcio leggero, uno sguardo complice. Il tempo passa, ma certi giochi restano, sospesi tra ieri e domani, tra chi ricorda e chi sogna.

Un pallone che rimbalza sul selciato, un attimo che sembra normale, e invece racchiude tutto. Il passato che torna nei piedi di chi ha corso su campi sterrati, nei cortili di un’altra epoca. Il presente che appartiene agli occhi di un bambino, impaziente, pronto a ricevere il passaggio.

Non servono parole, bastano i gesti. Un tocco, una risata. La memoria e l’innocenza che si incontrano per strada, senza bisogno di spiegazioni. Perché il calcio, come la vita, è fatto di passaggi. E il più bello è sempre quello che arriva dall’altra parte.