di Lorenzo Vazzana – L’albero si allunga nella notte, le radici affondate nel tempo, i rami tesi verso qualcosa di più grande. Non ha paura del buio, lo attraversa con la sua luce, con la sua presenza silenziosa che resiste, stagione dopo stagione.

Accanto, le colonne si ergono leggere, fatte di aria e di memoria. Sono lì da sempre, eppure sembrano sfuggire alla materia, lasciando che il vento le attraversi, che la luce le renda vive. Solide e impalpabili allo stesso tempo, come se il passato potesse trasformarsi in sogno senza perdere il suo peso.

Tra l’albero e le colonne c’è un legame invisibile, un equilibrio che non ha bisogno di essere spiegato. Uno affonda nella terra, le altre svettano verso l’alto, ma entrambi restano, entrambi raccontano. Il tempo scorre, la notte passa, ma loro sono lì, immobili e presenti, a ricordare che esistono cose che non si piegano al tempo, ma lo attraversano e continuano a esistere.