di Lorenzo VazzanaIl vento scompiglia le palme come a volerle svegliare da un sogno d’inverno, mentre le nuvole, incendiate dal tramonto, sembrano custodire un segreto che solo il mare conosce. Il lungomare si riempie piano di passi, sguardi persi tra l’oro del cielo e il blu dell’orizzonte, tra il profumo salmastro e la nostalgia leggera che la sera porta con sé.

C’è chi cammina stretto nel cappotto e chi si lascia carezzare dal vento con un sorriso stanco. Qualcuno si ferma, forse a pensare, forse solo ad ascoltare il respiro lento di Reggio, che qui si fa poesia senza bisogno di parole.

Ed è così, in un crepuscolo che brucia e consola, che anche l’anima trova il suo posto tra il mare e la luce.