In un pomeriggio bagnato, il lungomare di Reggio si trasforma in poesia. Le gocce di pioggia, aggrappate a un vetro, diventano lenti attraverso cui il mondo si fa più intimo. Una figura corre, sfocata ma viva, come un pensiero che non vuole farsi raggiungere.

È un attimo rubato alla fretta, in cui la pioggia non bagna ma avvolge, protegge, racconta. L’anima si rifugia nei riflessi sull’asfalto, nei contorni morbidi, nella corsa che sembra fuga ma è ritorno a sé stessi.

Reggio non è solo luce e sole: è anche malinconia dolce, memoria che scivola lenta su un vetro e ricordi che camminano leggeri tra le gocce. Basta fermarsi e guardare, anche solo un istant