C’è un punto, nascosto ma magico, sul lungomare di Reggio Calabria dove lo sguardo si infila tra le catene dell’Arena dello Stretto e incontra l’Etna, lontano e maestoso. In quel momento, il tramonto dipinge il cielo di rossi intensi, aranci dorati e sfumature che sembrano uscite da un sogno. Il vulcano, con la sua cima fumante, pare sospeso tra la realtà e la leggenda, osservato da chi si ferma un istante, in silenzio, a lasciarsi rapire dalla bellezza. Le catene, simbolo di confine, diventano cornice di libertà per lo sguardo e per l’anima. Ogni crepuscolo qui è una poesia non scritta, un dialogo muto tra terra e fuoco, tra mare e cielo. E in quell’attimo sospeso, Reggio racconta il suo amore eterno per l’infinito.