venerdì,Settembre 13 2024

Emergenza sanitaria, Veneziano: «Guardie mediche scoperte e sanitari vittime di un sistema da correggere»

Il presidente dell'Ordine dei medici conferma l'allarme lanciato dal Gom e lancia un appello ai magistrati per «tutelare i medici applicando la legge già esistente»

Emergenza sanitaria, Veneziano: «Guardie mediche scoperte e sanitari vittime di un sistema da correggere»

«Abbiamo avuto una serie aggressione che non sono finite mai». Abbiamo chiesto al presidente dell’ordine dei medici Pasquale Veneziano se l’allarme emerso in questi giorni circa i dati relativi alle aggressioni e agli accessi in ospedale fosse già attenzionato.

«Abbiamo fatto riunioni in Prefettura, dappertutto. Non c’è stata mai una soluzione. Forse l’unica soluzione è stata il COVID perché in quel periodo eravamo eroi quindi nessuno ci ha aggredito. Però, ritengo che bisogna che venga applicata la legge. C’è una legge che è stata fatta nel 2020 e che peraltro è stata supplementata con un decreto legge 34 del 2023 con la quale ci sono delle pene per lesioni gravi ai medici nelle aggressioni, da quattro a otto anni, e per lesioni gravissime da otto o 16 anni. Forse è bene che la gente lo sappia e, soprattutto, sarebbe bene che la magistratura applicasse in modo severo e immediato queste leggi che sono già leggi dello Stato. Forse solo così potremmo riuscire a far regredire queste aggressioni».

E, a quanto pare, esiste un filo sottile che collega queste ingiustificate manifestazioni di violenza alla carenza di un’assistenza territoriale che possa fungere realmente da filtro prima di arrivare in ospedale.

«L’organizzazione territoriale deve essere complementare per l’ospedale. Ma il problema è che ci sono molte guardie mediche che sono scoperte perché mancano medici. I medici fanno dei turni che non sono H 24 ma sono H 12 per cui il paziente molto spesso trova più agevole rivolgersi direttamente altrove. A parte il fatto che molte volte si hanno difficoltà in a prescrivere dei determinati esami perché hanno delle limitazioni. A quel punto il paziente per superare questo impasse va direttamente in ospedale per farsi fare l’esame. Bisogna correggere tutto questo sistema perché fra le altre cose questo è uno dei motivi per il quale c’è questo accesso di gente al pronto soccorso. I medici sono sempre pochi ed è ovvio che un medico non può servire 200 persone contemporaneamente. Questo crea sempre uno stato di ansia, di nervosismo nei pazienti e da qui nascono poi le aggressioni».

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