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Una denuncia dura, firmata non solo come ex segretario sindacale ma anche come cittadino e paziente oncologico. Nella nota Simone ripercorre le principali problematiche che, a suo dire, «stanno compromettendo seriamente l’efficienza e l’efficacia dei servizi sanitari», e chiede un intervento immediato da parte delle istituzioni.
«Egregio Signore Governatore della Regione Calabria,
sono Nicola Simone, già sindacalista e segretario provinciale UIL/FPL, oggi mi accingo a scrivere questa nota in qualità di cittadino seriamente preoccupato per le condizioni in cui versa il comparto sanitario all’interno della nostra regione e più segnatamente nella provincia di Reggio Calabria.
Provincia reggina chiamata ad affrontare, nel campo della sanità, le sfide più significative che richiedono un’attenzione immediata, particolare e una visione a lungo termine per garantire il benessere dei suoi abitanti.
La profonda preoccupazione mi proviene da anni trascorsi in prima linea nel sindacato, a fianco dei lavoratori e dei cittadini calabresi, dove forte è stato il segnale di bisogno colto con mano ferma sulle speranze e sulle frustrazioni che oggi più che mai sento ancora il dovere di segnalare in un accorato appello.
La sanità, pur con il sacrificio e la dedizione di tanti operatori, continua a mostrare criticità profonde e lacerazioni interne che penalizzano i cittadini e li costringono spesso a dolorose migrazioni sanitarie, se non ad abbandonare le cure mediche essenziali. Soprattutto la gestione della sanità locale deve essere trasparente, efficiente e orientata esclusivamente al benessere dei cittadini, senza compromessi.
È imperativo rivedere le attuali strategie per garantire che le risorse siano impiegate nel modo più efficace, ascoltando le voci di chi vive quotidianamente le difficoltà del sistema.
Rivolgo a Lei ancora oggi questo appello accorato, non solo come cittadino, ma anche con la voce di chi ha dedicato gran parte degli anni della propria vita al sindacato, combattendo per i diritti dei lavoratori, dei più deboli e il futuro della nostra amata Calabria.
Una battaglia che, negli ultimi cinque anni, ho dovuto affrontare anche su un altro fronte, personale, quello di una grave malattia che mi ha messo duramente alla prova, fisicamente e psicologicamente.
Ma la mia lotta, come quella per questa terra, non si è mai fermata, anzi continuerà con maggior vigore.
Quest’ultima esperienza mi ha insegnato ancora più il valore inestimabile della salute e la fragilità di chi si trova a combattere le proprie battaglie, spesso in solitudine.
In questo periodo ho avuto modo di constatare direttamente che, nonostante le segnalazioni e denunce su inefficienze nei servizi sanitari, nulla è cambiato: le ferite rimangono ancora aperte e visibili a tutti per le inaccettabili carenze organizzative, liste d’attesa impensabili e LEA improponibili in una società civile.
La malattia che mi ha provato duramente in questi ultimi anni e i diversi episodi di disagio patiti nella gestione della stessa mi hanno indotto a portare alla Sua attenzione e, tramite Lei, a quella della Giunta Regionale, una situazione di grave preoccupazione e potenziale danno per la salute pubblica che si continua a delineare presso l’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria sotto la gestione della Dott.ssa Lucia Di Furia.
Numerose e crescenti sono le segnalazioni che evidenziano una serie di criticità gestionali, organizzative e di personale che continuano e stanno compromettendo seriamente l’efficienza e l’efficacia dei servizi erogati nell’intero territorio dell’ASP, compresa la mia esperienza personale che mi ha obbligato a fare ricorso alla migrazione sanitaria fuori regione a ragione della vita stessa.
Tra le problematiche più urgenti e ricorrenti, si evidenziano le seguenti:
- Mancato conferimento degli incarichi dirigenziali, surrogato da assegnazioni illegittime a dirigenti “allineati”, spesso privi di titoli specialistici adeguati.
- Liste d’attesa fuori controllo, nonostante 40 milioni assegnati alla Calabria, di cui il 90% ancora inutilizzato.
- Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) tra gli ultimi in Italia, in particolare per prevenzione e assistenza territoriale.
- Screening oncologici fanalino di coda in Italia (21ª e ultima posizione secondo Fondazione Gimbe).
- Mobilità sanitaria che costa alla Regione oltre 300 milioni l’anno, a causa dell’impossibilità di curarsi in sede.
- Carenza cronica di personale, che compromette i turni e blocca l’erogazione dei servizi, mentre centinaia di dipendenti restano «imboscati».
- Assenza di controlli sull’impiego effettivo e a tempo pieno del personale.
- Crescita incontrollata della spesa del personale, senza corrispettivo miglioramento nei servizi.
- Gestione opaca della spesa corrente, con gravi ritardi negli approvvigionamenti sanitari.
- Ritiro in pensione forzato di medici, che poi vengono riassunti con costi esorbitanti tramite cooperative.
- Clima interno demotivante, causato da scelte organizzative non trasparenti e assenza di valorizzazione delle risorse umane.
Queste criticità, se non affrontate con urgenza e determinazione, rischiano di compromettere in maniera irreparabile l’erogazione di un’assistenza sanitaria adeguata e orientata al bisogno dei cittadini della provincia di Reggio Calabria.
Confidando nella sensibilità e nell’impegno profuso, Le chiediamo di voler intraprendere un’azione immediata di verifica e, se del caso, di adottare i provvedimenti necessari per ripristinare la piena funzionalità e trasparenza nella gestione dell’ASP di Reggio Calabria. A parere dello scrivente, ciò non può prescindere dall’esame dell’eventualità di sospendere dall’incarico la Dott.ssa Lucia Di Furia, dopo diversi anni di gestione ritenuta inutile e dannosa.
Rimaniamo a disposizione per fornire ulteriori dettagli e documentazione a supporto delle segnalazioni esposte e confidiamo nella Sua determinazione per affrontare con urgenza le sfide che ci attendono, per una Calabria più sana, più giusta e più ricca di valori umani».