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REPORTAGE | Reggio, Parco lineare Sud «con le fogne a mare e senza sicurezza»: monta l’indignazione dei residenti – FOTO e VIDEO

I comitati di quartiere Ferrovieri Pescatori e (costituendo) Torre Lupo evidenziano le tante e gravi criticità ancora esistenti mentre il Comune ritiene l’opera completata. Zona“di fatto” già aperta e frequentata. «Traffico, parcheggio su strada e un’area giochi neppure recintata»

REPORTAGE | Reggio, Parco lineare Sud «con le fogne a mare e senza sicurezza»: monta l’indignazione dei residenti – FOTO e VIDEO

«Qui al parco lineare Sud la situazione non è affatto chiara. Non sappiamo se sia stato eseguito un collaudo. La vivibilità della zona è compromessa e non sappiamo più cosa fare visto che l’Amministrazione comunale di Reggio Calabria non risponde alle nostre richieste di chiarimento». Così Pino Leone del comitato Ferrovieri Pescatori di Reggio Calabria che unitamente ad altri residenti non si spiega come si possa ritenere completata l’opera.

L’interrogativo è anche di Pino Barillà del costituendo comitato di quartiere Torre Lupo. «Sentiamo parlare di inaugurazione del parco Lineare Sud ma qui ci sono ancora tanti problemi irrisolti, dalla viabilità alla sicurezza e alle fogne a mare. Quindi chi deve inaugurare, venga prima a controllare tutto quello che non va».

Un’opera completata nei suoi manufatti (Casa del Pescatore e Lido), nella pavimentazione degli spazi comuni e marciapiedi, nella passerella a mare (su fogna e cielo aperto), nella passeggiata adornata da una lunga sequenza di murales ispirati alla storia di Reggio. Anche un’area giochi, già frequentata.

Ma intorno fogne a mare, spiagge sporche, pochi parcheggi già disponibili, manufatti degradati e micro discariche.

Oltre 15 anni e 10 milioni di euro

Siamo nell’atteso parco Urbano Lineare Sud, finanziato nel lontano 2008, anno della consegna parziale dei lavori, con quasi 7 milioni (poi diventati 10 milioni) di euro del vecchio Decreto Reggio. Dopo le perizie di variante e di assestamento, dopo la pandemia, rallentamenti e ritardi vari (la consegna definitiva dei lavori risale al 2016 con previsione data di ultimazione nel 2018), adesso la ditta ha rimosso le delimitazioni di cantiere, avendo ultimato i lavori previsti nel progetto. Alcuni manufatti, che nelle more erano stati anche vandalizzati, sono stati recuperati e adesso, in attesa di assegnazione per la gestione, sono sorvegliati.

I residenti, tuttavia, da decenni denunciano invano a tutte le autorità competenti, procura inclusa, tutte le criticità igienico-sanitarie e quelle legate alla sicurezza e alla viabilità che continuano a flagellare la zona.

Via il cantiere e adesso?

Il Consorzio Integra Sinergo spa, ormai ha concluso i suoi lavori e ha lasciato l’area. Dopo lo smantellamento del cantiere, la zona adiacente al passaggio a livello delle Omeca da alcune settimane è di fatto accessibile, ma senza alcuna garanzia di sicurezza e senza alcun controllo.

Si accede e si percorre una strada a doppio senso di circolazione, ma senza che siano stati approntati parcheggi nelle vicinanze. Dunque, si è costretti a parcheggiare su strada, creando disagi alla circolazione. Tutto anche in prossimità di un’area giochi. Temono i residenti «che ciò stia avvenendo senza alcun collaudo complessivo e senza che il Comune abbia ancora competenza».

«Secondo i vigili urbani la strada è chiusa»

Il tratto del parco accanto al passaggio a livello delle Omeca di fatto, in queste ultime settimane, nelle ore pomeridiane, è preso d’assalto dalle famiglie, evidentemente assetate di spazi ludici per bambini carenti in Città. Un bisogno tale da portare i propri piccoli presso un’area che ancora presenta delle criticità e su una strada dove, denunciano i residenti storici Nino Scarfò e la moglie Caterina Amoddeo, «i vigili urbani non intervengono rispondendo che non c’è alcuna presa in carico da parte del Comune. La strada per loro è “chiusa”. Invece è aperta, tanto trafficata e pericolosa per i bambini, Vengano a vedere».

«In questo tratto in particolare, vista l’ubicazione di un’area giochi e di un lido, avrebbe dovuto esserci un’adeguata considerazione dei volumi. La concentrazione di persone attesa è notevole. Eppure non ci sono parcheggi vicini», denuncia un altro residente.

Un parco già frequentato e forse non collaudato

«Una strada a doppio senso di circolazione, anche percorsa in velocità, che di giorno diventa area di sosta dei veicoli, visto che, al posto delle aree di parcheggio previste in questo lungo tratto del parco, ci sono aree verdi incolte e micro discariche, e di sera pista per corse di auto e moto. Una congestione di traffico che crea disagi ai residenti e pericoli anche per i fruitori, famiglie con bambini. A questo punto andrebbe chiarito se trattasi di un parco o solo di una via.

Se parco deve essere è necessario che possa essere fruito in sicurezza da tutta la cittadinanza, oltre che da residenti. Fruibile anche nelle sue zone attigue e adiacenti abbandonate da tempo. Oggi non sappiamo neppure se il parco sia stato collaudato, nonostante sia già frequentato. Sappiamo, perché lo vediamo e lo viviamo, che esso è aperto e accessibile, nonostante tutte le problematiche ancora irrisolte. Ci stranisce che possa concepirsi di inaugurarlo in queste condizioni». È quanto ribadisce Gabriella Caridi del costituendo comitato di quartiere Torre Lupo.

Manufatti e marciapiedi ultimati e circondati da fogne e degrado

Il costituendo comitato di quartiere Torre Lupo e il comitato di quartiere Ferrovieri Pescatori ritengono, dunque, che «il parco non sia pronto per essere aperto. Ancora ci sono fogne a cielo aperto che compromettono l’uso in sicurezza delle spiagge.

Fogne destinate ad essere incrementate dalle maggiori presenze che in estate si registrano nella zona e che, unitamente alla sporcizia, rende malsane le spiagge. Inoltre non tutti i parcheggi sono stati realizzati, nonostante le “P”. Questi sono necessari, attesa la destinazione del parco e la presenza di abitazioni nella zona. Queste solo alcune delle tante problematiche negli anni mai risolte, nonostante le segnalazioni».

«Dopo 15 anni e tanti soldi spesi, ci chiediamo come possano ritenere quest’opera ultimata viste tutte le criticità ancora esistenti. Criticità che sono evidenti, note e sotto gli occhi di tutti. Un atto di arroganza pensare che noi cittadini non si sia in grado di rendersi che la situazione non è come l’Amministrazione la racconta». Così Filomena Malara del comitato Ferrovieri Pescatori di Reggio Calabria.

Se dunque sono finiti i lavori relativi ai manufatti e alle infrastrutturazioni urbane, contemplate nel progetto Parco Lineare Sud, motivo per il quale la ditta ha lasciato l’area, il contesto in cui il parco insiste e dal quale non può prescindere non è certamente pronto. Ancora insistono forti criticità. I luoghi dentro i quali il parco si innesta sono ancora abbandonati a loro stessi.

Dunque consentire l’accesso alla zona, che in quanto Parco è destinato alla cittadinanza, non potrà che aumentare i livelli di insicurezza collettiva. Senza considerare l’occasione mancata di riscattare nel suo complesso un’ampia e suggestiva zona della città che da sempre patisce disservizi e degrado ambientale e si esprime al di sotto delle sue immense potenzialità.

Le richieste dei comitati di quartiere: «Mancano interventi essenziali»

Disagi e pericoli che già in queste ultime settimane, dopo lo smantellamento del cantiere, i residenti stanno registrando. Un’anteprima preoccupante di quella che sarà la loro quotidianità se prima dell’apertura, il Comune non recepirà le loro istanze ponendo in essere degli interventi. «Dissuasori di velocità, videosorveglianza, attivazione / realizzazione dei parcheggi, messa in sicurezza dell’area giochi, pulizia della spiaggia, gestione regolare delle fogne e delle acque reflue che inquinano la spiaggia (le prime) e allagano le case (le seconde) non potendo defluire mare per assenza di manutenzione.

Ciò nonostante – incalzano i residenti – l’esistenza di un impianto al quale attendiamo di poterci collegare, avendo già i nostri allacci predisposti e visto da sempre paghiamo un servizio di cui non abbiamo potuto finora fruire. Insomma tutta una serie di interventi che abbiamo chiesto e che ancora attendiamo. Interventi che, però, noi riteniamo prioritari e propedeutici, non più differibili e non successivi all’apertura del parco». Così i residenti riuniti nel comitato di quartiere Ferrovieri Pescatori e nel costituendo comitato di quartiere Torre Lupo.

La richiesta di incontro disattesa dal Sindaco

«Una situazione che avevamo cercato di prevenire chiedendo al sindaco Giuseppe Falcomatà, un incontro prima che la ditta andasse via, di fatto lasciando l’area “incustodita” e accessibile. Un incontro – ha sottolineato Gabriella Caridi del costituendo comitato di quartiere Torre Lupo – non accordato e che adesso ci lascia in questa situazione delicata. L’area giochi è frequentata fino a sera anche tarda. Se un bambino dovesse farsi male, vista la presenza a terra di oggetti pericolosi, l’assenza di una pavimentazione anti trauma e la vicinanza, oltre che delle cabine elettriche, anche della strada senza alcuna recinzione, non si saprebbe a chi imputare la responsabilità».

I nodi da sciogliere

L’area parcheggio accanto all’area giochi è un campo incolto. In una parte recintata da privati, a volte sostano dei cavalli. Resistenze oppure situazioni ancora da definire tra amministrazione comunale e privato?

Altri punti interrogativi, meno problematici, riguardano i manufatti già completati e che devono andare a bando per la gestione. Il terreno sul quale sorgono è oggetto del percorso di fruttuosa interlocuzione già in corso tra Comune e Demanio. E questi sono solo i disagi sopraggiunti con lo smantellamento dell’area di cantiere.

Ci sono, tuttavia, anche problemi vecchi, da anni segnalati e ancora irrisolti.

«Trascorreremo un’altra estate senza poter frequentare una spiaggia pulita e sicura. Ancora una volta non saprò come spiegare a mio figlio che non può farsi il bagno e che dobbiamo stare in queste condizioni. Così si intende accogliere i turisti che i voli Ryanair porteranno in città? Una situazione che è davvero arrivato il momento di risolvere», così il residente Vincenzo Barillà.

Fogne a cielo aperto a mare e spiagge sporche

«Ci sono quattro fogne a mare di cui tre a cielo aperto che inquinano, deturpano e rendono malsane le spiagge. Eppure non c’è alcun divieto di balneazione. Tra l’altro le spiagge non sono state ancora ripianate. La loro accessibilità in sicurezza è anche compromessa dalla presenza di tante barche e argani che sostano da tempo senza controllo alcuno.

Inoltre le condizioni igienico-sanitarie sono assai precarie. Basterebbero le fogne a mare ma ci sono anche siringhe, animali morti, topi, ferri sporgenti e arrugginiti. Insomma un ricettacolo di pericoli e malattie. Siamo noi residenti che spesso ci impegniamo a pulire. Sarebbe prioritario intervenire su questi aspetti che attengono alla sicurezza e alla salute». Lo hanno ribadito i residenti Gabriella Caridi e Alfredo Vozza.

Il parcheggio su strada a doppio senso

Per le problematiche legate ai parcheggi, qualche barca e anche qualche camper sono praticamente parcheggiati sulla strada, che è sempre a doppio senso di circolazione anche in altri tratti del parco.

I residenti sul tratto centrale dei tre chilometri del parco, che non hanno più sfogo per parcheggiare, «sono costretti a sostare con il proprio veicolo su strada a meno di non parcheggiare sul Viale Aldo Moro». A ciò si aggiunga anche la parte di marciapiedi destinata a pista ciclabile, il cui percorso resta molto fantasioso, e che però non consente di recuperare parte del marciapiede da destinare a parcheggio.

Le case sotto il livello del marciapiede

Ci sono poi abitazioni insistenti da oltre mezzo secolo e che adesso si ritrovano sotto il livello del marciapiede e della strada. «Negli ultimi quattro anni ho avuto almeno 1,5 m d’acqua dentro casa. Ho dovuto chiamare i pompieri. La mia casa, e non è l’unica, è rimasta sotto il livello della strada, credo per un errore di progettazione perché noi siamo qui da sessant’anni. Adesso si aggiunge anche un altro disagio. La presenza di una fontanella accanto al mio cancello, con l’acqua che defluisce lungo le scalette di casa mia, essendo quest’ultima sotto il livello della strada». È quanto racconta la residente Tiziana Laganà.

Gli accessi, i parcheggi e le proposte dei residenti

C’è poi la questione degli accessi, tra i quali il sottopasso di via Galvani che già rischia di diventare una discarica, dei manufatti degradati ancora esistenti, delle micro discariche ancora non bonificate dal Comune e le già citate “P” di parcheggio davanti ad aree che sono ancora in preda al degrado e all’incuria. «Come si apre un parco senza garantire parcheggi sufficienti?»

Una domanda condivisibile quella posta dai residenti che hanno anche individuato qualche altra area da adibire a parcheggio. Temono per altro che «i parcheggi già delineati lungo il tratto ornato con i murales possano essere messi in discussione, aumentando la criticità già esistente».

Inoltre gli stessi residenti vorrebbero rivolgere all’amministrazione comunale delle proposte in tema di viabilità. «Visto che trattasi di un parco, perché non pensare di rendere isola pedonale il tratto compreso tra i due passaggi a livello, in modo da garantire sicurezza e fruibilità anche nel tratto in cui insistono il lido e l’area giochi? L’accesso al parco sarebbe garantito comunque. Ciò sarebbe anche più fedele, a nostro avviso, alla sua destinazione d’uso del parco», così il costituendo comitato di quartiere Torre Lupo.

Il ponte sul Calopinace …che ancora non c’è

In tutto questo il ponticello del Calopinace ancora si fa attendere. Dunque il parco al momento resta non collegato con la città. «Hanno sbagliato le misure, hanno sbagliato il progetto.

Ancora non c’è chiarezza né si registra alcuna ripresa dei lavori. Mentre tutto intorno è abbandonato, quando si potrebbe anche lì ricavare un parcheggio. C’è poi il rischio concreto che il sottopasso Galvani sia trasformato in una discarica». Così Pino Leone del comitato Ferrovieri Pescatori di Reggio Calabria.

«Al momento sono tre gli accessi, di cui due condizionati al passaggio a livello, e il terzo, il sottopasso Galvani, buio e degradato. Vista anche l’incompiuta del ponte sul Calopinace, potrebbe essere messa in sicurezza e resa percorribile anche a piedi la gemella della strada che costeggia il torrente Calopinace. Quesa potrebbe costituire una alternativa agli altri accessi e alle altre uscite». Così Filomena Malara del comitato Ferrovieri Pescatori di Reggio Calabria.

Al di là della collinetta, accanto al ponte che non c’è, a mare i ruderi di un pontile con pericolosi ferri arrugginiti, qualche baracca e poi una battigia che si riduce via via. Certamente, ancora una volta, non una spiaggia accessibile.

E, infine (ma solo per il momento) ci sono alcuni tratti, probabilmente fuori dal progetto del Parco Lineare Sud, che però costituiscono parte integrante della zona in cui ricade il parco. Una piazza in preda all’incuria si affaccia su un quello che non è un insolito laghetto in mezzo alla sabbia ma una fogna che arriva al mare. La strada che dal passaggio a livello delle Omeca conduce verso la zona del Sant’Agata. Qui una rotatoria, in parte raggiunta come la strada dalla sabbia, consente di tornare indietro. Tutta quell’area è abbandonata completamente e anche lì spicca un’altra “P” davanti a un’area, ancora una volta, piena di vegetazione incolta.

Uno scenario desolante che cozza con la promettente prospettiva legata all’imponente progetto del Parco Lineare Sud. Una prospettiva che vede ridotta notevolmente la sua portata, non avendo (almeno fino a oggi) fatto i conti con il luogo in cui è stato realizzato.

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