Lady Diana e Gianni Versace, il fratello Santo: «Dopo poco più di un mese morì anche lei. Un’estate infernale in cui si sbriciolò un mondo»
La principessa di Galles e icona nel mondo di impegno umanitario, stile e fascino, moriva il 31 agosto 1997 in un incidente stradale a Parigi, insieme a Dodi Al-Fayed. Era stata presente a Milano per i funerali dell'amico stilista. Il ricordo nelle pagine del libro "Fratelli. Una famiglia italiana"
«Il suo arrivo a Milano, prima alla camera ardente a casa e poi in Duomo per la messa, fu la prova di un legame profondo con Gianni. Poco più di un mese dopo, se ne sarebbe andata anche lei, in quell’estate infernale, quell’estate in cui si sbriciolò un mondo, non solo il nostro. In un certo senso, in quei pochi mesi, finirono gli anni Novanta così, all’improvviso, e in anticipo sulla data di scadenza. Si concluse un’epoca intera su cui la moda di Gianni aveva lasciato un segno inconfondibile».
Così Santo Versace, nel suo libro “Fratelli. Una famiglia italiana” (Rizzoli 2022) racconta di quell’estate funesta del 1997 in cui, a distanza di meno di due mesi, il fratello e genio indiscusso dell’alta moda, Gianni Versace (Reggio Calabria, 2 dicembre 1946 – Miami Beach, 15 luglio 1997) fu assassinato, e l’amica Lady Diana, tra le persone a lui più care, rimase vittima di un incidente stradale. Ciò accadde il successivo 31 agosto nella galleria del Pont de l’Alma di Parigi.
Nel gremito duomo di Milano, infatti, tra le persone accorse per l’ultimo saluto a Gianni Versace anche Lady Diana, la principessa di Galles e icona nel mondo di impegno umanitario, stile e fascino. Qualche mese dopo sarebbe andata in contro a una morte altrettanto tragica e prematura.
La tragedia
Aveva solo 36 anni. Con lei morì anche Dodi Al-Fayed, figlio del proprietario dei grandi magazzini Harrods e con il quale era sentimentalmente coinvolta.
Con la sua umanità, la sua dolcezza e la sua bellezza, fu più vicina alla gente che in lei riconosceva tutto il meglio di una principessa moderna, dedita al prossimo, e molto meno affine alle etichette del palazzo, particolarmente rigorose, nell’inossidabile monarchia inglese.
Dal 1981 al 1996 fu consorte di Carlo III del Regno Unito, allora Principe di Galles con cui ebbe due figli, William, principe del Galles e Harry, duca di Sussex, appena adolescenti quando lei morì.
Nel dolore, la dolcezza quasi materna
«Giorgio Armani, Gianfranco Ferré, Karl Lagerfeld, Valentino, Naomi Campbell, Carla Bruni, Eva Herzi-gová, i Missoni e Carolyn Bessette, Franca Sozzani e Anna Wintour. E ancora: Sting, con la moglie Trudie, Elton John e il suo compagno, oggi marito, David Furnish. Seduta accanto a loro, la più celebre delle celebrità dell’epoca: Lady Diana, accompagnata dalla responsabile dei nostri uffici di Londra, una ragazza con i lunghi capelli rossi che precede la principessa a piccoli passi dentro la cattedrale del Duomo.
Gianni sapeva aggregare intorno a sé – scrive il fratello Santo – persone molto diverse tra loro. Comunicava con tutti, era curioso di tutto. Per questo non mi ha mai stupito che grandi dell’arte, della musica, dell’alta società lo considerassero un amico. Amici veri, non figurine mondane. Una delle immagini del giorno del funerale che non dimentico è il volto affranto di Elton John. Alla sua sinistra lo abbracciava il compagno David Furnish. Alla sua destra, Lady Diana gli carezzava il braccio, con dolcezza quasi materna».
Lady D, alla quale sarà presto dedicata la nuova serie ‘Who Killed Diana?’ diretta da Emma Cooper, ebbe con Gianni Versace un rapporto di amicizia nutrito da profondi affetto e stima reciproci.
Vestendo le creazioni di Gianni, Lady Diana celebrava la sua libertà
«Gianni era entrato nella vita di Diana e viceversa, nel momento in cui si era separata dal principe Carlo e aveva potuto iniziare a vestirsi senza tenere conto del ruolo ufficiale che prevedeva di indossare solo stilisti britannici.
Anna Harvey, allora vicedirettrice dell’edizione UK di Vogue, fece da tramite con noi e, da quel momento, in via Gesù a Milano avevamo un manichino con le sue misure, spedivamo i capi a Kensington Palace, la sua residenza. Spesso la première Franca Biagini si recava, insieme con altre due sarte, a Londra per gli ultimi ritocchi. Qualche volta ci andò direttamente Gianni. C’era un rapporto di stima e sostegno reciproco. Per lui vestire la donna più fotografata del pianeta voleva dire avere conquistato una sorta di Sacro Graal della fama. Per lei significava celebrare la bellezza delle creazioni di Gianni ma anche segnalare al mondo la libertà ritrovata.
Ci fu un momento critico nel loro rapporto, all’uscita del libro Rock and Royalty, volume prodotto da noi, con foto della famiglia reale inglese alternate a immagini scattate da grandi fotografi come Richard Avedon e Irving Penn. Diana aveva scritto una prefazione ma poi, poiché nel libro c’erano immagini che avrebbero potuto essere considerate scandalose e provocare polemiche con i Windsor, si ritirò. Ma non interruppe i suoi rapporti né con Gianni né con la maison», scrive ancora Santo Versace che ha sempre ricordato con profonda tenerezza la vicinanza di Lady Diana nel momento più doloroso della sua vita in quel luglio 1997. «Lei che mi tiene la mano per mezz’ora in via del Gesù per consolarmi, il giorno della cerimonia funebre in Duomo».
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