martedì,Febbraio 18 2025

Reggio, il Comune contrasta il degrado e ridisegna il Rione Marconi ma i cittadini chiedono più sicurezza

Lo stato d'animo dei residenti: «Purtroppo temiamo che, per quanto piacevole alla vista, il nuovo non scalfirà la verità profonda. Questo resta un quartiere in ostaggio di chi delinque, di chi spaccia, di chi occupa e dispone abusivamente di alloggi popolari e di chi abbandona e brucia rifiuti»

Reggio, il Comune contrasta il degrado e ridisegna il Rione Marconi ma i cittadini chiedono più sicurezza

Una nuova piazza, un’area fitness, un’area verde con giochi e il campetto riqualificato. Questo quanto visibile ma in realtà molto di più se si pensa al quartiere in cui sono stati realizzati. Sarà, infatti, un momento di rinascita importante per il tormentato rione Marconi, zona sud di Reggio Calabria, l’odierna apertura del Parco Urbano. O almeno questo è l’auspicio.

Il Comune ha avviato una serie di interventi di riqualificazione delle pertinenze degli alloggi popolari, investendo 990 mila euro, a valere sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in particolare sul Pinqua, Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare. Un’iniezione di speranza che consegna il quartiere a nuove possibilità di vita, che inizia a tracciare un destino diverso da quello di degrado e illegalità al quale sembra condannato.

Può la sola bellezza sanare ataviche ferite?

Senza nulla togliere all’indiscutibile valore in sé dell’intervento, ci chiediamo tuttavia da tempo se la bellezza basti a innescare quel cambiamento profondo di cui questo quartiere ha bisogno, al quale i residenti hanno diritto e che le istituzioni hanno il dovere di garantire. Quel cambiamento profondo per il quale ha a lungo e invano combattuto il signor Antonio, residente nel rione, artefice di tante denunce e di tante battaglie per il riscatto di questo quartiere. Ogni volta che andava a trovare i figli fuori Reggio, temeva di trovare la casa occupata al suo rientro. Se n’è andato qualche anno fa mentre combatteva anche contro un altro male che minacciava la sua salute, senza vedere una luce per questo quartiere.

Per il signor Antonio e per le tante persone perbene ci chiediamo da tempo se la bellezza basti. Siamo già certi, invece, che senza legalità ogni bellezza sia fugace.

E che legalità e sicurezza continuino a mancare al rione Marconi credo sia un’altra verità inconfutabile come il fatto che oggi il Comune inaugurerà spazi nuovi e comuni. Una mancanza che abbiamo documentato durante questi mesi di lavori, in cui indisturbatamente persone hanno scaricato rifiuti anche accanto a ciò che di nuovo e “pulito” sorgeva, persone hanno continuato a bruciare quei rifiuti. Nessuna tregua.

«E se fosse solo un involucro nuovo ma vuoto?»

Una mancanza che ben conoscono i residenti. Per questo temono che il parco urbano sia «un involucro nuovo, anche apprezzabile e piacevole agli occhi, che però resterà vuoto e senza sostanza. Lo temiamo perché ancora si sparano i fuochi quando una persona rientra dal carcere a casa dove riprende i suoi affari, ancora si notano anche in pieno giorno movimenti sospetti, ancora non si ha il diritto di sapere se certe palazzine siano legittimamente abitate o abusivamente occupate, ancora si continuano a respirare i veleni dei rifiuti combusti senza che alcuno si preoccupi della nostra salute, ancora le autorità non ci danno risposte credibili, ancora le nostre denunce cadono nel vuoto, ancora si vive insicuri in casa propria perché il condominio non è uno stabile di edilizia residenziale pubblica ma è ostaggio di qualcuno». Questo è quanto denunciano i residenti.

La latitanza di legalità e sicurezza

Legalità e sicurezza continuano a mancare al rione Marconi. L’Amministrazione comunale ha dovuto eseguire periodicamente delle raccolte straordinarie per ripulire laddove già dal giorno dopo ricominciavano ad essere illecitamente depositati i rifiuti. La stessa Amministrazione comunale anche ieri ha eseguito una serie di sopralluoghi e grandi pulizie in vista dell’inaugurazione odierna, affinché tutto oggi fosse perfetto. A dimostrazione che è determinata e non arretra.

Non si tratta, infatti, di mettere in discussione la buona volontà dell’Amministrazione di dare un segnale di presenza delle istituzioni, di incoraggiare i residenti e di consegnare oggi un quartiere pulito e in alcune sue parti ripensato e rinnovato. Si tratta di chiedersi se ciò basti, anche per preservare gli esiti di questo restyling e gli effetti che si propone di produrre.

La domanda resta più che mai attuale visto che, sui fronti già citati e assolutamente nevralgici di legalità e sicurezza, davvero tanto resta da fare. O almeno questo è quello che i residenti percepiscono. Restano in attesa di un segnale forte, di una presenza chiara, di una speranza.

La bellezza sepolta e oggi recuperata

Chi c’era già decenni addietro, quando i primi alloggi popolari venivano assegnati, ricorda che la bellezza ha già avuto qui un trascorso. Una bellezza di cui persino la memoria è rimasta sepolta sotto decenni di abbandono, degrado, di assenza delle Istituzioni, di sopravvento di poteri altri e deviati dal bene comune. Dunque senza serie e costanti politiche di ordine pubblico, di controllo e vigilanza, anche questo impegno di restituire decoro e bellezza rischia di essere vanificato.

A vanificarlo non sarà chi ha continuato a riversare qui la sua spazzatura, nonostante i lavori di riqualificazione in corso; chi ha continuato a dettare legge in questo quartiere senza essere lo Stato. Ma chi, pur avendone il potere e il dovere, non sarà stato in grado di contrastare questo stato di cose e di creare le condizioni per nuovi percorsi.

Per i residenti e per tutta la cittadinanza perbene, questo non sarebbe, come non è stato fino adesso, tollerabile. Non sarebbe accettabile.

Siamo ben oltre l’assenza di coscienza civile di cittadini che gettano un sacco della spazzatura per strada e che vanno educati. Qui vige un sistema di malaffare che le istituzioni, con la collaborazione già ampiamente dimostrata dalla cittadinanza onesta e coraggiosa che continua a segnalare e a denunciare, sono chiamate a scardinare in modo definitivo.

Ci sono le telecamere per sorvegliare e vigilare?

«Purtroppo per quanto piacevoli alla vista, queste sole novità alla cui nascita abbiamo assistito in questi mesi, non scalfiranno la verità. Questo resta – denunciano i residenti – un quartiere in ostaggio di chi delinque, di chi spaccia, di chi occupa e dispone abusivamente di alloggi popolari e di chi abbandona e brucia rifiuti. Vorremmo essere ottimisti ma l’esperienza ci dice che i problemi seri e gravi rimangono tutti.

Siamo certi, per esempio, e non perché siamo disfattisti ma perché viviamo qui da tempo, che da domani la spazzatura tornerà ad essere abbandonata e che dovranno essere eseguite nuove raccolte straordinarie per rimuovere gli accumuli. Perché non dovrebbe essere così? Non sembra essere stata istallata alcuna telecamera», evidenziano ancora i residenti.

Una questione di credibilità

C’è dunque bisogno di prove tangibili che questo futuro diverso inizi già adesso, con quanto di bello oggi verrà consegnato alla libera fruibilità della comunità. Occorrono prove tangibili che le istituzioni, non solo quelle che oggi saranno presenti, siano davvero “pronte” a recuperare credibilità.

Non mancano, per altro, anche segnalazioni di carenze strutturali degli stessi alloggi popolari dove mai sono stati eseguiti interventi di manutenzione per esempio delle autoclavi – e già dal tardo pomeriggio si resta senza acqua. Dove fin dall’assegnazione i garage sono stati dichiarati inagibili, divenendo luoghi sottratti ai legittimi assegnatari e invece spazi occupati per attività anche illegali. Dove gli allacci abusivi e le continue manomissioni dei quadri elettrici lasciano condomini e a volte anche intere zone del quartiere al buio.

Al fine di preservare il nuovo parco urbano e, nell’occasione, rassicurare i residente che quella di oggi non sia solo una passerella ma l’avvio di una presa in carico concreta e risolutiva, sarà necessario dilatare l’impegno anche su altri livelli, chiamando in causa tutte le autorità e forze dell’ordine che, soprattutto questo quartiere, hanno il dovere di “affermare” la loro autorità e la loro presenza.

Una verità da riscrivere

Il rischio, in assenza di questi impegni altrettanto puntuali come la consegna di questo parco urbano, è quello non essere in grado di scalfire quella triste, drammatica e dura verità che i residenti raccontano da tempo, rimanendo inspiegabilmente inascoltati, nonostante le proteste, le segnalazioni agli organi competenti e le formali denunce, pagate in prima persona anche con ritorsioni e aggressioni.

Sarebbe stupendo che se questa volta la bellezza non fosse fugace. Se questa volta, finalmente, portasse con sé anche sicurezza e legalità. Se al decoro estetico seguisse la garanzia del vivere civile.

L’occasione di una coscienza nuova

«Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante nel davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione a rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore». Peppino Impastato, ucciso dalla mafia nel 1978, ci lascia, tra le tante, una vibrante riflessione sul tema della bellezza quale essenza di una coscienza nuova, capace di non cedere alla rassegnazione.

Una resistenza alla rassegnazione che, tuttavia, necessita di ascolto, di attenzione e di risposte istituzionali concrete, tempestive e credibili, che sostengano la cittadinanza responsabile e perbene, perseguendo chi vive senza rispetto del prossimo e delle regole del vivere civile. Se mancheranno queste risposte – come oggi ancora i residenti lamentano – ogni tentativo di generare bellezza è destinato a svanire in poco tempo e con esso quello di coltivare una coscienza nuova.

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