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Unite per raccontare l’unicità dello Stretto, per consacrare la sua straordinaria potenza evocativa, già affidata al vento che costantemente spira, alla parola scritta. Scripta manent, verba volant, recita un antico proverbio latino, come le onde decantate da Pascoli. E dunque qui convivono la restanza e la leggerezza di quanto immane e di quanto fluttua tutt’altro che disperdendosi.
Unite per unire due sponde nel nome della bellezza delle parole e del prodigio di un braccio di mare pregno di storia antica e mito tra due terreferme.
Unite per difendere lo Stretto tra Reggio Calabria e Messina, luogo di bellezza e ricchezza universali e senza pari, dalla minaccia del cemento, della speculazione e del Ponte, mega opera imposta dall’alto.
Stiamo Strette
Sono le 17 scrittrici della Collettiva Strettese, promotrice di una riflessione collettiva articolata nella raccolta di 17 racconti “Stiamo Strette”, curata da Eleonora Scrivo e Tiziana Bianca Calabrò, edita da Città del Sole di Antonella Cuzzocrea. Tutto l’incasso delle vendite sarà devoluto per sostenere le associazioni No ponte. La prefazione è di Claudia Fauzia e la copertina è tratta da un disegno originale di Francesco Piobbichi. Una sfida audace quella di difendere i luoghi con le parole. Una sfida abbracciata con passione e spirito di condivisione da donne calabresi e siciliane animate da una precisa responsabilità.
La Collettiva Strettese

Ecco chi sono: Romina Arena, Caterina Azzarà, Tiziana Bianca Calabrò, Eliana Camaioni, Katia Colica, Masella Cotroneo, Valentina De Grazia, Agata De Luca, Rosa Maria Di Natale, Katia Germanò, Gabriella Lax, Anna Mallamo, Cinzia Aurelia Messina, Mimma Mollica, Daniela Orlando, Eleonora Scrivo e Daniela Scuncia.
La genesi del progetto al centro della nuova puntata del format A tu per tu. Ospite negli studi del Reggino.it, una delle autrici, Masella Cotroneo.
Voci e visioni nello Stretto
«Dalla splendida intuizione delle curatrici Eleonora Scrivo e Tiziana Bianca Calabrò, che hanno riunito un gruppo di amiche calabresi e siciliane che condividono la passione per la letteratura e per il meraviglioso luogo dello Stretto in cui abitiamo, nasce la Collettiva Strettese. Nel nostro percorso comune, nel quale confluiscono tutte le peculiarità di ciascuna di noi, ci siamo lasciate ispirare da due grandi intellettuali come Italo Calvino con la sua proposta di Città invisibili e Giovanni Pascoli che cantò lo Stretto. “Questo mare è pieno di voci e questo cielo è pieno di visioni“. Ecco noi siamo quelle voci che emergono dallo Stretto per essere ascoltate ed esprimersi su un tema così importante come il destino dello Stretto e di questa immensa area a noi tanto cara.
Qui siamo nate cresciute. Qui sono le nostre radici e vogliamo mettere in luce quanto la politica stia agendo senza ascoltare la comunità, ignorando i bisogni, la storia, l’antropologia di questo territorio. Ma intendiamo farlo non con tono accusatorio e aggressivo, in cui spesso vediamo degenerare il dibattito, ma con la delicatezza della letteratura e della poesia, richiamando l’antico con un linguaggio contemporaneo. Una sorta di movimento letterario, una “letteratura strettese”, che attraverso le parole faccia emergere quanto che spesso la politica sottace», spiega la scrittrice della Collettiva Strettese e insegnante, Masella Cotroneo.
Un libro politico nell’accezione autentica di servizio alla collettività, e anche un’antologia letteraria. E ancora una volta due dimensioni che convivono in questa esperienza che continua a viaggiare e a crescere, proponendo un ponte di parole non come alternativa a quello in cemento ma come visione primigenia che mai ne avrebbe contemplato uno diverso da quello culturale.
Rendere evidente questa verità è compito da intellettuali e artisti. E la storia non tradisce poiché sono le donne, in questo caso scrittrici e poetesse, ad esporsi e a tracciare percorsi inediti quanto quelli battuti hanno fallito.
La geografia dell’anima e la minaccia del Ponte
«Il riscontro – prosegue la scrittrice della Collettiva Strettese, Masella Cotroneo – che la raccolta di racconti sta riscuotendo, le tante presentazioni che si susseguono sono la testimonianza che il nostro bisogno di esserci con un linguaggio diverso su una questione così importante e dibattuta non era solo nostro; sono segno che l’urgenza che abbiamo avvertito di condividere il nostro progetto con la comunità, pubblicando questa raccolta, era tale perchè le nostre voci non erano solo le nostre. Ciò perché non ci è stato chiesto cosa noi volessimo.
Spesso non si comprende a fondo l’importanza della geografia. Non è soltanto uno sciorinare di nomi. La geografia sicuramente è un destino. Nel momento stesso in cui noi viviamo in un luogo, cominciamo da appartenere a quel luogo che abbiamo il dovere di proteggere. Un preciso dovere di proteggere i nostri luoghi che in questo momento corrono dei rischi abbastanza importanti. Nel nostro caso, poi, è un luogo di incantesimo, culla della Magna Grecia e del mito. Onestamente – sottolinea Masella Cotroneo – io non credo per varie ragioni, e ribadisco soprattutto per ragioni poetiche, nella mega opera del ponte. Temo una nuova cattedrale nel deserto proprio perché dietro non c’è una reale attenzione alla corrispondenza con i bisogni dell’area dello stretto e del Paese tutto. Non siamo per niente convinte che quest’opera porterà al lavoro, ricchezze e sviluppo. Siamo fortemente perplesse».
Spazi da abitare non da occupare
Suddivisa in tre parti, un prima, un per sempre e un dopo, la raccolta si nutre di microstorie e il mito, alimentando la speranza in un futuro diverso. Un futuro diverso che dipenderà dalla condivisione e dal coinvolgimento delle comunità che vivono i luoghi e gli spazi da abitare e non da occupare e depredare. Una narrazione a più mani per declinare la bellezza in letteratura e impegno civile, denunciando un approccio escludente e rivendicando con il fervore delle parole, il diritto a visioni capaci di anticipare le realtà sempre più straordinarie perchè condivise e partecipate. E questo sta a cuore alla Collettiva Strettese. O meglio ne è il cuore.