Come ogni venerdì, anche oggi, nella Chiesa di San Giuseppe al Corso, sono state esposte le poesie per la pace. Stamane, a sostituire i versi di Paolo Marcianò, Caterina Silipo e Nando Spanò, sono stati quelli di Maria Rosaria Saturnino e delle sorelle Adalgisa e Rosa Zinnato.

Sono tantissimi i poeti che hanno aderito all’iniziativa promossa dal vicario dell’arcivescovo di Reggio Calabria, don Pasqualino Catanese, e a turno tutte le opere poetiche troveranno spazio nella bacheca collocata all’ingresso della chiesa, nel cuore del Corso Garibaldi.

I poeti reggini, con questo atto di amore civile, vogliono scuotere dall’indifferenza chi pensa che ogni tentativo per fermare il genocidio sia inutile. «Non è così», afferma il coordinatore dei Poeti per la pace, Giovanni Suraci, ricordando le parole di un grande storico italiano: «L’indifferenza è il peso morto della storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza».

«Ognuno di noi è chiamato a dare il proprio contributo – prosegue Suraci – indignandosi di fronte a tutte le forme di violenza nel mondo. Assistere impunemente al genocidio in corso a Gaza è intollerabile. Le poesie sono un piccolo granello di sabbia, ma hanno un significato forte: dire a gran voce “Io poeta non ci sto”».