Libera: «I beni confiscati alle mafie sono presidi assoluti di legalità, luoghi altamente sensibili che devono essere tutelati»
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Dopo gli incendi dolosi della scorsa estate, la Cooperativa Valle del Marro – Libera Terra torna nuovamente a essere bersaglio di atti intimidatori. La cooperativa, che gestisce terreni confiscati alla ’ndrangheta nella Piana di Gioia Tauro, ha infatti registrato in questi giorni due furti di ingenti quantitativi di agrumi già raccolti e destinati alla vendita nella grande distribuzione.
Un danno rilevante, non solo sul piano economico, che rischia di compromettere la sostenibilità della cooperativa con ricadute dirette sui lavoratori e sulle loro famiglie. È proprio nella difesa del lavoro pulito, onesto e dignitoso e del diritto di fare impresa che si colloca il cuore della lotta alla ’ndrangheta, specie per una realtà che coltiva e restituisce alla collettività terreni un tempo appartenuti alla criminalità organizzata.
A essere colpito è anche – e soprattutto – il grande valore etico e morale che accompagna il percorso di confisca e riutilizzo sociale dei beni sottratti alle mafie. In Calabria, questo modello rappresenta una delle espressioni più alte di contrasto e prevenzione alla criminalità organizzata, grazie al suo significato simbolico e culturale: la sottrazione dei beni e del territorio a un’organizzazione, la ’ndrangheta, che proprio sul controllo dei luoghi e sull’accumulazione di capitali fonda il proprio potere. Quanto accaduto è un segnale d’allarme che non può essere sottovalutato.
I beni confiscati sono presidi assoluti di legalità e, in quanto luoghi altamente sensibili, devono essere tutelati per garantire serenità e sicurezza nella loro gestione. Un impegno che riguarda non solo le istituzioni ma l’intera comunità, chiamata a costruire un argine contro chi tenta di ostacolare il percorso di riscatto della nostra terra.
Un percorso che passa anche attraverso il riuso sociale dei beni confiscati, oggi simbolo di cittadinanza attiva, partecipazione e corresponsabilità. È un dovere collettivo quello di non lasciare sole, ma anzi sostenere, le realtà che con fatica e dedizione costruiscono nuova speranza nel nostro Paese.
La storia e il lavoro della Cooperativa Valle del Marro – Libera Terra non possono essere scippati né interrotti. Devono continuare a dimostrare che il cambiamento è possibile.

