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Un messaggio di speranza. Dopo il dolore e la sofferenza atroce la luce. Così come un’araba fenice Maria Antonietta Rositani è rinata. Dalle fiamme volute dal suo aguzzino è risorta. E con forza ritrovata ha presentato il libro che racchiude la sua storia “Io non muoio”.
Il volume è stato prima presentato al Salone del libro di Torino il 12 maggio in presenza delle autrici nel padiglione espositivo della Città Metropolitana di Reggio Calabria. La protagonista della storia e la giornalista Emilia Condarelli hanno collaborato per dare forma a una storia affinchè possa diventare un monito e un incoraggiamento per tutte le donne che subiscono violenza.
Il libro è stato presentato a Palazzo San Giorgio e dopo i saluti del prefetto Clara Vaccaro e degli organizzatori, il procuratore capo Giovanni Bombardieri ha lanciato un messaggio che è stato un invito a fare rete per sostenere le donne che hanno il coraggio di denunciare.
Commozione e ricordo hanno dato il via alla presentazione. E un’assenza ha fatto rumore, tanto.
Carlo Rositani, il papà diventato simbolo di lotta e coraggio non sarebbe mai mancato a un appuntamento cosi importante. Lui che per la sua Maria Antonietta ha lottato senza mai perdere la speranza. Nel suo ricordo la Rositani ha lasciato un lungo abbraccio fatto di applausi e commozione. A lui ha dedicato questo lavoro.
«Questo libro – ha detto la donna – è nato da una stretta di mano, dalle confidenze che ho fatto a questa grande donna e amica. Le ho chiesto aiuto e mi è stata accanto dandomi fiducia, ci siamo fatte una promessa oggi mantenuta. Se mi fossi sentita di raccontare quello che mi era successo, lei sarebbe stata la mia mano mettendo la mia storia nero su bianco».
Adesso questo libro si prefigge un compito ben pi arduo: aiutare le donne a trovare la forza e il coraggio di dire basta. Di denunciare e di non avere paura perché dalle ceneri si può rinascere.

