La sede della Fondazione Greca di Calabria si prepara ad aprire le porte. Anni di attesa e, finalmente, in seguito a un’importante accelerazione impressa dal Presidente Nino Spirlì, a breve l’ente preposto alla tutela ed al rilancio della lingua minoritaria Greca di Calabria entrerà nel pieno delle funzioni. La rinnovata struttura segna un nuovo capitolo per l’ente, nato con l’obiettivo di tutelare e promuovere la cultura grecanica.


«Da subito, si cambia pagina e registro, garantendo la fine dell’oblio al quale, per troppi anni, è stata “condannata” la Fondazione» aveva dichiarato il neo commissario Spirlì lo scorso novembre, giungendo a Bova Marina. Ed infatti, sotto la sua guida, sono stati avviati importanti lavori di riqualificazione dei locali dell’Istituto che, negli anni, hanno ospitato uffici del Comune di Bova Marina, la Pinacoteca Civica, e persino – fino a oltre un decennio fa – la Guardia Medica.
Parallelamente alla ripresa delle attività, il nuovo statuto, approvato nel 2024, introduce significative modifiche alla governance della Fondazione, affidando maggiori poteri gestionali nelle mani del Presidente ed eliminando alcuni organi direttivi precedenti. Un provvedimento che, in questi mesi, ha suscitato reazioni contrastanti tra le istituzioni e le associazioni culturali del territorio.


Dalle speranze del 1992 ai ritardi burocratici


L’istituzione della Fondazione affonda le radici nel 1992, con la creazione dell’Istituto Regionale Superiore di Studi Elleno-Calabri (IRSSEC), concepito come polo di ricerca e promozione della cultura grecanica. La sede fu realizzata a Bova Marina e inaugurata nel 1993, dotata di biblioteca, sale conferenze e un museo dedicato alle tradizioni locali. Tuttavia, negli anni successivi, difficoltà amministrative e finanziarie ne hanno rallentato lo sviluppo.
Nel 2003, l’IRSSEC fu riconosciuto dalla Regione Calabria tra gli enti dedicati alla tutela delle minoranze linguistiche, con l’obiettivo di garantirne una maggiore stabilità. La trasformazione in Fondazione per la Comunità Greca di Calabria, avviata nel 2008 e formalizzata nel 2013, mirava a rendere l’ente più autonomo e operativo, ma le criticità economiche e burocratiche hanno limitato l’efficacia di questa evoluzione.
Un nuovo impulso è arrivato nel 2023, con la nomina di Nino Spirlì alla presidenza. Da allora, l’ente ha avviato un percorso di rilancio che ha portato al recupero della sede, in attesa dell’inaugurazione e della sua fruizione al pubblico in rinnovata veste. Il nuovo statuto, tuttavia, introduce un assetto gestionale differente, aprendo un confronto sul futuro della Fondazione e sulle sue prospettive di tutela della lingua greco-calabra.


Le modifiche del nuovo statuto


Il nuovo statuto, approvato nel 2024, ha introdotto una riorganizzazione della governance della Fondazione. La principale novità riguarda l’accentramento dei poteri decisionali nelle mani del Presidente, che assume la gestione ordinaria e straordinaria dell’ente, eliminando il Consiglio di Amministrazione e la figura del Direttore Scientifico.
Secondo la Regione, la modifica punta a rendere la Fondazione più efficiente e snella nelle decisioni. Le associazioni ellenofone, tuttavia, hanno espresso preoccupazione per la riduzione della rappresentanza del territorio e per il rischio di una minore trasparenza nella gestione delle risorse.
Un’altra novità riguarda l’istituzione di un Comitato tecnico-scientifico, nominato dall’Assemblea di Comunità, che avrà il compito di fornire indirizzi sulle attività culturali e scientifiche della Fondazione. Tuttavia, anche su questo punto, alcuni rappresentanti della comunità grecanica hanno evidenziato la mancanza di criteri chiari per la selezione dei membri.
Al centro del dibattito vi è anche la gestione dei finanziamenti. Il Presidente disporrà di un budget significativo per la promozione della lingua e della cultura grecanica, ma «senza il precedente sistema di controllo garantito dal Consiglio di Amministrazione», sostengono alcune realtà ellenofone.
La riforma, dunque, rappresenta un passaggio cruciale per la Fondazione Greca di Calabria, aprendo interrogativi sulle sue prospettive future e sulla capacità di conciliare autonomia gestionale e tutela della minoranza linguistica.


La tutela della lingua greco-calabra


La lingua greco-calabra, riconosciuta come una delle minoranze linguistiche storiche d’Italia, è da tempo oggetto di studi e progetti di salvaguardia. Tuttavia, la sua diffusione è in costante diminuzione, con un numero sempre più ridotto di parlanti fluenti. La Fondazione Greca di Calabria è stata concepita per svolgere un ruolo attivo nella protezione e valorizzazione di questo patrimonio linguistico, ma le nuove dinamiche amministrative sollevano interrogativi sulla reale efficacia delle future iniziative.
Le associazioni locali temono che la riorganizzazione dell’ente possa tradursi in una riduzione delle attività dedicate alla tutela della lingua, limitando il coinvolgimento di esperti e studiosi che negli anni hanno contribuito alla promozione del greco-calabro. Senza un piano strategico chiaro, il rischio di una perdita irreversibile del patrimonio linguistico appare concreto.
In passato, l’IRSSEC aveva avviato progetti mirati, tra cui la creazione di un vocabolario audio, studi sulla fonetica e programmi educativi nelle scuole dell’area grecanica. Tuttavia, molti di questi programmi hanno subito interruzioni a causa della mancanza di continuità gestionale e finanziamenti adeguati.
Con il nuovo statuto, resta da capire in che modo la Fondazione potrà garantire continuità e strutturare nuove iniziative in grado di contrastare l’erosione della lingua. La comunità grecanica attende risposte concrete, mentre la riapertura della sede rappresenta solo un primo passo verso la definizione del futuro dell’ente e del patrimonio che è chiamato a preservare. La paura, insomma, è che oltre la buona volontà del Presidente Spirlì e dell’accelerazione che ha impresso nell’attivare la fondazione, possano esserci nuove insidie e cavilli burocratici


Verso l’inaugurazione: quali prospettive per il futuro?


Con l’inaugurazione della rinnovata sede ormai imminente, l’attenzione è rivolta alle azioni concrete che la Fondazione metterà in campo nei prossimi mesi. Il rilancio dell’ente rappresenta un’opportunità per consolidare il lavoro sulla tutela della cultura grecanica, ma per le associazioni ellenofone restano comunque da sciogliere i nodi legati alla governance ed alla gestione delle risorse.
La comunità grecanica e le associazioni del territorio chiedono garanzie sul mantenimento delle attività di promozione linguistica e culturale, oltre a una maggiore chiarezza sulla programmazione futura. L’equilibrio tra efficienza amministrativa e partecipazione del territorio sarà determinante per il futuro della Fondazione e per la sopravvivenza della lingua greco-calabra.
L’inaugurazione segnerà dunque l’inizio di una fase decisiva, in cui le scelte della Fondazione saranno osservate con attenzione sia da istituzioni e studiosi che dall’intera comunità, nella speranza che questo nuovo corso possa realmente contribuire alla valorizzazione e alla tutela del patrimonio grecanico.