Finanziato con 9 milioni dalla Regione, assunti 43 psicologi che garantiranno, per tre anni, il servizio in 285 scuole calabresi per un totale di 2. 893 classi di primo e secondo ciclo. Princi: «Così aiutiamo i ragazzi a corazzarsi e le famiglie ad educare»
Tutti gli articoli di Società
PHOTO
In Calabria solo il 35% dei ragazzi si dichiara “sereno”, mentre il 24% si definisce “ansioso” e il 16% non sa esprimere il proprio stato d’animo. Ma è il 62,7% degli studenti a lanciare una vera e propria richiesta di aiuto al sistema, dichiarando che vorrebbe usufruire dei servizi di uno psicologo a scuola. D’altra parte il contesto in cui si annida il disagio in età scolare nella nostra Regione è ben delineato: infatti il 14,5% degli adolescenti calabresi è vittima di cyberbullismo (un dato superiore alla media nazionale) e dimostra di avere una certa dipendenza digitale, facendo segnare una elevata incidenza nell’uso problematico dei social network (13,5%) e videogiochi (24%). Ma il dato che forse di più fa preoccupare è la depressione che colpisce ogni 10mila abitanti, 43,2 ragazze, e 25,4 ragazzi. Dati tra i più alti d’Italia.
Snocciolando questi numeri il progetto “Discutiamone insieme - Lo psicologo a scuola” è stato presentato stamattina nella Sala “Federica Monteleone” del Consiglio regionale della Calabria, con l’europarlamentare Giusi Princi a fare gli onori di casa, visto che già nel ruolo di vicepresidente aveva ideato il progetto in tandem con Roberto Occhiuto. Quello di Reggio Calabria è comunque solo il primo di una serie di incontri che vedrà coinvolti i Dirigenti scolastici e i Referenti di Educazione alla Salute delle varie province, ed oggi è toccato alla Città metropolitana di Reggio Calabria e alla provincia di Vibo Valentia confrontarsi sulla attuazione del progetto pilota, finanziato dalla Regione Calabria con risorse pari a 9 milioni di euro e sviluppato d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale e con l’Ordine regionale degli psicologi della Calabria. Grazie alle risorse stanziate dalla Regione, sono stati assunti 43 psicologi che garantiranno, per tre anni, il servizio in 285 scuole calabresi per un totale di 2. 893 classi di primo e secondo ciclo.
«È un progetto che interesserà tutte le scuole di primo e di secondo grado della regione perché – ha chiarito Princi - andrà a coinvolgere prioritariamente gli studenti della terza secondaria di secondo grado, sarebbe la vecchia terza media, e il primo biennio perché è la fascia evolutiva più delicata, perché è la fase adolescenziale, ma ovviamente gli esperti psicologi saranno a disposizione delle istituzioni scolastiche per cui potranno concordare con i dirigenti degli interventi diversi e quindi con destinatari studenti di classi diverse».
Oltretutto, ha aggiunto l’europarlamentare, gli psicologi saranno a disposizione delle istituzioni scolastiche anche durante il periodo di sospensione delle attività didattiche. D’altra parte gli psicologi sono stati contrattualizzati dalle Asp per 33 ore settimanali, per cui anche durante il periodo estivo, laddove ci fossero delle esigenze che interessassero le famiglie o gli studenti, dovranno essere a disposizione di tutti gli interessati.
Princi: «Aiutiamo i ragazzi a corazzarsi e le famiglie ad educare»
Calabria apripista a livello nazionale, ricorda Princi, perché il disagio scolastico è ormai un'emergenza strutturale nelle scuole italiane. «E allora la Calabria interviene per fronteggiare questa emergenza attraverso lo psicologo scolastico, che è una figura esperta di supporto alle dinamiche socio-relazionali dei nostri ragazzi, perché intanto promuove quelle che sono le competenze socio-emotive che aiutano i ragazzi a fronteggiare la complessità e le dinamiche interpersonali e di carattere relazionale».
Gli psicologi entreranno nelle dinamiche relazionali tra docenti e studenti, ma saranno una figura di supporto ai docenti, alle famiglie, e agli stessi studenti, attraverso appositi sportelli di ascolto che saranno a disposizione dei ragazzi.
«Un progetto pilota fondamentale che ci permetterà proprio di accompagnare i nostri ragazzi, di aiutarli a fronteggiare le avversità della quotidianità, ma soprattutto a promuovere in maniera armonica lo sviluppo bio-psico-relazionale, aiutandoli ad acquisire sicurezza ed autostima che li aiuterà proprio nella vita».
L’europarlamentare reggina sottolinea come ci sia in atto una forma di disagio impressionante tra i nostri ragazzi che sono sempre di più nativi digitali, e sviluppano una dipendenza dai social molto impattante. «Sono figli di un virtuale, sempre più spersonalizzati dal reale, che non riescono a distinguere il reale appunto dal virtuale. Tantissime amicizie sui social, incapacità di gestire le frustrazioni delle relazioni interpersonali. Ecco perché occorre una figura esperta che li aiuti proprio a corazzarsi, a fortificarsi, e che aiuti le famiglie, anche perché le famiglie sono sole nel difficile compito di educare una generazione che è diversa, che è bombardata da tantissimi stimoli esterni, ma non ha gli strumenti per poterla affrontare».
Aiello: «I problemi adolescenziali sono cresciuti a dismisura nel post-covid»
«Siamo apripista perché vogliamo portare questo modello anche nel resto d'Italia». lo dice con orgoglio Massimo Aiello, Presidente dell'Ordine degli Psicologi della Regione Calabria, di recente, dopo l’esposizione del progetto pilota calabrese, audito al Senato proprio per fare una proposta di legge nazionale sulla psicologia scolastica.
«Lo scopo è lavorare moltissimo sulla prevenzione perché i numeri ci dicono che all'interno dei servizi di salute mentale, l'età media delle persone che si rivolgono ai professionisti, è tra i 40-45 anni. Quindi ci perdiamo quella fetta di adolescenti e sappiamo che i problemi adolescenziali post-covid sono aumentati in maniera impressionante». Si parla di un 30% di fenomeni quali autolesionismo, disturbi dell'alimentazione e della nutrizione. Attraverso la presenza dei psicologi si proverà a dare una risposta sia a questo target ma soprattutto a sostenere il mondo della scuola e anche le famiglie. «La presenza di psicologi in maniera strutturata all'interno delle scuole – ancora Aiello - ridurrà nel tempo anche quella che è la spesa sanitaria di psicofarmaci che solo per la Regione Calabria conta 30 milioni di euro all'anno soltanto di antidepressivi».
Dalle Asp: «Il progetto ci darà i numeri per capire e conoscere la popolazione»
Di «grande necessità» di avere a disposizione queste figure per provare a lenire la sofferenza adolescenziale ha parlato Lucia Di Furia, Direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria. «Intervenire precocemente, individuare precocemente aspetti di disturbi di natura psicologica e più disparati vuol dire evitare che questi si cronicizzino perché talvolta ci si accorge di qualcosa che non va quando è molto avanti la situazione. Parlo per esempio di disturbi alimentari, di disturbi comportamentali di vario genere. Sappiamo che le nuove generazioni sono sempre più attratte da un mondo altro, diciamo così, il mondo fittizio dei sistemi informatici e quindi giochi e quant'altro e questo rischia anche di creare isolamento e quindi è importante poi il lavoro fatto di squadra con la scuola che ha un compito educativo ma anche un compito di capirne precocemente i bisogni».
Guardando ai numeri, Di Furia si dice convinta cha il progetto sarà importante anche per le Asp, per capire e conoscere la popolazione ed avere anche «un dato calato sulla propria realtà perché ogni realtà poi ha delle caratteristiche sociologiche e culturali differenti, quindi sarà utile anche per capire qual è realmente il bisogno di queste giovani generazioni».
Maria Grazia Vavalà, dirigente amministrativa dell’Asp di Vibo Valentia, racconta proprio la zonizzazione della città per il progetto in questione. «Abbiamo diviso la zona di Vibo in tre fasce: la città, la zona costiera e la zona montana. Abbiamo 51 scuole nella zona montana, 72 scuole nella zona costiera e 141 nella città, per cui avremo uno psicologo a zona». Nella fase operativa, confida Vavalà, molte cose andranno messe a punto nel momento in cui gli psicologi cominceranno a lavorare e quindi dovranno concordare poi con i dirigenti scolastici come dovrà essere realizzata e come dovranno essere distribuite queste ore.

