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Il Lungomare Falcomatà, affollato di turisti e cittadini durante la quarta edizione di Scirubetta, ha ospitato un’altra voce autorevole del giornalismo enogastronomico nazionale: Giusy Ferraina, direttrice di RadioFood e giornalista che da anni racconta le trasformazioni del cibo in Italia. Sul truck del Network LaC, Giusy Ferraina ha tracciato un ritratto originale di Reggio Calabria e del festival, partendo da un concetto chiave: il potere evocativo della parola.
«Abbiamo scelto di raccontare il cibo in radio – ha spiegato Giusy Ferraina – per spostare l’attenzione dall’immagine alla narrazione. Il cibo non è solo immagine, è racconto, memoria, territorio. Ogni piatto porta con sé storie che vanno oltre la ricetta della nonna: sono storie moderne che tornano al passato, si ancorano al territorio e ne rilanciano i patrimoni».
Per la direttrice di RadioFood, il cibo italiano non è un’unica cucina ma una mappa di cucine regionali, diverse persino da paese a paese. La Calabria ne è un esempio: lo stesso piatto può cambiare nome, forma e ingredienti in pochi chilometri. In questo mosaico, il gelato ha una funzione particolare: «Non esiste una ricetta calabrese o valdostana di gelato. Ci sono tradizioni diverse, ma è un prodotto che unisce l’Italia, al contrario di pizza e piatti regionali che si declinano in mille varianti».
Da qui il legame naturale con Scirubetta, che la giornalista enogastronomica definisce «una passeggiata nel gusto». Giusy Ferraina ha assaggiato uno a uno i 34 gusti presentati dai maestri gelatieri, sottolineando l’impegno di chi ha creato ricette apposite per il festival. «È stato un momento di incontro e confronto tra un territorio che si apre sempre di più e un’Italia che riconosce in Reggio un polo emergente del gelato artigianale. Qui non ho trovato solo professionalità, ma anche un forte radicamento al territorio: dal bergamotto alla mandorla, dalla nocciola agli altri prodotti del sud che diventano attrattori turistici».
Il suo giudizio si inserisce in un quadro più ampio: il cibo come volano di sviluppo economico e culturale. «In giro per l’Italia – ha detto Giusy Ferraina – ci sono paesi che hanno costruito la propria immagine su un solo piatto, diventato richiamo turistico. La Calabria non ha nulla da invidiare, anzi possiede un patrimonio enogastronomico che può trasformarsi in un marchio identitario fortissimo. Serve solo crederci e raccontarlo con costanza».
Da qui anche il consiglio diretto ai maestri gelatieri: «Il primo racconto va fatto in gelateria. Bisogna spiegare come nasce un gusto, perché un gelato è dolce anche senza zuccheri aggiunti, perché certe consistenze sono possibili senza latte o senza glutine. È facile scrivere “senza” su un’etichetta, molto meno farlo bene. Educare il consumatore – soprattutto quello giovane – è la chiave per costruire un futuro solido per il gelato artigianale».
La giornalista di RadioFood guarda alla Calabria con gli occhi di chi ha girato l’Italia, e non esita a indicare modelli da cui trarre spunto: «La Sicilia ha insegnato molto, dal dolce al salato, ma anche Roma ha saputo esportare la sua tradizione, fino a colonizzare Milano con pizzerie e trattorie. La Calabria ha le stesse potenzialità: se saprà valorizzare i suoi prodotti, Scirubetta potrà diventare un appuntamento di riferimento per il sud Italia».
Dal truck LaC, il messaggio di Giusy Ferraina ha dato ulteriore forza al festival: il gelato come simbolo di un’Italia che sa unire e di una Calabria che può alzare la voce con le sue eccellenze. «Tornerò al prossimo Scirubbetta» ha promesso la direttrice di RadioFood. Ed è la promessa di chi ha riconosciuto, nel cuore dello Stretto, un laboratorio autentico di gusto e futuro.