Reggio Calabria si veste di luce e di bellezza, il lungomare Falcomatà brulica di turisti e cittadini, il Museo Archeologico Nazionale si conferma cuore pulsante di una città che non smette di sorprendere. È qui che prende vita la seconda edizione di “Calabria con i miei occhi. Spiritualità e cultura”, progetto dell’Associazione Jole Santelli che, dopo aver fatto vibrare il pubblico con il primo volume e il primo shooting all’interno del Museo tra i Bronzi di Riace, torna con rinnovata forza. Non un semplice evento culturale, ma un viaggio che intreccia identità, fede, moda, inclusione e territorio, trasformando la Calabria in un mosaico vivo di emozioni e di storie.

A raccontarne la genesi e la visione è Liria Ingallina, responsabile strategie e progetti speciali dell’Associazione: «Siamo al secondo volume, ma io spero di realizzare una vera e propria collana, perché è un modo speciale – ispirato dal modo di essere e di amare la Calabria di Jole Santelli – di raccontare il territorio. La Calabria ha mille sfaccettature, dal Tirreno allo Ionio, dalle montagne del Nord al Parco del Pollino. L’anno scorso con i Bronzi in copertina abbiamo raccontato i paesaggi, quest’anno abbiamo scelto, in omaggio all’Anno giubilare, i luoghi dell’anima».

Luoghi dell’anima: chiese rupestri, ruderi di abbazie, santuari nascosti e spesso sconosciuti perfino agli stessi calabresi. Ambienti che custodiscono memorie secolari e che diventano scenografie di un racconto visivo interpretato da undici modelli autistici dell’associazione Modelli si Nasce, contrattualizzati come professionisti a tutti gli effetti. «Sono ragazzi che hanno compiuto un percorso importante di formazione, che sfilano in passerella, lavorano nella pubblicità, hanno talento e capacità interpretativa straordinaria. Attraverso il loro sguardo raccontano la Calabria in maniera unica. Ci è sembrata un’accoppiata vincente», sottolinea Ingallina.

Quest’anno il progetto si è arricchito ulteriormente con l’adesione di stilisti emergenti già protagonisti sulle passerelle di Milano, Parigi, Shanghai, che hanno abbracciato con generosità l’iniziativa. E soprattutto con la presenza delle opere del maestro Giuseppe Fata, icona calabrese dell’alta moda internazionale, che ha creato le sue celebri teste-sculture ispirate al sacro in linea con la collezione “Simulacrum”, pensate appositamente per i modelli e le location. «È stata una sinergia straordinaria – prosegue Ingallina – perché il progetto non solo mette in dialogo arte, cultura, sociale e promozione del territorio, ma diventa anche mostra fotografica ospitata dal Museo fino al 28 settembre. Invito tutti a visitarla: è un viaggio nelle pagine del volume e insieme un’esperienza che rende visibile e condivisibile una visione positiva della Calabria».

Un museo che non si limita a ospitare, ma diventa esso stesso protagonista. Lo conferma con decisione Fabrizio Sudano, direttore del Museo Archeologico Nazionale: «Per noi è un evento che conferma la nuova linea di apertura del Museo alle altre arti, dalla fotografia alla scultura contemporanea. Ciò che ci piace sottolineare è la comunione di intenti con l’Associazione Jole Santelli, con Liria Ingallina, con Modelli si Nasce. Tutto questo va nella stessa direzione che stiamo percorrendo: accessibilità a 360 gradi, inclusione di pubblici speciali, tra cui persone con autismo. E poi la qualità: le opere del Maestro Fata hanno bisogno di palcoscenici importanti, e quale migliore del nostro Museo? Le fotografie e le location sono eccezionali e mostrano angoli della Calabria spesso sconosciuti, che meritano di essere valorizzati».

Sudano rimarca con orgoglio la missione del MArRC: «Non potevamo dire di no a questo progetto. Già dall’anno scorso abbiamo aperto con il primo shooting, ma oggi siamo centro propulsore della mostra e della presentazione del catalogo. Il Museo è custode della Magna Grecia, della nostra identità antica, ma deve abbracciare tutta la Calabria e il suo repertorio contemporaneo di immagini, volti, sculture. È un trait d’union, una comunità di intenti che ci ha convinti a ospitare tutto questo».

Cultura con la C maiuscola, selezione rigorosa, sinergia con istituzioni e comunità: «Abbiamo un piano mostre ed eventi che punta alla qualità e che si inserisce in dialogo con Regione, Comune e Città Metropolitana. Il Museo non è più solo un luogo di conservazione dei reperti, ma un punto iconico al centro della città, un obiettivo per eventi di respiro nazionale e internazionale. La bellezza è quella di avere sempre qualcosa di nuovo, con mostre che dialogano con i Bronzi di Riace e con il nostro patrimonio unico».

Dal dialogo emerge anche uno sguardo verso il futuro. Ingallina non nasconde il desiderio di continuare: «Non posso dire nulla di più, ma incrocio le dita. Calabria è un caleidoscopio di esperienze e di bellezze, c’è tanto ancora da mostrare. Nel nostro piccolo stiamo scovando chicche da valorizzare in modo creativo, innovativo, mescolando moda, arte e sociale. Le fonti di ispirazione non mancano: speriamo di tornare già la prossima primavera con un terzo volume».

Un progetto che vive grazie anche alla forza delle comunità locali: pro loco, amministrazioni comunali, direzioni museali hanno accolto e sostenuto ogni tappa con calore e partecipazione. Un progetto che porta nel suo cuore lo spirito di Jole Santelli, la cui eredità continua a vibrare nelle attività dell’associazione. «Questo volume porta una dedica che il primo non aveva: la mancanza non è mai assenza», ricorda Ingallina. Una frase che diventa filosofia, un filo invisibile che unisce memoria e presente, mancanza e presenza, dolore e speranza.

“Calabria con i miei occhi” non è dunque una semplice mostra. È una dichiarazione d’amore per una terra complessa, fragile e meravigliosa, che continua a offrire spunti inesauribili di bellezza e spiritualità. È un atto collettivo che unisce arte e inclusione, memoria e futuro, offrendo ai visitatori un’esperienza che resta nel cuore. Fino al 28 settembre, chi entrerà nel Museo Archeologico non troverà solo i Bronzi, ma anche una Calabria svelata dai volti e dagli sguardi di ragazzi che hanno trasformato la loro diversità in forza, regalandoci una nuova lente con cui guardare al mondo.