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«L’appello deve essere respinto». Così il Consiglio di Stato si è espresso in via definitiva sulla vicenda che da tempo vede contrapposti l’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria, rappresentata e difesa dagli avvocati Giorgio Vizzari, Federico Dinelli, e i consiglieri di amministrazione dichiarati a suo tempo decaduti Ruggero De Medici e Beniamino Scarfone.
Il Consiglio di Stato si è espresso sull’appello proposto dell’UniDante per la riforma della sentenza breve del Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria, che aveva disposto l’annullamento per carenza di motivazione della decadenza di taluni componenti del C.d.A. dell’Università per Stranieri “Dante Alighieri”, in relazione a una complessa vicenda, che includeva, come detto, la revoca di De Medici e Scarfone dal C.d.A. dell’Università, dichiarata per presunta assenza ingiustificata alle riunioni.
Il Consiglio di Stato esprimendosi in questo senso ha dunque confermato la sentenza di primo grado che così «consolida l’annullamento della disposta decadenza e l’effetto conformativo che ne deriva, tenuto conto che nella stessa citata delibera di conferma della revoca l’Università ha dichiarato di mantenere “fermo l’interesse alla decisione finale, cui si conformerà”, è quello che la mera presenza delle tre assenze, benché non dipendenti da un impedimento oggettivo come una malattia, non può integrare una causa di decadenza in assenza di valutazione in concreto delle ragioni poste a fondamento delle assenze».
La Settima sezione del Consiglio di Stato ha quindi condannato l’Università alle spese del giudizio (4mila euro oltre oneri di legge) ordinando che la sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa che in soldoni significa che De Medici e Scarfone dovranno essere reintegrati, mettendo in forte dubbio tutte le delibere che dal momento della loro dichiarata revoca, sono state adottate.