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Volti impensieriti e volti sorridenti. Poi il sangue. Le mafie hanno spezzato tante, troppe vite. A noi oggi spetta il compito di ricomporle nella memoria, per non dimenticare. Un compito al quale presta la sua arte il pittore siciliano Gaetano Porcasi.
“I colori oltre le mafie” è il titolo della mostra inaugurata, grazie alla stretta sinergia tra Polizia di Stato e università Mediterranea di Reggio, nell’atrio del dipartimento Giurisprudenza, Economia e Scienze Umane dalla Cittadella universitaria. L’esposizione resterà visitabile dalle ore 8 e fino alle 20, con ingresso libero, fino a venerdì. Stamane la cerimonia istituzionale per il taglio del nastro a cura della prefetta Clara Vaccaro. Presenza, tra gli altri, il questore di Reggio Calabria, Salvatore La Rosa e il rettore della Mediterranea, Giuseppe Zimbalatti.
«Gaetano Porcasi ritrae momenti dolorosi della nostra storia, richiamando l’attenzione sui valori per affermare i quali persone coraggiose hanno sacrificato tutto. Un invito – ha commentato il rettore Giuseppe Zimbalatti – a prendere posizione contro la mafia, la ‘ndrangheta e tutte le forme criminali che infestano il nostro Paese».

Tonalità forti e tratti assai marcati: ecco come Gaetano Porcasi sceglie di imprimere sulla tela della storia collettiva le stragi di mafia, il sacrificio di uomini e donne delle Istituzioni e di altre vittime innocenti, le conseguenze nefaste della criminalità sulla società e le minacce alla democrazia, come il voto di cambio, e all’economia libera, come il riciclaggio.
«I fatti che Gaetano Porcasi ritrae sono avvenuti prima che i ragazzi di oggi venissero al mondo, motivo per il quale promuovere questa mostra ci consente di lanciare un messaggio di memoria di uomini e donne che hanno perso la vita per dare a tutti un futuro migliore. Hanno perso la vita perché non si sono piegati alla sopraffazione mafiosa. Il nostro auspicio accorato è che i giovani si affidino allo Stato e alle Istituzioni e non ad organizzazioni alternative. Da questo punto di vista – ha sottolineato il questore Salvatore La Rosa – anche la politica deve fare la sua parte affinché, accanto alla nostra attività di contrasto e prevenzione, i giovani soprattutto del Sud abbiano opportunità di lavoro sul loro territorio senza essere costretti a emigrare o a cedere ad attrattive diverse da quella legali».
Un racconto doloroso e necessario
È doloroso e necessario, dunque, il racconto umano che Gaetano Porcasi “dipinge”, ispirandosi alla storia di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Antonino Scopelliti, Rocco Chinnici, Rosario Livatino, Boris Giuliano, Ninni Cassarà, Cesare Terranova, Carlo Alberto dalla Chiesa, Emanuela Loi, Rita Atria, Lea Garofalo, don Pino Puglisi, i piccoli Giuseppe di Matteo e Claudio Domino.

«Molti ragazzi spesso mi chiedono: “Ma quando è successo tutto questo?” Noi non possiamo dimenticare e non possiamo consentire che i giovani non sappiano. È certamente una memoria dolorosa che spesso qualcuno ha ritenuto anche scomoda al punto di rendermi bersaglio della cosiddetta macchina del fango che ho voluto anche ritrarre in un quadro. Da decenni sono impegnato in questo racconto per immagini. I colori denunciano e gridano l’urgenza di un riscatto». È quanto spiega Gaetano Porcasi, noto anche per essere il pittore della “sicilitudine”, il cui tratto si mostra pregno di colori intensamente mediterranei.
Presenti tra le autorità che i parlamentari reggini Francesco Cannizzaro e Tilde Minasi.

«L’opera di Gaetano Porcasi è preziosa per tutti, soprattutto per il popolo del Sud che attraverso i suoi dipinti ha voce. C’è il dolore delle vite spezzate ma c’è anche la speranza di un sacrificio che sta a noi non vanificare. L’occasione odierna ha consentito questo incontro con l’artista che certamente coinvolgeremo in qualche iniziativa nelle nostre scuole, a Reggio e in Calabria», ha dichiarato il deputato reggino Francesco Cannizzaro.
«Questa occasione vede insieme energie positive del nostro territorio per lanciare un messaggio comune di memoria e legalità ed è anche un tributo doveroso anche alle forze dell’ordine per il lavoro quotidiano a tutela delle nostre comunità. Anche attraverso questi momenti si rafforza il fronte antimafia della società», ha dichiarato la senatrice reggina Tilde Minasi.