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Con oltre 55mila giovani alla guida di imprese agricole e allevamenti, l’Italia sta diventando leader europeo nel numero di progetti agricoli condotti da giovani. La Calabria non resta indietro alle classifiche. In questa caso infatti è una delle regioni che vuole affermarsi per qualità e peculiarità dei prodotti. In provincia di Reggio Calabria, nello specifico a Saline di Montebello Jonico, nasce l’azienda agricola ‘Ozzeni’.
L’idea di creare la Ozzeni S.S. agricola, parte dall’amicizia nata fra quattro ragazzi, Giuseppe Beldono, Giuseppe Galimi, Francesco Innelli e Salvatore Quattrone tra le aule del Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.
Grazie al loro bagaglio accademico hanno deciso di investire e puntare sulle eccellenze territoriali e sfruttare al meglio le loro capacità. Da questa idea, quattro giovani reggini hanno creato SIKO, una grappa al fico. Quattro giovani imprenditori calabresi che hanno deciso di investire nel proprio territorio. Un salto nel buio dettato da passione e coraggio, ma anche un rischio imprenditoriale calcolato e fondato su impegno e costanza.
«Ci rivediamo nella pianta del fico – dice Giuseppe – perchè così come questo meraviglioso dono della natura, determinato a crescere anche se in territori aspri, persino sulla roccia, così siamo noi. Lavoriamo anche per contribuire all’espressione di un territorio che ha potenzialità incredibili per produttività, storia e paesaggio».

Il fico, conosciuto dai latini come il Ficus Carica oggi ‘dottato’, o ‘ottato’ è un frutto molto apprezzato già presente negli scritti di Plinio il Vecchio.
Approdato in Calabria a bordo di navi mercantili fenicie, coltivato secondo antiche tradizioni magno-greche, baciato dal sole e lambito da fresche brezze marine, oggi il fico, dolce frutto sacro a Dioniso, dall’idea sviluppata dall’azienda Ozzeni, sposa il carattere ruvido e deciso della grappa.
Da dove nasce il nome?
«Il nome deriva dal greco antico e significa fico. Riteniamo che il prodotto sia altamente identitario e rappresentativo del territorio dell’area grecanica. Un territorio aspro, secco, ma capace di regalare paesaggi e scorci suggestivi, quasi dolci e ammalianti. Sorseggiandola si è colpiti dall’aroma deciso e aspro della grappa, per scoprire subito dopo il dolce e zuccherino sapore del fico. Con questo nome abbiamo voluto celebrare e dare risalto all’identità, alla storia, al clima e alla conformazione fisica propri dell’area grecanica».
Come viene lavorato il fico?
«La grappa si ottiene amalgamando lentamente fichi e acquavite di vinaccia, estratta in gran parte da vitigni di nerello calabrese e lasciata maturare in tini d’acciaio per un periodo che varia da 90 a 180 giorni fino a raggiungere il grado di sapore, olfattivo e visivo desiderato».
«Una volta raccolti e lasciati riposare per un breve periodo, si incorporano lentamente, nel corso di 30/40 giorni, alla grappa già matura, al fine di ottenere un estratto denso e omogeneo.
I fichi vengono accuratamente selezionati, privilegiando quelli prodotti nel mese di luglio. I giorni di raccolta si determinano sulla base di particolari condizioni climatiche, che tengono conto della temperatura e dell’umidità».
«Il composto ricavato si dosa con ulteriore grappa fino a raggiungere un perfetto equilibrio di gusto e un’adeguata corposità. Il prodotto, infine, si lascia decantare alcuni giorni prima di procedere alla fase di imbottigliamento».
Come si presenta?
La grappa dunque, si presenta di colore giallo oro antico di ottima consistenza. Al naso è docile e voluttuoso con evidenti note di fichi essiccati, frutta secca, noci, miele di acacia, sfumature di spezie dolci. La bocca è calda, avvolgente, equilibrata. Ritornano i profumi di fichi secchi e datteri disidratati. La nota alcolica al naso è moderata e piacevole. L’alcol è presente ma ben mitigato da una buona acidità che rinfresca la bocca e la rende avvincente.
«Siamo un’azienda giovane, abbiamo tanto da imparare e da lavorare, e per migliorarci sempre più, abbiamo deciso di vivere la terra e l’agricoltura in prima persona. Perseguiamo giorno dopo giorno un miglioramento aziendale continuo. Crediamo fermamente in una forma di agricoltura sociale oltre che produttiva, fortemente legata al territorio e identitaria, da qui la scelta di colture tipicamente meridionali e calabresi».

