Tutti gli articoli di Società
PHOTO
Con il rigetto da parte della Seconda sezione civile del Tribunale, del reclamo presentato dall’Associazione Dante Alighieri di Reggio Calabria (già Comitato reggino della Società Dante Alighieri) si potrebbe dichiarare chiusa la querelle, su chi ha diritto a stare dove sta, nell’ambito della governance dell’Università per stranieri Dante Alighieri di Reggio. Ma per quanto netta la decisione della Camera di consiglio (Antonella Stilo presidente, Lucia Delfino e Angela Giunta, giudici) che scioglie la riserva assunta lo scorso aprile, bisognerà aspettare ancora qualche mese o forse settimana per mettere una parola definitiva sulla questione con la pronuncia del Tribunale civile o in ultimo del Consiglio di Stato che sul giudizio amministrativo potrebbe esprimersi a settembre prossimo.
Con il ricorso ex art. 700, l’Associazione Dante Alighieri di Reggio Calabria – già Società Dante Alighieri Comitato di Reggio Calabria – ha chiesto, in via preliminare, la dichiarazione di nullità delle delibere assembleari del Consorzio per l’Università per Stranieri Dante Alighieri del 6 e 26/06/2024, nonché di tutte le delibere successive, per vizi di forma e di contenuto; in via subordinata, l’accertamento dell’illegittimità delle medesime delibere, nonché di tutte le delibere successive; contestualmente, l’accertamento della qualità di socio del Consorzio rivestita dal Comitato Locale, indipendentemente dalla risoluzione del contratto di affiliazione con la Società Dante Alighieri nazionale.
I giudici hanno dichiarato come la ricorrente «Associazione Dante Alighieri di Reggio Calabria partecipava all’attività consortile in qualità di rappresentante della Società Dante Alighieri di Roma, atteso che solo in tale qualità ne ha contribuito alla fondazione», ribadendo in sostanza «l’assenza di autonomia giuridica del Comitato locale rispetto alla Società romana all’epoca della stipula, della quale il primo integrava una mera articolazione territoriale della seconda».
Nel dispositivo si evidenzia che nell’atto notarile costitutivo è chiaramente esplicitato quanto segue: «Il Comune di Reggio Calabria, l’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria, la Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Calabria e la Società “Dante Alighieri” di Roma, rappresentati come sopra, con il presente atto convengono e stipulano quanto segue: fra i suddetti Enti viene costituito un Consorzio sotto la denominazione “Consorzio per l’Universita’ per Stranieri – Dante Alighieri”. Dunque gli enti consorziati sono: 1) Il Comune; 2) l’Amministrazione Provinciale; 3) la Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura; 4) la Società “Dante Alighieri” (“di Roma” è, persino, specificato nell’atto costitutivo)».
Il che significa anche che «la qualità di consorziato in capo al reclamante non può farsi discendere neppure dagli atti costitutivi dell’Università per Stranieri Dante Alighieri o, quand’anche rivestito, dal supposto ruolo autonomo assunto dal Comitato locale in seno alla governance».
Proprio per questo, «non rivestendo la qualità di socio e non essendo titolare della quota consortile, l’Associazione Dante Alighieri di Reggio Calabria – già Società Dante Alighieri Comitato di Reggio Calabria non è legittimata ad impugnare le delibere consortili, da ciò restando assorbite le ulteriori questioni poste in tema di decadenza dell’azione e annullabilità o nullità delle medesime delibere».
Per capire cosa succederà adesso, non ci vuole la sfera di cristallo. Piuttosto sono i tempi a dettare le prossime mosse. Di certo c’è che a riattivare il Consorzio ci ha pensato il sindaco Giuseppe Falcomatà al momento del rientro dalla sospensione, con la costituzione di un nuovo Comitato presieduto da Giuseppe Bova, che nella prima sua seduta ha preso atto della non affiliazione del precedente Comitato presieduto invece dall’avvocato Pirilli che ha portato la questione davanti ai giudici amministrativi.
Il nuovo Cda, che deve essere composto da 11 persone, al momento ne conta soltanto otto, nominati dal nuovo Consorzio: Falcomatà, Brunetti, Bova, Basilicata (presidente ed ex dirigente generale di Roma 3), Quattrone, Carbone e Tripodi. A questi devono aggiungersi il Rettore e due rappresentanti nominati dallo stesso tra il corpo docente. E tuttavia questo Cda non sta ancora operando, proprio per via del ricorso ex art. 700 proposto, ma riferiscono fonti accreditate, si riunirà nei prossimi giorni.