«L’intensa attività svolta durante questa stagione estiva, culminata con le feste mariane rientra nella costruzione di un percorso che punta a porre le nostre tradizioni come una costante nella programmazione e saldo riferimento per scrivere il futuro della nostra terra. I nostri luoghi sono stati e sono crocevia di popoli, etnie, culture, religioni diverse.

Noi intendiamo tradurre questa ricchezza in elemento qualificante all’interno del percorso che abbiamo intrapreso per candidare Reggio Calabria a Capitale della Cultura 2027. Abbiamo già coordinato due riunioni. Entro la fine del mese siamo tenuti a presentare ufficialmente la nostra candidatura. Ci proponiamo di continuare a lavorare per allargare la piattaforma di partner e associazioni con le quali confrontarci e collaborare, aprendo il tavolo di discussione anche ad altri soggetti, altre istituzioni e altre associazioni che non avevano partecipato ai primi due incontri. La candidatura di Reggio Calabria dovrà essere pienamente rappresentativa di tutto il territorio. La sfida è entusiasmante».

Questo il punto del sindaco Giuseppe Falcomatà sull’iter in corso per la presentazione della candidatura di Reggio Calabria a Capitale della Cultura 2027. Già inoltrata la manifestazione di interesse. Con Reggio anche altre tre realtà calabresi, i comuni di Aiello e Morano Calabro nel cosentino e di Taverna nel catanzarese. Finora la Calabria non ha mai avuto una sua città designata con tale titolo. 

La proposta di questa candidatura fa il paio con questi mesi di intensa programmazione della stagione estiva che ormai volge al termine. Un’estate reggina scandita da festival e rassegne, in cui si è sperimentato anche l’accesso a fondi comunitari finalizzati alla valorizzazione di percorsi culturali in chiave non solo turistica.

Significative le opportunità colte per animare il territorio e dunque puntare sulla sua ricca e declamata dimensione culturale che lo stesso livello comunitario propone come strumento di sviluppo e rigenerazione del territorio.

Una sfida che porterebbe, unitamente al milione di euro di contributo statale, anche lustro e prestigio a Reggio Calabria, conferendole un grande richiamo di livello internazionale in linea con il rilancio dell’aeroporto Tito Minniti e delle nuove rotte Ryanair (quelle già attivate e quelle promesse).

Ogni sfida che apre ad altre sfide

Come ogni sfida, anche questa riserva altri banchi di prova sui quali misurare limiti e punti di forza, superando i primi e alimentando i secondi. Tra i banchi di prova, il livello dei servizi, gli standard di vivibilità testati ogni giorno dalla cittadinanza e che poi sono anche quelli riservati ai turisti. Su questo c’è ancora molto da lavorare ma nuove e sfidanti avventure, come quella della Capitale della Cultura 2027, possono senza dubbio fungere da stimolo per una crescita più complessiva alla quale Reggio Calabria deve certamente ambire.

Intanto si lavora al dossier che dovrà essere consegnato entro il 26 settembre. La parola chiave è coinvolgimento.

La rete dei luoghi dell’identità culturale

«Le due riunioni già svoltesi – dichiara il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà – hanno iniziato a tracciare un percorso incentrato sulla collaborazione tra istituzioni e realtà associative, sulla messa in rete di musei, monumenti, luoghi di interesse culturale, simboli identitari della comunità, spazi e beni comuni in cui realizzare incontri ed eventi. La cultura è da intendersi anche in senso enogastronomico. Da valorizzare inoltre il complesso dei Festival già realizzati, gli eventi storicizzati e la collaborazione con altri Enti, ai quali si affiancherà un programma ad hoc che terrà conto delle specificità e delle tante eccellenze territoriali.

Stiamo cogliendo la possibilità che l’Unione Europea, meno rigida e aperta all’idea di recupero, rigenerazione, sicurezza di un luogo possibile anche attraverso la cultura, ci offre. Nella programmazione 21-27 del Pn Metro Plus e Città medie Sud – sottolinea il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà – abbiamo, infatti, anche inserito il Distretto culturale che prevede azioni strutturali, come intervento sul teatro Cilea, e azioni immateriali, come Festival.

Una opportunità che mettiamo a frutto nel segno di una programmazione culturale che vada oltre il ciclo politico, delineando una prospettiva nuova per questa città. Una prospettiva che si nutra di Mediterraneo, inteso come luogo di solidarietà, accoglienza e pace. La programmazione culturale non è un esercizio fine a sé stesso. Questa nostra attività, dunque, contribuisce ad alimentare un’idea una rete culturale che riguarda il nostro patrimonio storico, artistico, archeologico che abbracci la musica, l’arte, lo spettacolo, il teatro, dunque la cultura a 360 gradi.  

La nostra visione articolata di proposta culturale – spiega ancora il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà – potrà così radicarsi e ramificarsi per divenire un tratto distintivo della nostra comunità. Dunque Reggio Calabria merita di essere tra le venti candidate a capitale della Cultura 2027 e di concorrere a questo riconoscimento. Ci attendono momenti di concertazione e dialogo fra tutte le realtà che fanno cultura sul nostro territorio per proporre un programma che ci distingua e che ci rappresenti adeguatamente».

La proposta degli Amici del Museo

Manifesta la sua piena disponibilità a collaborare l’associazione Amici del Museo. «Crediamo – dichiara in una nota il presidente Francesco Arillotta – che sia fondamentale coinvolgere innanzitutto le maggiori Istituzioni culturali cittadine, a cominciare dall’università Mediterranea, per esempio, con i suoi dipartimenti di Agraria per “Il bergamotto di Reggio Calabria”, di Architettura per “Il liberty di Reggio Calabria”. Immancabile, in questo percorso, il coinvolgimento del Conservatorio Musicale Francesco Cilea e dell’Accademia di Belle Arti. Immaginiamo eventi di richiamo internazionale con al centro le opere di Antonello da Messina e le cento opere d’arte su San Giorgio. E ancora “Le colonne lignee medievali di Terreti”, conservate al Victoria and Albert Museum di Londra, “Il volume originale del ‘Commento al Pentateuco”, custodito presso la Biblioteca Palatina di Parma, “La lapide reggina del culto ad Apollo, Diana e Vesta”, giacente al British Museum di Londra.

La Stazione Sperimentale delle essenze potrebbe promuovere un convegno su “Erbe aromatiche e piante officinali: la biodiversità reggina” e la Società Ponte dello Stretto potrebbe approfondire, con un convegno e una mostra, “La Storia dell’attraversamento dello Stretto di Messina”.

Fondamentale la continua fruibilità dei grandi percorsi turistico-culturali della Città Metropolitana: i musei (20, fra statali e non) e le aree archeologiche (15), i nostri luoghi religiosi storici (da Polsi a San Fantino, dalla cattedrale di Gerace all’Eremo della Consolazione), i castelli (da Bagnara a Monasterace, da Scilla a Reggio Calabria), e le torri (da Torre Galea alla Torre di Donna Canfora, da Torre Cavallo a Torre San Fili). E si tratta solo di alcune tracce esemplificative di ciò che la città può offrire». Così conclude il presidente dell’associazione Amici del Museo, Francesco Arillotta.

Il bando e le 20 potenziali candidature

Il ministero della Cultura ha pubblicato il consueto bando lo scorso aprile e lo scorso luglio sono state formalizzate le 20 manifestazione di interesse.

Acerra (provincia di Napoli, Campania); Aiello Calabro (provincia di Cosenza, Calabria); Alberobello (provincia di Bari, Puglia); Aliano (provincia di Matera, Basilicata); Brindisi (Puglia); Caiazzo (provincia di Caserta, Campania); Fiesole (provincia di Firenze, Toscana); Gallipoli (provincia di Lecce, Puglia); La Spezia (Liguria); Loreto Aprutino (provincia di Pescara, Abruzzo); Massa (provincia di Massa-Carrara, Toscana);

Mazzarino (provincia di Caltanissetta, Sicilia); Morano Calabro (provincia di Cosenza, Calabria); Pompei (provincia di Napoli, Campania); Pordenone (Friuli Venezia Giulia); Reggio Calabria (Calabria); Santa Maria Capua Vetere (provincia di Caserta, Campania); Sant’Andrea di Conza (provincia di Avellino, Campania); Savona (Liguria); Taverna (provincia di Catanzaro, Calabria).

L’iter

Entro il prossimo 26 settembre dovrà essere inviato il dossier contenente il progetto culturale della durata di un anno, inclusivo del cronoprogramma e delle singole attività previste. Dovrà essere indicato l’organo incaricato dell’elaborazione e della promozione del progetto, della sua attuazione e del monitoraggio dei risultati, con l’individuazione di un’apposita figura responsabile, la valutazione di sostenibilità economico-finanziaria del progetto culturale proposto e gli obiettivi perseguiti.

Le candidature saranno valutate da una Giuria che selezionerà, tra queste venti candidate, le dieci città finaliste, entro il 12 dicembre 2024. A seguito di audizioni pubbliche, che si svolgeranno entro il 12 marzo 2025, la procedura di valutazione si concluderà entro il 28 marzo 2025. Entro quella data la Giuria, con opportuna motivazione, raccomanderà al Ministro della cultura, la candidatura del Comune, della Città metropolitana o dell’Unione di Comuni ritenuta più idonea a essere insignita del titolo di Capitale italiana della cultura per l’anno 2027. Su proposta dello stesso Ministro della Cultura, il titolo di Capitale italiana della cultura per l’anno 2027 sarà successivamente conferito dal Consiglio dei Ministri con propria delibera.

La città vincitrice, grazie anche al contributo statale di un milione di euro, potrà realizzare le attività progettate nel dossier e rilanciare il proprio territorio attraverso la cultura.

La storia del riconoscimento

Le Capitali europee della cultura (in inglese European Capitals of Culture, ECOC) e la Capitale italiana della cultura sono iniziative volte allo sviluppo delle città tramite la valorizzazione del patrimonio culturale e la promozione della cultura.

Le Capitali europee della cultura, gestite dalla Commissione europea, sono state lanciate nel 1985 dall’allora Consiglio dei ministri europei, oggi dell’Unione europea. Il titolo, da allora al 2021, è stato attribuito a più di 65 città in tutta Europa. Le città italiane insignite fino ad ora sono state Firenze (1986), Bologna (2000), Genova (2004), Matera (2019), Gorizia con Nova Gorica (2025).

La Capitale italiana della cultura è stata istituita, invece, nel 2014. Ad oggi, hanno ricevuto il riconoscimento: Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena (2015), Mantova (2016), Pistoia (2017), Palermo (2018), Parma (2020-21), Procida (2022), Bergamo-Brescia (2023), Pesaro (2024), Agrigento (2025), L’Aquila (2026).