mercoledì,Maggio 21 2025

“Scuola libera tutt3”, l’Arcigay I due Mari di Reggio: «L’educazione all’affettività forma generazioni consapevoli e serene» – VIDEO

In piazza Italia il sit-in contro la risoluzione del deputato leghista Sasso volta a ostacolare l’introduzione di questo insegnamento. La principale associazione Lgbti italiana e la rete Tocca a noi dissentono e presentano un manifesto politico

“Scuola libera tutt3”, l’Arcigay I due Mari di Reggio: «L’educazione all’affettività forma generazioni consapevoli e serene» – VIDEO

«Tacciati di essere promotori di un’ideologia gender inesistente e di altre dicerie – dichiara Alice Malavenda, componente del direttivo Arcigay I due mari di Reggio Calabria – noi abbiamo a cuore, invece, il benessere e la libertà di tutti. Per questo l’introduzione dell’educazione affettiva e sessuale nelle scuole sarebbe solo il primo passo verso la maturazione di generazioni più serene, consapevoli e in grado di vivere sessualità e affettività avendo come unico riferimento quel consenso che nasce solo dalla conoscenza». Scende in piazza anche a Reggio l’Arcigay che, a livello nazionale, unitamente alla rete Tocca a noi, ha promosso per la giornata odierna il sit-in “Scuola libera tutt3”. L’iniziativa è nata per manifestare il dissenso contro la risoluzione, di cui primo firmatario è il deputato in quota Lega Rossano Sasso, approvata nelle scorse settimane a maggioranza dalla commissione Cultura della Camera e finalizzata a ostacolare l’introduzione dell’educazione sessuale e affettiva come materia di insegnamento nelle scuole.

Una approvazione definita da Arcigay e Tocca a noi come «l’anticamera di una legge anti Lgbtqia già introdotta dal conservatore statunitense in Florida, Ron de Santis, e dal sodale Orban in Ungheria».

L’Arcigay I Due mari di Reggio ha promosso un momento di riflessione in piazza Italia, in occasione di uno dei due sit-in promossi in Calabria, dove ha risposto alla mobilitazione anche l’arcigay di Cosenza. Sono state in tutto 47 le città che hanno aderito. In riva allo Stretto hanno aderito, tra gli altri, Agedo, Non Una di meno, Udi, Anpi, circolo ReggioSud, sezione reggina Rosa Luxemburg di Sinistra Italiana.

Un’occasione per presentare il manifesto politico che richiama proposte da discutere e da concretizzare. Un’occasione per l’Arcigay in cui ribadire che non esiste una ideologia gender ma esiste invece l’urgenza di parlare anche e soprattutto a scuola di affettività e sessualità, di destrutturare dei tabù che pregiudicano una crescita serena e consapevole, di prevenire atti di bullismo, di body shaming e discriminazione e violenze tra i banchi scuola e, dopo, nel mondo adulto. Un percorso in grado di generare salute. Un impegno che si innesta nel cammino ancora lungo verso una società autenticamente libera e inclusiva.

L’educazione affettiva per prevenire violenze e discriminazioni


«Con le stesse parole della presidente del consiglio Giorgia Meloni – afferma Michela Calabrò, presidente di Arcigay I due Mari di Reggio Calabria – dichiaro di non sapere cosa sia l’ideologia gender che oggi si contesta. In questo clima di confusione occorre fare chiarezza e capire a cosa dedicate tempo ed energie. Arcigay e Tocca a noi avanzano pertanto delle proposte per rispondere a esigenze invece tangibili della società. Esigenze rispetto alle quali la scuola, sede deputata all’educazione e alla conoscenza, deve dare delle risposte.

Noi ribadiamo la necessità di una scuola libera e laica, una scuola dove le studentesse e gli studenti possano sentirsi liberi di esprimersi una scuola che metta al centro le persone.

Noi siamo accanto alla comunità scolastica sana e positiva che si assume la responsabilità di educare alla libertà e alla consapevolezza. L’educazione affettiva e sessuale deve essere affidata a personale adeguatamente formato e non improvvisato. Deve, dunque, assurgere a materia da insegnare a tutti gli effetti e in tutte le scuole. Una decisione che consentirà anche di prevenire discriminazioni e violenze sempre più gravi e diffuse». Così Michela Calabrò, presidente di Arcigay I due Mari di Reggio Calabria.

L’Arcigay nelle scuole reggine: passi piccoli ma importanti

«Purtroppo credo si cerchi di rimanere fermi al tempo in cui tutto era tabù. Oggi, invece, i ragazzi hanno bisogno di sdoganare alcuni concetti e di conoscerli, di viverli e di esplorarli. Noi continueremo a sensibilizzare in questa direzione, intervenendo nelle scuole per creare spazi sicuri di confronto e informazione ed eventi mirati affinché ci siano formazione e divulgazione di informazioni. Abbiamo e avremo ancora l’opportunità di parlare nelle scuole di ogni ordine e grado, come avvenuto di recente in occasione dell’evento Civitas 2024. Sono tanti piccoli ma importantissimi passi che ci impegniamo a continuare a compiere in maniera sempre più costante». Così dichiara Alice Malavenda, componente del direttivo Arcigay I due mari di Reggio Calabria.

Educazione è salute

«Noi giovani abbiamo bisogno proprio di qualcuno che ci aiuti e soprattutto di qualcuno che sappia quello che dice. A scuola, oggi, spesso sono insegnanti di italiano a introdurre questi temi. Non tutti hanno la fortuna di potere parlare liberamente in famiglia, dunque la scuola deve offrire percorsi qualificati e mirati. Credo sia fondamentale anche in chiave preventiva. Con l’educazione sessuale non si scherza. La mancanza di adeguata informazione può generare conseguenze molto serie anche sulla salute. Dunque la scuola ha un ruolo essenziale», così lo studente universitario Demetrio Polimeno, già rappresentante di istituto presso il liceo artistico Preti Frangipane di Reggio Calabria.

Percorsi educativi regolari

«La scuola deve essere libera e deve dare la possibilità a tutti e a tutte di esprimersi e di esprimere la propria sessualità, il proprio pensiero. Purtroppo, invece, non sono attivi oggi nelle scuole dei corsi specifici che educhino i ragazzi e le ragazze al senso dell’amore, dell’affettività, della sessualità. Dunque questa educazione non è regolare. Questo – dichiara la docente reggina Sabrina Vecchio Ruggeri – è un danno perché non insegnando a vivere la propria dimensione affettiva e sessuale in modo sereno e consapevole, si continuano a mantenere le condizioni per una società in cui la violenza di genere e il patriarcato siano diffusi come oggi è.

Da docente cerco di fare informazione ma dovrebbero essere tutti i dirigenti a innescare all’interno delle scuole dei corsi specifici, inserendoli nel percorso curriculare con il coinvolgimento di professionisti, psicologi e sessuologi in grado di dare risposte ai ragazzi che manifestano curiosità e che disconoscono, rischiando così di cadere in errore. Ai ragazzi che invece hanno diritto a conoscere, a capire quanto accade dentro di loro e fuori», così la docente reggina Sabrina Vecchio Ruggeri.

Il manifesto politico per una scuola che parli di salute affettiva e sessuale


Ecco le richieste formulate nel manifesto politico presentato a livello nazionale da Arcigay e Tocca a noi nelle città di tutta Italia, in occasione dell‘odierno sit-in per una “Scuola libera tutt3”.

«La necessità di introdurre nel piano dell’offerta formativa della scuola un’adeguata e costante presenza di percorsi di educazione sessuale e affettiva è urgente e crediamo che debba comprendere una serie di punti da cui non si può prescindere:

percorso educativo che tratti: educazione sessuale, educazione mestruale, educazione all’affettività, al consenso e al piacere nei rapporti tra le persone, educazione sentimentale e gestione delle relazioni, identità di genere, orientamento sessuale, discriminazioni, razzismo, omofobia, misoginia, transfobia, ruolo dei consultori, informazioni sui percorsi di affermazione di genere, rapporti sessuali non protetti, anticoncezionali femminili e maschili, infezioni sessualmente trasmissibili, accesso all’aborto, supporto psicologico nei casi di violenza, numeri utili (1522);

percorso educativo che copra tutti i gradi delle scuole, declinato in base all’età deӡ Studentӡ;

percorso educativo che formi al piacere e al consenso, eliminando i tabù e rendendo l’esperienza sessuale qualcosa che vada oltre al semplice atto riproduttivo ma che si basi, appunto, sul consenso e sul piacere di tuttӡ coloro che vivono quel momento;

approfondimento sul tema del consenso in relazione ai rapporti affettivi e sessuali tra persone e all’accessibilità dei corpi e della sfera intima altrui, tanto dal punto di vista psicologico e sociale, quanto dal punto di vista legale e giurisprudenziale;

educazione sessuale e sentimentale svolta da parte di figure specializzate (esterne o interne, purché adeguatamente formate); Personale medico formato e non obiettore, per quanto riguarda le questioni di carattere scientifico e riproduttivo;

distribuzione di assorbenti nelle scuole e negli spazi pubblici;

tavolo aperto con associazioni ed enti del sistema sanitario per l’aggiornamento dei percorsi educativi».

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