Diritto alla salute ad Arghillà, Mourad Boudhil: «Ci siamo per spiegare come stare meglio. Un percorso necessario che richiede perseveranza» – VIDEO
La testimonianza del coordinatore territoriale dell'organizzazione Medici del mondo impegnata sul fronte della prevenzione sanitaria nel territorio difficile della periferia di Reggio. Qui da tempo è attivo anche il polo di prossimità Ace. L'ostetrica e la pediatra volontarie: «Tante mamme molto giovani e piccoli per i quali non ci si rivolge, pur avendolo, al medico di base»

Il pomeriggio è tiepido. Tre giovanissime mamme con i loro piccoli molto vivaci sostano accanto a una panchina. Il maschietto cammina appena. Forse sono lì, quelle giovani madri, come ogni pomeriggio di ogni giornata. Ridono, scherzano, trascorrono così il tempo mentre il loro marito o compagno è in carcere. Anche loro parlano del comparto 6 e ritengono una ingiustizia che le persone che vivono lì da anni debbano essere mandate via in forza dell’ordinanza di sgombero del Comune. «Non è giusto che li caccino. Se non abbiamo diritto a stare qui, ci diano le chiavi di un’altra casa», dice una giovane madre che non vive nel comparto 6 ma che conosce la situazione degli alloggi popolari del quartiere di Arghillà periferia nord di Reggio Calabria in cui vive da tempo.
Nessuna di queste giovani madri lavora ma il loro è uno spirito battagliero. Non si abbattono e mordono la vita con un’allegria quasi amara. Sorridono. Sempre. Ma sono anche arrabbiate. Si aspettano tutto dalle Istituzioni dalle quali forse finora hanno solo preteso, seppure vivendo una vita certamente non facile. Amano i loro figli e se ne prendono cura. Eppure la salute, qui, appare un valore e un diritto perennemente in bilico. E non è l’unico.
Si avvicina una pediatra che ha appena finito il suo servizio di volontariato nel polo sanitario di prossimità Ace. Una di loro, sentito che si tratta di una dottoressa, si avvicina a sua volta con il suo piccolo. Le chiede di guardare i denti del suo bambino perché è preoccupata. È preoccupata ma raggiungere un pediatra è complicato come anche sbrigare tutte le pratiche burocratiche per averne uno. Una condizione di difficoltà di accesso ai servizi essenziali che poi si trascina anche oltre, arrivando, con la crescita, a compromettere altri diritti come quello all’istruzione.
La salute come percorso di comunità
Sul fronte sanitario, il polo di prossimità di Medicina solidale Ace è attivo da anni con una serie di servizi erogati da medici volontari che dedicano del tempo a prestare cure in questa zona dove il grado di fragilità ed emarginazione è altissimo e dove parlare dei riflessi sulla salute delle critiche condizioni igienico-sanitaria e di prevenzione è necessario e richiede pazienza e perseveranza. Accanto al polo Ace, dal 2022 operano nel quartiere complesso e particolarmente fragile di Arghillà anche Medici del Mondo, un’organizzazione internazionale impegnata a garantire assistenza sanitaria alle persone che vivono in condizioni di vulnerabilità. Con la clinica mobile sono settimanalmente presenti ogni martedì pomeriggio, ogni venerdì mattina. Il giovedì sono previsti degli incontri.
La clinica mobile di Medici del mondo
«In questo territorio ci sono molteplici fragilità. Sono tante le difficoltà che vivono le persone. Noi vogliamo partire dalla resilienza, dalla forza che hanno queste persone di cambiare le cose. Dobbiamo farci forza insieme, collaborare con tutte le associazioni attive su questo territorio e con le persone che vivono qui. Loro devono essere al centro. Noi sperimentiamo, con pazienza, che quando incontrano persone accoglienti che hanno voglia di trascorrere del tempo per ascoltare e per spiegare bene quali siano i servizi disponibili, gratuiti, vicini oppure servizi che possono diventare accessibili seguendo determinati percorsi. Alla fine le persone vogliono curarsi, vogliono stare meglio. Nessuno vuole stare male. Noi cerchiamo di collegare la popolazione di servizi già esistenti, dare strumenti per essere responsabili della loro salute e stare meglio». Questa la testimonianza di Mourad Boudhil, coordinatore territoriale di Medici Del Mondo Italia a Reggio Calabria. L’organizzazione opera dal 2016 nell’ambito del progetto “Persone in movimento” prestando attività in occasione degli sbarchi al porto e nei centri di primissima accoglienza di Reggio. Nel reggino siamo presenti anche a San Ferdinando nel villaggio Dambe So.
La prima fiera della Salute con Laura Formenti
Medici del mondo ha promosso di recente la prima Fiera della Salute proprio ad Arghillà. Visite senologiche, ecografie mammarie, sensibilizzazione sui rischi da infezioni sessualmente trasmissibili, screening citologico per la prevenzione del tumore del collo dell’utero, screening per la prevenzione del tumore del colon retto, ipertensione, diabete e obesità, visite pediatriche, educazione alla sana alimentazione: sono state queste alcune delle attività previste. È stata presente anche l’attrice comica e ambasciatrice dell’organizzazione, Laura Formenti.
«L’essere umano è l’unico animale che ride consapevolmente. La comicità è un linguaggio davvero universale e coinvolgente. È veramente uno strumento incredibile che consente di parlare anche di questioni complesse, divisive. Attraverso una risata si può davvero parlare di temi molto seri. Ne sono sempre stata convinta», ha commentato l‘attrice comica Laura Formenti.
La salute delle donne e dei bambini
Medici del Mondo, dunque, nel quartiere si aggiunge al polo di Medicina solidale Ace dove prestano attività medici volontari. Tra loro, da circa tre anni, c’è l’ostetrica Angela Suni: «Lavoro presso il consultorio di Gebbione a Reggio e collaboro con Medici del Mondo per eseguire, in sinergia con l’Asp reggina, i prelievi funzionali agli screening. Spesso, qui, le donne sono invisibili, in quanto non raggiungibili per posta o per sms. Dunque la nostra presenza consente di fare prevenzione. Incontriamo donne trascurate dal punto di vista sanitario che vanno dunque supportate. Incontriamo madri già a 16 anni che hanno già abbandonato la scuola e che necessitano di essere seguite. Spesso sono accompagnate dalle nonne. Non sono propense a venire se non spinte a farlo. C’è ancora molto da fare per sensibilizzare le donne a prendersi cura di sè. Possiamo dire che le donne che vengono poi si sentono accolte e supportate e tornano. Ma occorre che siano di più ad avere fiducia».
Ed ecco, infine, la testimonianza della pediatra Giuseppina Timpani (anche volontaria con Nati per leggere nel quartiere) che incontra, con madri sempre giovanissime, ancora pochi bambini purtroppo. Segno, questo, della necessità di potenziare la consapevolezza dei servizi e della necessità di prevenire.
«A volte non lo hanno ma spesso, pur avendolo, non lo frequentano. Così i bambini che si rivolgono a noi spesso non sono seguiti in modo costante. Per questo pensavamo che il contributo di pediatri volontari potesse incidere sulla consapevolezza della necessità di curarsi e di fare prevenzione. Siamo tre pediatre a prestare servizio volontario ma le mamme che portano i bambini al polo sono ancora pochi e con mamme giovanissime. Non ci abbattiamo anche perché tocchiamo con mano la necessità di promuovere fiducia e consapevolezza. Qui non c’è l’attitudine ai controlli periodici. Si scappa in ospedale per qualunque sciocchezza senza eseguire dei controlli regolari che assicurino un benessere continuo.
Tra le problematiche che riscontro sono la cura deficitaria dei denti, molta carie. C’è anche molta obesità. Magari adesso la creazione di questa nuova sede che condivideremo con tutte le associazioni potrà essere un punto di incontro con le famiglie per creare un senso più forte di comunità. Noi ci sentiamo comunità ma dobbiamo lavorare ancora molto. Io seguo bimbi piccoli più bambini. Cerco di fare prevenzione in questo senso finché è possibile e sono ottimista. Speriamo, dunque, che ci sia un’affluenza maggiore in futuro».