Tiene banco la questione dell’Autorità unica regionale per la gestione dei rifiuti. E intanto il territorio metropolitano di Reggio Calabria resta ancora impantanato nella perdurante assenza di impianti in cui concludere il ciclo dello smaltimento dei rifiuti. Gli scarti di lavorazione, infatti, da tempo ormai esportati fuori regione.

Una criticità sulla quale la Città metropolitana afferma di avere fatto quanto poteva. È stato ribadito anche in occasione della recente conferenza stampa a palazzo Alvaro. La situazione resta, in ogni caso, pressocché ferma: impianto di Melicuccà sottoposto a iter di bonifica e a monitoraggio costante e utilizzato da Metrocity come sito di solo stoccaggio temporaneo; la discarica di Motta San Giovanni ancora solo su carta e non messa a bando; l’impianto della Locride né progettata né finanziato.

L’impianto di Melicuccà

«Il nostro agire in merito al sito di Melicuccà, in cui ricadono sia la vecchia che la nuova vasca, ha sempre come obiettivo la garanzia di sicurezza. Sul futuro utilizzo di quel sito – ha spiegato ancora il consigliere metropolitano con delega ai Rifiuti, Salvatore Fuda – si pronuncerà sempre e solo la scienza. Per questo stiamo svolgendo tutte le analisi e abbiamo affidato ad Arpacal un monitoraggio costante, proprio con riferimento alla vicina sorgente Vina. Un monitoraggio che sarà continuo e che, in particolare, dopo tutto il prossimo anno, seguendo l’intera stagione pluviometrica, ci darà l’esito positivo o negativo circa l’utilizzo come discarica finale dell’impianto. Sarà, dunque, l’Arpacal a dirci se lì potrà non potrà sorgere, ferma restando la bonifica, l’impianto di lavorazione degli scarti finali. Intanto Arpacal ci ha detto che avremmo potuto utilizzare la nuova vasca come sito di stoccaggio temporaneo e noi lo abbiamo fatto. Oggi, lì giacciono, infatti, in una situazione di assoluta sicurezza, scarti di lavorazione imballati», ha spiegato ancora il consigliere metropolitano con delega ai Rifiuti, Salvatore Fuda.

Era stato proprio il sindaco metropolitano ff Carmelo Versace, l’estate scorso, a pochi mesi dalla legge regionale che già istituiva la multiutility, ad adottare l’ordinanza proprio per evitare ulteriori emergenze.

Gli impianti di Motta San Giovanni e della Locride

Questo per quanto concerne l’impianto di Melicuccà. Ancora in attesa del bando per la discarica di Motta San Giovanni, la cui procedura è stata sempre in capo alla Regione. Completa il quadro, rispetto ai tre ecodistretti della Città metropolitana, l’impianto della Locride finora mai neppure finanziato. Rispetto a esso, Metrocity ha concertato con i sindaci un elenco di possibili siti. Ma l’iter si è fermato qui.

«Abbiamo trovato una convergenza sulla necessità di un impianto nella Locride e abbiamo definito dei criteri oggettivi per l’individuazione di alcuni siti che dovranno avere determinate caratteristiche. L’elenco è stato condiviso con i sindaci. Per ovvie ragioni non ci saranno altri impianti sui territori già investiti come Siderno e Casignana. Individuati i siti, adesso si deve entrare nel merito e progettare. Fino a ieri, questo avrebbe potuto essere un compito nostro. Per quanto riguarda la discarica di Motta San Giovanni non abbiamo più notizie. Le ultime risalgono ai mesi scorsi e sono quelle relative ai rilievi mossi dal provveditorato delle Opere Pubbliche. Dunque questa resta una partita aperta e da concludere al più presto. Questo è cioè uno dei principali problemi da risolvere per il quale, a nostro avviso, più necessaria di un’autorità unica regionale sarebbe stata una programmazione regionale di impianti finali», ha sottolineato il consigliere metropolitano con delega ai Rifiuti, Salvatore Fuda.

La soluzione tampone

«Intanto per colmare questa lacuna, la Città Metropolitana di Reggio Calabria si è aperta la mercato per acquistare spazi anche all’interno della Regione. Due sono le procedure in corso», ha concluso il consigliere metropolitano con delega ai Rifiuti, Salvatore Fuda.