giovedì,Aprile 25 2024

Sisma dello Stretto, al Cedir la simulazione della direzione di comando e controllo – VIDEO

Il capo del dipartimento nazionale della Protezione Civile, Fabrizio Curcio:« Un successo avere individuato questa sede. Ci preoccupa anche in Calabria la situazione infrastrutturale»

Sisma dello Stretto, al Cedir la simulazione della direzione di comando e controllo – VIDEO

«È stato fondamentale definire questa sede per la Direzione di Comando e controllo. Ringrazio tutte le istituzioni, il Comune di Reggio Calabria e la Regione in primo luogo, per la collaborazione.

Questo è un primo passo importante. Ricordo, infatti, che in occasione di altre emergenze nazionali la ricerca di uno spazio per il centro di coordinamento, non individuato e testato precedentemente, ha impegnato tempo e creato delle criticità. Questo è già un tema di successo di questa esercitazione».


Così il capo del dipartimento nazionale della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, ha commentato le attività simulative svoltesi nel pomeriggio al Cedir di Reggio Calabria, nel quadro dell’esercitazione nazionale “Il sisma dello Stretto”. Presenti istituzioni e forze dell’ordine.

Al Cedir il centro di coordinamento

Conoscere già i luoghi e così investire il tempo prezioso per gestire operativamente l’emergenza. Sarà dunque il Centro direzionale a Reggio Calabria il luogo indicato per l’istituzione della Dicomac, Direzione di comando e controllo, in caso di terremoto e maremoto nell’area dello Stretto.

Parte integrante dell’esercitazione in corso fino a domenica a Reggio e a Messina, coordinata dal Dipartimento nazionale della protezione civile, d’intesa con le Regioni e le Prefetture, è stata rappresentata proprio dalla istituzione di questo punto operativo fondamentale per gestire interventi e soccorsi.

L’attività della Dicomac

«La simulazione di un terremoto di una magnitudo tale da immaginare edifici distrutti e persone evacuate ha innescato l’iter di interventi e soccorsi coordinati in sede di Dicomac, Direzione di Comando a Controllo. In questo centro di coordinamento operativo confluiscono tutte le strutture operative, vigili del fuoco, protezione civile, operatori nei campi di assistenza alla popolazione, sanitari, volontari. In questo momento ci sono qui circa trecento persone che stanno simulando la gestione concitata delle richieste che qui affluirebbero dai territori colpiti da sisma e da terremoto. Il sistema prevede la richiesta di aiuto anche ad altre regioni in caso di necessità.

Si registra un certo fermento. Sappiamo che si tratta di un’esercitazione ma nonostante ciò ci stiamo impegnando per testare metodi e tempi e per essere pronti», ha spiegato Michele Folino Gallo, impegnato nella gestione delle Emergenze nella Protezione civile della Calabria.

Le altre emergenze

Un’esercitazione che coesiste con altra attività reale legata al rientro incontrollato in atmosfera di materiale dallo spazio a seguito del lancio del razzo cinese e con l’allerta arancione di domani. «Siamo impegnati su più fronti con delle procedure ormai collaudate. Per quanto riguarda il maltempo, le emergenze potrebbero anche verificarsi in costanza di condizioni meteorologiche critiche. Noi andremo, dunque, avanti. Ovviamente sospenderemmo solo in caso di condizioni davvero proibitive, per motivi di sicurezza. Ma al momento non prevediamo tali condizioni», ha spiegato ancora Fabrizio Curcio.

La fragilità infrastrutturale

Un’occasione per testare, dunque, la risposta del sistema nazionale in caso di terremoto e maremoto, ma anche per rilevare le prime criticità dei territori. In Calabria già spicca la fragilità infrastrutturale.


«È presto per fare un bilancio sulla Dicomac e anche sull’esercitazione ma già abbiamo registrato delle criticità infrastrutturali di carattere generale. Questo è un tema che ci preoccupa sempre molto, non solo in Calabria e Sicilia ma anche in altre regioni ad alta sismicità. Non a caso, comunque, abbiamo scelto la Calabria e la Sicilia per questa esercitazione nazionale, proprio perché ne conosciamo le difficoltà di raggiungimento. Ci prefiggiamo di capire come potere migliorare», ha sottolineato ancora il capo nazionale della Protezione Civile, Fabrizio Curcio.

La questione è stata anche posta dall’assessore regionale alle Infrastrutture, Mauro Dolce. «Abbiamo solo un asse viario principale, l’autostrada A2, neanche del tutto adeguata. In caso di sisma sarebbe necessario consentire i soccorsi e dunque questa situazione costituisce una criticità da risolvere al più presto. Stiamo lavorando molto a livello nazionale per migliorare la situazione viaria e ferroviaria, non solo per alleviare i disagi nella vita quotidiana ma anche per essere pronti anche nelle situazioni che si stanno simulando in questa esercitazione», ha spiegato l’assessore regionale Mauro Dolce.

Il test di allerta della cittadinanza

L’apertura della Dicomac, preceduta da un incontro con alcuni osservatori internazionali accorsi per seguire le attività, ha seguito di poche ore l’avvio delle esercitazioni con il test di allerta di possibile maremoto, rivolto alla cittadinanza. Attraverso un messaggio di allarme e uno di fin test, annunciati da una segnalazione sonora, la popolazione, nell’ambito di questa simulazione, è stata avvisata del rischio. L’esercitazione prevedeva il coinvolgimento di 500 mila persone di oltre venti comuni costieri di Reggio e Messina.

«Il sistema It-alert di allarme pubblico, è stato testato come tecnologia per raggiungere la popolazione. La cittadinanza avvisata deve, però, sapere cosa fare. Dunque, unitamente ad un sistema performante con garanzie di funzionamento, è necessario che concorrano adeguate cultura della protezione civile e conoscenza del rischio nella popolazione. In questa occasione abbiamo testato la tecnologia. Da una prima stima riteniamo buono l’esito. La maggior parte dei destinatari ipotizzati lo ha ricevuto ma qualcuno no. È nostro compito capire perché ciò è avvenuto», ha concluso il capo del dipartimento nazionale della Protezione Civile, Fabrizio Curcio.

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