domenica,Aprile 20 2025

Reggio, la presunta scafista Marjan Jamali ai domiciliari: sarà accolta con il figlio minorenne a Camini

Lascerà il carcere Panzera e attenderà il processo presso l'abitazione inserita nel progetto Sai della cooperativa Jungi Mundu nella Locride. Il 17 giugno a Locri la prima udienza

Reggio, la presunta scafista Marjan Jamali ai domiciliari: sarà accolta con il figlio minorenne a Camini

Mentre a Castrovillari Maysoon Maijdi, attivista curda per i diritti delle donne in Iran, ieri ha iniziato lo sciopero della fame dopo il diniego degli arresti domiciliari, il tribunale del riesame di Reggio Calabria, in sede di appello, li ha invece concessi a Marjan Jamali. Entrambe le donne sbarcate in Calabria lo scorso anno sono detenute con l’accusa di essere scafiste e dunque di aver favorito scientemente l’arrivo in territorio italiano di migranti irregolari. Marjan è arrivata a Roccella Jonica con il figlio minorenne. Il ricongiungimento, unitamente alla valutazione delle esigenze cautelari, ha inciso notevolmente sulla decisione del tribunale del Riesame.

La valutazione del tribunale del Riesame.

«Sull’intensità del rischio cautelare incidono nella presente fase le incombenti esigenze assistenziali nei confronti del figlio in tenera età. La famiglia affidataria rappresentato che a breve non potrà prendersi cura del minore. Nel corso delle dichiarazioni rese dinanzi al magistrato di sorveglianza in data 14 marzo 2024, l’imputata ha riferito di essere stata vittima di violenze anche in Iran da parte del marito. Per questo motivo, si era allontanata con il figlio dal Paese d’origine, per assicurare a sé e al figlio un futuro migliore. Ebbene, la preoccupazione per il figlio è stata ribadita all’udienza del 23 maggio 2024. Ciò anche alla luce dell’indisponibilità della famiglia afgana di mantenere l’affido del bambino al termine dell’anno scolastico». Così si legge nell’ordinanza del tribunale del Riesame di Reggio Calabria.

Il commento dell’avvocato difensore

«La situazione di Marjan registra in questo frangente un risultato positivo. La giovane, che proviene da un contesto di violenza domestica in un paese che non riconosce diritti alle donne, in attesa del processo potrà finalmente ricongiungersi con il figlio di otto anni che con sé ha portato dall’Iran. Resta aperta nel merito delle accuse a lei rivolte dai tre uomini, oggi irreperibili e che lei ha denunciato per violenza sessuale e calunnia. I diritti della giovane continueranno a essere difesi in sede di processo affinché sia affermata la sua innocenza e la sua completa estraneità alle accuse contestatele». È quanto ha ribadito l’avvocato difensore della giovane Giancarlo Liberati.

Le prescrizioni

Ecco lo stralcio di ordinanza con le prescrizioni del tribunale e gli adempimenti necessari prima del rilascio dal carcere in favore dei domiciliari. «In accoglimento dell’appello, sostituisce nei confronti di Qaderi Maryan (alias Jamali Maryam) la misura della custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari da eseguirsi presso l’abitazione in Camini, via Nuova n. 31. inserita nel progetto Sai gestito dalla cooperativa sociale Eurocoop servizi a r.l. (Jungi Mundu), con l’applicazione del braccialetto elettronico, in relazione al quale l’interessata ha prestato il consenso.

Prescrive all’imputata di non allontanarsi dalla suddetta abitazione senza autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria. Prescrive, altresì, di non comunicare, con qualsiasi mezzo, con persone diverse da quelle che con lei coabitano, ad eccezione del difensore e dei dipendenti della cooperativa predetta preposti alla sua assistenza. Ordina, per l’effetto, la scarcerazione di Qaderi Maryan (alias Jamali Maryam), se non detenuta per altra causa, contestualmente all’installazione del dispositivo. La p.g. operante Commissariato di P.S. di Siderno, provvederà a comunicare, esaurite le necessarie verifiche propedeutiche, la possibilità di immediata installazione del braccialetto elettronico, in vista della scarcerazione, alla Casa Circondariale di Reggio Calabria San Pietro».

La mobilitazione e la solidarietà

Intanto la rete di associazioni a supporto di Marjan conferma la sua presenza all’udienza del prossimo 17 giugno, dinnanzi al tribunale di Locri. In quella data saranno discusse nel merito le accuse rivolte alla giovane iraniana. I rappresentanti delle associazioni, lo scorso 23 maggio, sono stati presenti al Cedir in occasione dell’udienza davanti al tribunale del Riesame.

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