domenica,Aprile 20 2025

Università Dante Alighieri, l’Associazione denuncia illegittimità e un “progetto misterioso” per il futuro: «Eleviamo il dibattito»

Insieme al presidente Pirilli, anche i consiglieri Scarfone e De Medici dichiarati decaduti e mai reintegrati nel Cda nonostante le pronunce giudiziarie

Università Dante Alighieri, l’Associazione denuncia illegittimità e un “progetto misterioso” per il futuro: «Eleviamo il dibattito»

Una questione complessa e articolata, non facile da comprendere, sta attraversando ormai da tempo l’Università degli Stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria, e il suo Consiglio di amministrazione, che si fonda su una struttura legale ed un assetto organizzativo e di competenze articolata su tre gambe.
Da una parte c’è il Consorzio i cui soci sono i soci fondatori (Comune, Città Metropolitana e Camera di Commercio che si sono impegnati a provvedere alle necessità dell’Ateneo) e l’Università per stranieri ai quali possono aggiungersi i soci sostenitori (persone fisiche, giuridiche, enti, fondazioni ed associazione che ne facciano richiesta e versino le quote annuali di importo non inferiore a cinque mila euro). Il Consorzio trasmette all’Associazione i nomi dei rappresentanti istituzionali in seno al Cda.


C’è quindi l’Associazione Dante Alighieri che nasce nel giugno del 2015 sulle ceneri del Comitato della SDA di Reggio Calabria che si affilia alla SDA di Roma, rimanendo sino al 2019 affiliata alla stessa che poi ha unilateralmente rescisso il rapporto di affiliazione. Allo stato, assicurano i soci e il loro presidente Umberto Pirilli, l’Associazione che è autonoma e registrata come tale, e per effetto del principio generale della continuità dei rapporti giuridici, è l’unico erede legittimo del fondatore e come tale è l’unico soggetto titolato per legge ad indicare per il CdA otto designati su proposta del Comitato reggino dell’Associazione Dante Alighieri, dal Consorzio promotore dell’Università, di cui cinque tra gli aderenti alla medesima Associazione e tre in rappresentanza degli Enti, delle Istituzioni o dei soggetti che contribuiscono a sostenere l’Università.

C’è anche la figura di Pietro Aloi, divenuto nel 2023 presidente del CdA dell’Università. Il Consorzio ne prende atto nel febbraio dello scorso anno, dichiarando al contempo decaduta dalla qualità di socio sostenitore l’associazione “Mnemosine”, perché ha omesso di versare la quota annuale relativa al 2022. Il 18 maggio 2023 però si interrompe il rapporto tra Aloi e l’Assemblea dei soci dell’Associazione “Dante Alighieri” di Reggio Calabria che delibera all’unanimità e per alzata di mano l’espulsione del socio Pietro Aloi «dopo ampio e approfondito dibattito, considerato che i comportamenti del socio emersi, le omissioni dello stesso agli organi sociali, i documenti interni da lui impropriamente diffusi e richiamati nel presente verbale, il suo porsi deliberatamente – da solo e con il coinvolgimento da parte sua di terzi estranei – in modo plateale e contro ogni logica, in posizione di contrasto strumentale nei confronti degli organi dell’Associazione».

La presidenza Aloi e la decadenza di Scarfone e De Medici

C’è insomma la convinzione che Aloi «di colpo e senza alcun motivo, è diventato strumento non già di un progetto condivisibile ma di un progetto – sottolinea Pirilli – apparentemente misterioso, ingenerando nei terzi estranei ed ignari delle vicende che ci occupano il possibile convincimento che la crisi economica dell’Università non sia riconducibile alla responsabilità della gestione, degli enti che hanno assunto obbligazioni e non le hanno mai onorate, del partner sostenitore, di parte del corpo docente e di parte del corpo amministrativo ma dell’Associazione che ha contribuito alla governance e ha sostenuto in tutte le sedi e a proprie spese le ragioni dell’Università contro la SDA di Roma riuscendo a mantenere la sede a Reggio Calabria e a conservare la propria autonomia».


Nel frattempo due soci dell’Associazione – Beniamino Scarfone e Ruggero De Medici – indicati quali consiglieri di amministrazione non riescono a svolgere le loro funzioni, venendo dichiarati decaduti nel novembre del 2023.


«Sono stato nominato a settembre 2022 – argomenta Scarfone – e non si approvava un bilancio, e chiedevo perché non si approvasse il bilancio. Mi sono reso conto anche che nel Cda era presente un componente forse illegittimamente, visto che il suo dante causa era stato allontanato dal Consorzio e ho chiesto conto di questo, della legittimità degli atti che stavamo producendo. Da qui sono stato escluso perché volevo che si discutesse all’ordine del giorno la posizione dell’associazione Mnemosine che con un verbale del Consorzio era dichiarata decaduta; poi se non è legittimo vedremo. Insomma volevo che il Cda si esprimesse su questa presenza: sarebbe bastato dire, assumendosi la responsabilità, che quel consigliere avesse pieno titolo a partecipare e saremo andati avanti. Invece lui (Aloi, ndr) ha rimandato alla seduta successiva la discussione e per cinque mesi il Cda non si è riunito e a seguire diciamo non ha mai voluto affrontare questa tematica. Io e il collega De Medici che non volevamo trovarci a deliberare eventuali atti nudi e annullabili ci siamo trovati in questa condizione».


L’estromissione dell’Associazione Dante Alighieri

A giugno scorso il Consorzio ha estromesso l’Associazione Dante Alighieri di Reggio Calabria dal Consorzio dell’Università. L’Assemblea del Consorzio ha quindi nominato presidente dello stesso il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e vicepresidente Antonino Tramontana quale presidente della Camera di Commercio. Nella stessa seduta viene rinnovato ìl Consiglio di Amministrazione del Consorzio che ai sensi dell’art 11 dello Statuto viene così composto: la Presidenza viene assunta dal sindaco della Città metropolitana, quale Presidente del Consorzio, e gli altri componenti indicati nel rappresentante del Comune di Reggio Calabria, nel Rettore o suo delegato, nel rappresentante della Camera di Commercio e dal Presidente del comitato reggino della SDA Giuseppe Bova.
Umberto Pirilli, scrivendo una Pec al Consorzio per l’Università, fa una serie di precisazionI e afferma che «l’estromissione dell’Associazione “Dante Alighieri” è illegittima così com’è illegittima la presa d’atto (a maggioranza} della costituzione (da parte di Giuseppe Bova dimessosi dal Cda dell’Università nel 2019) dell’Associazione denominata “Società Dante Alighieri” Comitato di Reggio Calabria APS del Terzo Settore e avvenuta affiliazione alla “Società Dante Alighieri” di Roma.
«L’Associazione ha operato ed opera nella piena legalità – ancora Pirilli – ed ha subito e sta subendo, dopo una sentenza favorevole del Tar e la sua conferma nella fase cautelare da parte del Consiglio di Stato, ulteriori aggressioni e impedimento strumentale al legittimo reinserimento in Cda dei suoi rappresentanti con elusione dell’obbligo contenuto nel provvedimento giudiziario».
L’Associazione ha quindi deciso di adire tutte le vie legali a sua tutela, diffidando il Presidente ed i componenti del Cda dal compiere ulteriori atti in violazione di leggi, Statuto e regolamenti nonché di atti assunti con proprie determinazioni in precedenza assunte.

«Alzare il livello della discussione»

«Non siamo noi che vogliamo uno scontro e né tantomeno vogliamo ripensamenti, vorremmo che si alzi il livello dell’interlocuzione mentre stanno facendo la guerra Aloi, il Cda e Falcomatà che non se le mandano a dire tra di loro noi siamo quelli che in silenzio siamo andati in prefettura, abbiamo cercato il dialogo, portato documentazione… cioè serve alzare il livello. Noi siamo, permettetemi di dirlo con presunzione, quella élite cittadine di persone con grande passione civile che dedica, hanno dedicato del tempo e forse non lo faranno più – se non ci sono i corpi intermedi, i sindacati, la politica – che dice ma che dobbiamo fare? L’interlocuzione con chi è? Con chi liquida la “Dante” con una riunione di mezz’ora? Mentre se ne occupa tra una buca e un’altra cosa? No. L’università è un’altra cosa».


Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’ex rettore Salvatore Berlingò che accetta di accordare a Falcomatà una “buona volontà” per arrivare ad un obiettivo: «quello che gli diciamo è che per arrivarci occorre invece seguire un percorso diverso, che sia più regolare e legittimo in base a tutto quello che abbiamo detto. Quindi da parte nostra non c’è una volontà di scontro, anzi c’è una disponibilità per così dire a non considerarlo in malafede. Che cerchi anche lui di arrivare ad un obiettivo che salvaguardi l’Università perché quello che c’è di positivo è che finalmente tutti anche le istituzioni si sono accorte che l’Università per Stranieri è un patrimonio per la città. Quindi lo invitiamo a venire sul nostro percorso perché come diceva il presidente Pirilli si possa dialogare per il bene dell’Ateneo e della città».

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