Reggio, attracca la nave Geo Barents con a bordo oltre 80 migranti, di cui oltre una trentina di minori non accompagnati
Sul molo di ponente, dove è stato allestito un hotspot con tensostrutture e moduli bagni e docce, in attività, con le forze dell’ordine, gli operatori e i volontari dell’accoglienza. La prima indicazione di attracco era stata Crotone
In porto a Reggio Calabria la nave Geo Barents di Medici senza frontiere. Sbarcano 85 migranti di cui 37 minori non accompagnati, tutti adolescenti. Provengono prevalentemente da Eritrea ex Etiopia. Qualcuno dallo Yemen.
La nave, inizialmente destinata al porto di Crotone, è stata poi assegnata ieri al porto di Reggio Calabria a causa delle condizioni meteomarine sfavorevoli.
L’accoglienza
Sul molo di Ponente del porto di Reggio, presidiato dalle forze dell’ordine, è ormai operativo un hotspot, realizzato dalla Prefettura e dal Comune, che sostituisce la palestra della scuola media dismessa Boccioni di Gallico, precedentemente utilizzata come centro di prima accoglienza. Qui i migranti attenderanno i trasferimenti.
L’hotspot è dotato di due tensostrutture (10×24 metri), sei moduli bagno e quattro moduli docce per la prima accoglienza. Questo spazio ha già ospitato migranti sbarcati a Roccella e Lampedusa nelle scorse settimane. Solo una settimana fa, qui sono arrivati 70 migranti a bordo della Humanity 1, tra cui 43 uomini, una donna e 26 minori non accompagnati.
Ieri la Prefettura ha allertato la macchina dell’accoglienza. Sono entrati in attività mediatori, operatori delle Ong e volontari del Coordinamento diocesano sbarchi della Croce Rossa, che ha in gestione l’hotspot.
Al momento dello sbarco presente oggi anche la prefetta di Reggio, Clara Vaccaro.
La condivisione
Tra i volontari anche tre giovani provenienti dal Belgio e diretti alle isole Eolie. Cloe, Sophie e Charles, tre amici poco più che ventenni, sono ospiti della parrocchia di San Biagio a Gallico. Per le condizioni meteo stanno sostando a Reggio prima di riprendere il viaggio che si sono regalati dopo la laurea in Agronomia. Di passaggio ma con il cuore in ascolto, hanno voluto condividere oggi questa esperienza di accoglienza.
E tra i volontari c’è anche il seminarista Fanio, originario del Madagascar, proveniente da Roma e adesso a Gallico per un’esperienza pastorale, con don Nino Russo. Anche lui ha voluto essere presente oggi per dare un contributo.
Le attività sul molo di ponente
Con il recente allestimento dell’hotspot, tutte le operazioni avvengono in modo più dignitoso e ordinato. I migranti entrano subito in una struttura accogliente e riscaldata.
La Questura si occupa del fotosegnalamento e dell’identificazione, mentre alle visite mediche provvede il personale dell’Usmaf, ufficio di Sanità marittima, aerea e di frontiera.
Si tratta del quarto sbarco al porto di Reggio Calabria nel 2024, in un periodo in cui gruppi di migranti sono sbarcati anche a Roccella, nel reggino, e a Vibo.
Famiglie strappate
Non ci sono bambini. Sono tutti uomini, ma alla partenza dalla Libia c’erano famiglie che in mare aperto sono state separate. Donne e bambini sono stati forzatamente rimpatriati in Libia. Pare stia accadendo anche questo. Quando perdono il controllo delle partenze, i trafficanti inseguono in mare e rimpatriati con le armi. Chi arriva dovrà pagare perché anche i loro congiunti, in questo caso donne e bambini, possano raggiungerli.
La tragedia nella tragedia tutta scritta negli occhi lucidi di un uomo, arrivato con il figlio dallo Yemen, separato durante il viaggio da moglie e figli piccoli di cui adesso non sa più nulla.
Disperazione in mare aperto
Lo sbarco odierno, infatti, ha fatto seguito a un’attività di soccorso molto delicata, eseguita nel Mediterraneo ieri mattina, quando l’equipaggio della Geo Barents «è stato testimone di una nuova tragedia nel Mediterraneo centrale. Mentre stava raggiungendo un gommone in difficoltà per soccorrere le persone a bordo, ha trovato sulla scena un’imbarcazione veloce, con persone armate a bordo.
Le persone sopravvissute e tratte in salvo, in totale 83 uomini e minori non accompagnati, hanno riferito che 29 donne e bambini erano stati in precedenza intercettati dopo essere stati minacciati con le armi. Secondo le loro testimonianze, uomini armati hanno minacciato le persone sul gommone e hanno sparato in aria, facendo cadere in acqua oltre 70 persone. La nostra équipe ha portato in salvo tutte le persone che erano in acqua e a bordo del gommone, mentre l’altra imbarcazione veloce si è allontanata con 29 donne e bambini a bordo. Gli 83 uomini e ragazzi salvati sono ora a bordo della Geo Barents in stato di disperazione, poiché i loro familiari (donne e bambini) sono stati respinti con forza in Libia». È quanto riferisce Medici senza Frontiere.
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