martedì,Marzo 18 2025

Locri, il decreto Cutro fa subito flop: in tribunale pioggia di assoluzioni

Solo due condanne in un processo che vedeva alla sbarra sette immigrati. L’avvocato: «Approccio dei giudici scrupoloso ed equilibrato»

Locri, il decreto Cutro fa subito flop: in tribunale pioggia di assoluzioni

Si è concluso nei giorni scorsi con una raffica di assoluzioni il primo processo in Italia celebrato al tribunale di Locri dopo l’entrata in vigore del cosiddetto Decreto Cutro, che prevede un inasprimento delle pene in materia di immigrazione clandestina. Alla sbarra 7 imputati, di cui solo due, di nazionalità egiziana, condannati a 5 anni e 8 mesi, mentre gli altri 5 sono stati assolti perché il fatto non sussiste. Per loro la pubblica accusa aveva chiesto pene di 20 anni a carico di cinque imputati e l’assoluzione per gli altri due. I fatti oggetto del processo hanno riguardato l’intercettazione in acque internazionali nel 2023 di un motopeschereccio con a bordo 506 migranti di nazionalità pakistana, siriana, bengalese ed egiziana. Durante le operazioni di trasbordo al porto di Roccella Jonica purtroppo si è constatato il decesso di un giovane ragazzo pakistano, Ashfaq Husnain poco più che ventenne.

A difendere due dei tre imputati assolti è stato l’avvocato Carlo Bolognino. «Il legislatore sembra si sia più concentrato ad ampliare gli strumenti repressivi, mediante un indiscriminato aumento delle pene, addirittura arrivando a contemplare una nuova fattispecie di reato, che rispetto ad una condotta essenzialmente colposa, può arrivare ad imprimere un trattamento sanzionatorio sino a 30 anni di reclusione – ha espresso il penalista – Va da se che il contrasto al traffico di esseri umani è un tema centrale su cui necessariamente ci si deve impegnare e rapportare tramite una riflessione seria, anche in relazione alla prassi e alle consuetudini che afferiscono alla fase investigative che, comunque, non può porsi su un piano di incompatibilità con le regole del codice di rito e che spesso vengono connotate da accertamenti sommari e verifiche prive del giusto approfondimento, anche a causa del difficile inquadramento fattuale delle condotte che rilevano ai fini di un’eventuale addebito sul piano penale, poiché l’apparato organizzativo di questi viaggi clandestini si articola, in larga misura, nei paesi di origine dei migranti che scelgono di arrivare in Europa».

Per Bolognino «L’approccio scrupoloso ed equilibrato della Corte d’Assise di Locri, in relazione alla valutazione e all’accertamento di questi importanti temi, è la testimonianza più vivace e concreta di come la nostra cultura giuridica non possa prescindere dal considerare l’essere umano e diritti di cui è provvisto, al centro dell’accertamento giudiziario e di questo non si può che rappresentare compiacimento, ma in ordine alle difficoltà che l’applicazione pratica della normativa di settore produce, in ragione del difetto di determinatezza delle modifiche apportate con la “riforma Cutro”, si auspica un serio e scrupoloso intervento correttivo del Legislatore che possa essere incisivo tenute, però, in debito conto le garanzie del nostro sistema processuale».

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