Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
L’intervista al giudice Antonella Stilo, presidente di sezione del Tribunale di Reggio Calabria, all’interno del format “A Tu per Tu” de ilreggino.it, è stata l’occasione per affrontare temi cruciali riguardanti la riforma della giustizia che, entro questa estate, vedrà i cittadini italiani chiamati a esprimersi tramite un referendum. La giudice Stilo, figura di grande esperienza e autorevolezza nel panorama giudiziario calabrese, ha fornito un’analisi critica e approfondita sulle modifiche che il Governo intende apportare al sistema giudiziario, evidenziando le problematiche e i rischi di una riforma che sembra procedere senza un adeguato dibattito pubblico e senza un confronto serio con le parti coinvolte.
L’intervista si apre con un’immagine chiara delle aspettative e delle preoccupazioni relative al referendum di giugno, un momento di grande rilevanza politica e sociale. La giudice Stilo, pur riconoscendo la necessità di intervenire su alcune criticità strutturali del sistema giudiziario, sottolinea come il quesito proposto ai cittadini risulti troppo tecnico e poco comprensibile, rischiando di generare confusione tra l’opinione pubblica. «È fondamentale che si favorisca un dibattito democratico più aperto e informato» – afferma la magistrato – «perché le riforme che vengono decise devono essere chiare e comprendono anche il coinvolgimento diretto dei cittadini, che devono poter capire bene cosa si vota e quali sono le implicazioni di questo voto».
In cosa consiste la cosiddetta riforma sulla separazione delle carriere? E ancora, quali sono le criticità della riforma?
Ad emergere è come non si tratti di una riforma della giustizia ma, piuttosto, una riforma della magistratura, che incide non sulle condizioni di lavoro dei magistrati, ma sull’indipendenza e l’autonomia della magistratura, con conseguente danno per i cittadini. «La riforma non risolve i problemi della giustizia, non accorcia i tempi dei processi, non affronta i problemi delle carenze di organico, delle carenze informatiche, dei carichi di lavoro, delle carceri sovraffollate. Sono questi i temi che andrebbero affrontati con urgenza. L’unico settore nel quale si registra un intervento normativo che nel suo complesso va visto con favore è quello che riguarda la magistratura onoraria, ma gli altri temi restano sul tappeto. La GES continuerà ad essere aperta al confronto non solo con l’Avvocatura ma anche con la cittadinanza sui temi della riforma».
Uno dei punti più controversi dell’attuale progetto di riforma riguarda la separazione delle carriere tra Pubblici Ministeri e giudici. La necessità è garantire continuità ed efficienza nelle esigenze di funzionamento dei nostri tribunali. Non si può semplicemente pensare di smontare un sistema senza un’adeguata visione complessiva.
Un altro tema cruciale affrontato nell’intervista riguarda il metodo con cui il Governo sta portando avanti le modifiche costituzionali. La Stilo si esprime con preoccupazione sulla fretta con cui si sta cercando di approvare questa riforma, sottolineando come questa rapidità possa mettere a rischio un confronto approfondito e democratico. «Le riforme costituzionali sono temi delicati e complessi, che meritano un dibattito ampio e partecipato. La fretta, tipica di alcune logiche politiche, rischia di produrre decisioni non ponderate che potrebbero avere ripercussioni negative sulla qualità della nostra giustizia e sulla tutela dei diritti».
In conclusione, la giudice Antonella Stilo invita alla riflessione e alla responsabilità. Ricorda che la giustizia deve mantenere la sua funzione di equilibrio tra poteri, tutela dei diritti e imparzialità, e che ogni modifica normativa deve essere condivisa con attenzione e rigore, per non rischiare di compromettere le fondamenta del sistema giudiziario e dei principi democratici. La sua testimonianza invita dunque i cittadini e le istituzioni a riflettere su un percorso di riforma che, seppur urgente, non può prescindere da un dialogo aperto, trasparente e partecipato.
L’intervista si conclude con un appello alla prudenza e alla sensibilità sociale, affinché le decisioni di giugno non siano solo un atto formale, ma il risultato di una vera partecipazione democratica che tuteli l’indipendenza della magistratura e i principi fondamentali di uno Stato di diritto. La voce di Antonella Stilo si inserisce nel dibattito come un richiamo alla responsabilità di tutti, in un momento delicato per il sistema giudiziario e la democrazia italiana.

