venerdì,Aprile 19 2024

Reggio, l’omaggio del circolo del cinema Zavattini a Pasolini e al suo legame con la Calabria – VIDEO

L’anno di attività del sodalizio si è concluso con un omaggio al grande intellettuale proprio sul finire del centenario della nascita, 1922-2022

Reggio, l’omaggio del circolo del cinema Zavattini a Pasolini e al suo legame con la Calabria – VIDEO

«Abbiamo inteso riproporre lo sguardo sulla Calabria offertoci dagli scritti, dalle immagini e dalle ricerche condotte da Pier Paolo Pasolini sulla nostra terra. Ne emerge un rapporto molto intenso e profondo che lui ha coltivato anche oltre la sua attività e in modo tutt’altro che occasionale». Così Lidia Liotta ha sottolineato l’intento con il quale il circolo cinema Cesare Zavattini di Reggio Calabria ha chiuso l’anno di attività con un omaggio a Pier Paolo Pasolini, proprio sul finire del centenario della nascita, 1922-2022.

Un tributo al grande, eclettico e arguto intellettuale, che seppe prevedere la decadenza dell’allora emergente, e oggi imperante, società dei consumi. Sulla sua brutale uccisione, avvenuta sulla spiaggia dell’idroscalo di Ostia il 2 novembre 1975, non è stata mai fatta piena luce.

La sede dell’Arci reggina, Samarcanda, sita in un bene confiscato, ha ospitato una rassegna cinematografica dal titolo emblematico “Comizio d’Amore”, conclusasi con la riproposizione di un documentario, prodotto dallo stesso circolo anni fa, proprio per raccontare l’intenso rapporto che Pasolini ebbe con la Calabria. Un’indagine, all’epoca inedita e oggi sempre di grande attualità, arricchita dai contributi di Vito Barresi e Giovanni Scarfò.

Pasolini ispirato e legato alla Calabria

Non solo polemiche e incomprensioni ma soprattutto ispirazione per set di suoi film, come il crotonese per il Vangelo Secondo Matteo in cui recitò anche la giovanissima calabrese Margherita Caruso, luogo di legami che coltivò nel tempo e scenario storico di assoluto primo piano. Reggio Calabria, con i suoi moti del Settanta, fu tra le storie che rievocò, recandosi in riva allo Stretto qualche anno dopo, nel documentario di Lotta Continua dal titolo 12 dicembre, diretta da lui e da Giovanni Bonfanti nel 1972. Fu grande amico della scrittrice e autrice di teatro, pioniera del giornalismo, la reggina Adele Cambria. Lei recitò, da lui diretta, nel film “Accattone” e poi anche in “Comizi d’amore”, “Teorema” e “La Ricotta”.

Pasolini scoprì la Calabria nel 1956 e poi ne raccontò con intensità i paesaggi e le persone ne La lunga strada di Sabbia, un reportage realizzato nel 1959 e pubblicato sulla rivista Successo. Un viaggio coast to coast lungo l’Italia, con tappa anche in Calabria.

La lunga strada di Sabbia e i “cutresi banditi”

Un viaggio dopo il quale Pasolini definì i cutresi banditi, intendendo banditi dalla società. Per questo fu accusato di diffamazione dall’allora sindaco di Cutro, Vincenzo Mancuso. Pasolino spiegò il senso della sua definizione sulle pagine di Paese Sera (28 ottobre 1959): «Anzitutto a Cutro, sia ben chiaro, prima di ogni ulteriore considerazione, il quaranta per cento della popolazione è stata privata del diritto di voto perché condannata per furto: questo furto consiste poi nell’aver fatto legna nella tenuta del barone. Ora vorrei sapere che cos’altro è questa povera gente se non “bandita” dalla società italiana, che è dalla parte del barone e dei servi politici? E appunto per questo che non si può non amarla, non essere tutti dalla sua parte, non avversare con tutta la forza del cuore e della ragione chi vuole perpetuare questo stato di cose, ignorandole, mettendole a tacere, mistificandole».

Pasolini: «In Calabria vorrei vivere e morirci, non di pace…ma di gioia»

«In Calabria Pasolini aveva evidentemente riconosciuto quella dimensione umana arcaica, autentica, quella verità che ricercava. Per questo ebbe modo di dire che in Calabria, e in particolare a Reggio, avrebbe voluto vivere e anche morire», ha ricordato ancora Lidia Liotta.

E infatti proprio nel reportage lo stesso Pasolini così scriveva: «Riparto, mi perdo nelle Calabrie, sempre più Calabrie…Non c’è dubbio, non c’è il minimo dubbio che vorrei vivere qui: vivere e morirci, non di pace…ma di gioia: Comunque è chiaro che quello che si vocifera del Sud, qui c’è. Non è mica una chiacchiera che qui profumano zagare e limoni, liquirizia e papiri……il mio viaggio mi spinge nel Sud, sempre più a Sud: come un’ossessione deliziosa…».

Tutta la storia davanti

Ne “Le sacche di rana”, il calabrese Michele Caccamo, menzione speciale al premio Rhegium Julii 2022, scrive: «(…) Pier aveva capito il contenuto del buio e quanto fosse astuto e implacabile il destino (…)».

Immerso in questa consapevolezza, conoscendo della Calabria la bellezza e la durezza, nel 1964 Pasolini di questa terra scrisse: «In Calabria è stato commesso il più grave dei delitti, di cui non risponderà mai nessuno. È stata uccisa la speranza pura, quella un po’ anarchica e infantile, di chi vivendo prima della storia, ha ancora tutta la storia davanti a sé».

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