sabato,Aprile 20 2024

A Reggio i cinema chiudono e i circoli del cinema resistono

In corso le due storiche rassegne del Chaplin e dello Zavattini, mentre la crisi e la pandemia hanno per sempre abbassato le saracinesche di Aurora e Odeon

A Reggio i cinema chiudono e i circoli del cinema resistono

I divieti di assembramento e le limitazioni imposte alla vita sociale e quindi alla vita culturale dalla pandemia hanno determinato e lasciato segni anche sui territori. A seguito di questo frangente in cui la settima arte è stata la prima a essere sacrificata, con la chiusura dei cinema, e l’ultima ad essere tornata fruibile con la loro riapertura, la città di Reggio Calabria registra la chiusura di due cinema storici come lAurora e l’Odeon.

Serrande abbassate

Ciò accade in una città che già negli ultimi decenni, rispetto all’apertura di una multisala di cinema ne ha visti chiudere altri tre e senza che siano nel frattempo state create delle valide alternative. Senza contare il teatro Francesco Cilea, adesso di fatto soltanto teatro e non anche cinema come una volta, che per i costi che richiede diventa proibitivo. Senza contare la conversione in fast food del teatro Siracusa e la chimera dell’arena Lido ancora da riqualificare.

Coraggioso invito al cinema

E in questo scenario, due storici circoli del cinema della città, Charlie Chaplin e Cesare Zavattini, non solo resistono ma rilanciano la proposta cinematografica alla comunità. Non rinunciano, dopo tre anni fuori dalle sale e dalle sedi predilette, dopo avere potuto proporre solo proiezioni estive all’aperto, a invitare a occupare di nuovo le poltrone di un cinema al chiuso.

Affrontano il rischio di non coprire le spese e la difficoltà di trovare anche un luogo in cui proiettare al chiuso e con standard di qualità. Ne vale comunque la pena.

Una sfida che ha messo a nudo la carenza a Reggio di luoghi di aggregazione al chiuso da poter anche adibire a proiezioni. Luoghi in cui riscoprire la bellezza della visione collettiva di un film, sempre più minacciata dall’utilizzo di dispositivi a casa e in solitudine.

Reggio e i pochi luoghi in cui il cinema vive

«La città di Reggio – spiega Claudio Scarpelli, presidente del circolo del cinema Charlie Chaplin di Reggio Calabria – non offre luoghi chiusi in cui il cinema possa vivere. Ancora, inoltre, dobbiamo conseguire un modello di gestione del teatro Cilea nell’ottica di una fruibilità molto più ampia e accessibile. Siamo ancora in attesa dei centri polivalenti, delle case delle associazioni e dei centri sociali nei quartieri come anche dell’arena Lido.

Nulla di quanto era stato promesso è stato fatto. Noi operatori culturali tocchiamo con mano la difficoltà di reperire luoghi. La crisi e la pandemia hanno dato il colpo di grazia a una città che in cui già mancavano luoghi in cui ritrovarsi, determinando la chiusura di altri due cinema. Una crisi che non ha lasciato indenni neppure noi.

Noi abbiamo dovuto chiudere la nostra sede e, in occasione di questo ritorno nelle sale, abbiamo ridotto a sei film in solo ciclo tematico la nostra proposta. Piccole cose, più gestibili e a costi contenuti. La proposta culturale però ne risente. Prima in quattro, cinque cicli proponevano anche diciotto-venti film», spiega ancora Claudio Scarpelli, presidente del circolo del cinema Charlie Chaplin,

In sala mancano i giovani

«Adesso è tutto cambiato, comprese le abitudini del pubblico. Esse sono profondamente mutate. Oggi, inoltre, nelle sale mancano i giovani. Ha preso il sopravvento la visione dei film in veste individuale e privata. Dunque la nostra sfida è anche questa, coinvolgere perché il cinema resta bello e intramontabile. La rassegna che stiamo proponendo tratta il tema del lavoro e racconta l’universo femminile, attraverso pellicole rappresentative della migliore cinematografia internazionale. Un affascinante giro del mondo in sei tappe. Ciò che ci sta molto gratificando sono gli inviti nelle scuole. Parlare di cinema, auspichiamo, possa riaccendere la passione nei giovani», conclude Claudio Scarpelli, presidente del circolo del cinema Charlie Chaplin, la cui 54^ edizione della rassegna è in corso presso il cinema teatro metropolitano Dlf di Reggio Calabria.

Un lavoro culturale quotidiano

«Abbiamo affrontato questo ritorno in sala – spiega Tonino De Pace, presidente del circolo del cinema Cesare Zavattini di Reggio Calabria – con molta ansia e preoccupazione. Eravamo consapevoli degli ultimi tre difficili anni, dei cinema vuoti e a Reggio anche di quelli chiusi. Invece devo dire che la nostra tenacia ci ha premiati.

Il nostro è un lavoro culturale quotidiano attraverso il quale proponiamo al territorio film accuratamente scelti e da vedere insieme su un grande schermo. I nostri appuntamenti non sono eventi perché il nostro è un lavoro constante che ci consente di avere un osservatorio sulla città. Ci vorrebbero più spazi, più cinema, visto che due hanno chiuso recentemente e altri in passato. Una chiusura che è frutto della pandemia ma anche della crisi. Vedere tutti insieme un film al cinema per quanto bello ed emozionante non è più frequente come un tempo», spiega ancora Tonino De Pace, presidente del circolo del cinema Cesare Zavattini di Reggio Calabria.

L’emozione della visione collettiva

«Nel nostro pubblico, inoltre, non ci sono giovani. L’età media è alta e questo è un segno molto preoccupante come lo è per una città avere pochi cinema e dunque pochi luoghi in cui condividere le emozioni e preservare e custodire la ricchezza che fiorisce quando invece di guardare a casa su un dispositivo un film in solitudine, la visione è collettiva emozioni dentro un cinema. Il nostro compito diventa anche questo.

Oltre che proporre film che non si vedrebbero altrove, noi contribuiamo al recupero del piacere della visione, alla riappropriazione dell’astrazione dal mondo che solo la sala consente. Quella dimensione che ci rende, al tempo stesso, spettatori e partecipi, immersi nel flusso dell’immagine che ci sovrasta e ci accoglie, occupando completamente il nostro campo visivo e le nostre capacità percettive. Credo che i giovani perdano tanto, non conoscendo questa dimensione.

I cinque film che abbiamo scelto sono accomunati da un generalizzato senso di protezione, di conservazione e disponibilità verso l’altro per costruire le reti delle relazioni interrotte. Il “dove eravamo rimasti?”, parte dunque da quel vuoto che apre la domanda per approdare al bisogno di collettività, di società, di solidarietà», conclude Tonino De Pace, presidente del circolo del cinema Cesare Zavattini di Reggio Calabria, la cui rassegna è adesso in corso presso il cinema La nuova pergola.

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