venerdì,Aprile 19 2024

Da Messina a Palmi, la storia della devozione della Madonna della Lettera

Il sacro capello della Madre protettrice in processione durante i festeggiamenti per la Varia

Da Messina a Palmi, la storia della devozione della Madonna della Lettera

Le origini della devozione e delle Fede di ogni comunità ne rivelano la storia. Il Sacro Capello della Madonna della Lettera, reliquia antica e preziosa custodita a Palmi nella concattedrale di San Nicola, e portato in processione il giorno prima della Varia, induce a compiere un viaggio molto a ritroso. Un viaggio che si spinge fino all’opera di evangelizzazione di San Paolo e che lega la cittadina calabrese alla città di Messina. Una storia di cui le acque dello Stretto sono testimoni.

San Paolo a Messina

Si tratta infatti di una storia antica che inizia nel 42 d. C., ai tempi della predicazione e della sosta a Messina di Paolo, l’apostolo delle genti. La sua opera di evangelizzazione cristiana in Calabria ebbe come pulsante Reggio ma più tardi nel 61 d. C..

Ma tornando sulla sponda messinese, oggi 3 giugno si celebra solennemente la patrona, la Madonna della Lettera. La statua dorata la raffigura. Posta all’ingresso del porto della città peloritana, Ella accoglie chiunque arrivi via mare ed è posta su una maestosa stele eretta nel 1934, con una Lettera in mano, e la benedizione Vos et ipsam Civitatem benedicimus (“Benediciamo voi e la vostra Città”).

La Sacra Lettera

In questa giornata si rievoca il pellegrinaggio che una delegazione di messinesi convertiti compì in Palestina al seguito dell’apostolo Paolo, evangelizzatore della città, per invocare la protezione della Santa Madre.

La tradizione narra che Maria rispose a quell’accorato appello con una Lettera scritta in ebraico e poi arrotolata e legata con una ciocca dei suoi capelli. Quella lettera fu portata a Messina dalla delegazione di ritorno nello stesso anno. In essa Maria accoglieva la devozione del popolo messinese e assicurava loro la sua perpetua protezione. Quella ciocca di capelli è oggi custodita presso il Duomo di Messina.

La solidarietà del popolo palmese verso quello messinese

È senza dubbio, dunque, la città peloritana la prima patria di questo culto mariano legato alla Lettera ma nei secoli successivi la storia narra che i marinai palmesi offrirono medicinali e viveri ai messinesi afflitti dalla pestilenza nel 1575. Il Senato di Messina, per ricompensare tale generosità, offrì alla città di Palmi quanto di più sacro avesse mai custodito: uno dei tre Capelli con cui Maria aveva avvolto la Lettera di Benedizione rivolta alla città.

Si narra che il Sacro capello approdò in Calabria a bordo del vascello di Giuseppe Tigano nel 1582. Fu allora che da Messina alla Marina di Palmi giunse in un reliquiario un Sacro e generoso dono, segno di gratitudine del popolo messinese verso quello palmese.

La devozione alla Madonna della Lettera a Palmi

In quel gesto venne suggellato il culto della Madonna della Lettera anche sull’altra sponda dello Stretto. La Madonna della Lettera, dunque patrona anche della città calabrese di Palmi, è al centro dei festeggiamenti che hanno luogo nel mese di agosto, in concomitanza con la Varia.

C’è già un grande fermento per la Varia di quest’anno. La manifestazione in preparazione culminerà nella giornata del 27 agosto, nel segno di una tradizione che si proietta nel futuro. La sua dimensione anche moderna è stata al centro della recente e prestigiosa presentazione a Bruxelles, presso il Parlamento Europeo.

La Varia di Palmi bene Unesco

La Varia è l’unica macchina processionale a spalla d’Italia ad essere popolata da persone nel ruolo di figuranti. In occasione dell’ottava sessione del Comitato intergovernativo dell’Unesco a Baku in Azerbaijan, nel dicembre del 2013, essa è stata anche inserita nella lista dei beni immateriali patrimonio dell’umanità con la Rete italiana delle grandi Macchine a Spalla. Essa comprende la Varia di Palmi, la Ballata dei Gigli di Nola, la Discesa (‘Faradda’) dei Candelieri di Sassari, il trasporto della Macchina di Santa Rosa di Viterbo.

È stata votata all’unanimità da tutti gli Stati parte aderenti ed è stata indicata come “modello, esempio e fonte di ispirazione”. La Varia di Palmi rientra nella speciale lista dei trenta riconoscimenti sulla totalità di oltre 670 patrimoni immateriali Unesco che si fregiano dello status di modello di buona pratica.

La Rete delle grandi macchine a spalla, nata nel 2006 su impulso della coordinatrice Patrizia Nardi, è il primo bene Unesco che unisce espressioni diverse di un unico Stato parte.

La Varia e il Sacro Capello

Per le vie di Palmi ad agosto la Varia avanza come una ondeggiante nuvola a forma conica sorretta da una struttura metallica, ad incarnare l’Assunzione della Madonna al Cielo, con l’Animella e il Padre eterno in cima; il carro sacro alto oltre 16 metri poggia su una base detta Cippu trainato, attraverso due corde lunghe 150 metri, da duecento “’mbuttaturi” (trascinatori o spingitori della Varia) rappresentanti le cinque antiche corporazioni dei Marinai, dei Carrettieri, dei Bovari, dei Contadini e degli Artigiani. Cuore pulsante dei festeggiamenti anche la processione per le vie cittadine delle quadro della patrona e protettrice Madonna della Lettera e del reliquiario Sacro Capello.

Messina e Palmi

Dunque, in questo intreccio di Fede e tradizione, Messina e Palmi si scoprono unite nel segno della Madonna della Sacra Lettera che lega, nei secoli e da secoli, i destini dei due popoli vicini nelle difficoltà. Le origini di questo legame dentro il quale matura questa tradizione è antichissimo e destinato a non esaurirsi.

Articoli correlati

top