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Intitolazione ad Adele Cambria del Parco Lineare Sud, inviate al Comune le 1000 firme raccolte dall’Udi

Avrebbe compiuto oggi 93 anni l’intellettuale di origini reggine scomparsa a Roma nel 2015. Mentre a Pizzo si lavora alla prima edizione del Premio a lei intitolato, l’associazione attende riscontro da palazzo San Giorgio

Intitolazione ad Adele Cambria del Parco Lineare Sud, inviate al Comune le 1000 firme raccolte dall’Udi

Ha segnato il traguardo delle 1000 firme la raccolta avviata lo scorso novembre dall’Udi (Unione Donne in Italia) di Reggio Calabria. Numerosi i banchetti organizzati anche da altri gruppi e associazioni per chiedere alll’amministrazione comunale di legare a una delle opere più attese in città il nome e la memoria di una grande intellettuale del Novecento che a Reggio Calabria era nata il 12 luglio 1931. Oggi, dunque, avrebbe compiuto 93 anni.

«Un tributo di memoria che riteniamo doveroso per l’opera intellettuale resa dalla nostra concittadina al giornalismo e alla cultura italiana del Novecento. Anche un segno fondamentale – dichiarano le attiviste Udi di Reggio Calabria – per tracciare un riequilibrio di genere delle toponomastica nella nostra città. Ecco cosa rappresenta per noi questa intitolazione e perché auspichiamo che il Comune proceda con l’iter formale.

Anche sulla presenza delle donne nei nomi delle strade, e dunque nella memoria collettiva, siamo impegnate. Intanto a seguito di interlocuzioni già avute con la commissione Toponomastica del comune di Reggio Calabria, raggiunte le 1000 firme, le abbiamo inviato con pec all’amministrazione. Restiamo con fiducia in attesa di un riscontro». Così concludono le attiviste dell’Udi di Reggio Calabria.

Mentre il comune natio di Reggio valuta, si spera positivamente, la richiesta dell’Udi che il territorio ha dimostrato di condividere, a Pizzo di lavora per la prima edizione del premio Cambria verso la fine di agosto.

Adele Cambria e il “nostro” mare dei miti

Sarebbe contenta Adele Cambriascomparsa il 5 novembre del 2015 all’età di 84 anni, di essere ricordata costeggiando quel mare pieno di miti, nel parco lineare Sud, un’opera maestosa ancora non inaugurata e incastonata in uno scenario bellissimo ma in attesa di interventi per ripristinare il decoro e la sicurezza.

Miti che aveva raccontato nella sua ultima pubblicazione “In viaggio con la zia. Con due bambine alla scoperta del mito in Magna Grecia”. La sua memoria sarebbe saldata ancora di più con il mare. 

Nel 2010 cullata dalle onde dello Stretto, a bordo di una nave, la pioniera del femminismo e del giornalismo fatto dalle donne oltre che scrittrice di teatro e televisione, aveva presentato la sua autobiografia “Nove dimissioni e mezzo. Le guerre quotidiane di una giornalista ribelle”. Emigrata nella capitale negli anni ’50, sfidando le convenzioni e i pregiudizi, si era raccontata a bordo dell’imponente Westfold durante una traversata dello Stretto.

“Le guerre quotidiane di una giornalista ribelle”

Aveva condiviso la sua lunga ed intensa esperienza, il suo cammino accidentato ma mai arrestatosi, interrotto ma mai deviato. Nuove partenze nonostante le difficoltà, un pellegrinaggio da una testata all’altra, lei donna, sposata con figli, precaria ma caparbiamente e appassionatamente giornalista. E di quelle croniste che testimoniano un tempo, un’epoca perché vanno sul posto, vedono, respirano e poi scrivono. È l’atto di vedere ad assumere un senso privilegiato nel volume perché gli occhi blu di Adele rimangono indimenticabili.

Un manifesto di indipendenza e tenacia firmato da una donna determinata e appassionata. Una donna che ha tanto da raccontare alle nuove generazioni.

Una naufraga, insomma, a bordo di una nave che solca le acque del mito dello Stretto tra Reggio e Messina, in cui lasciare ondeggiare ricordi e aneddoti carichi di emozioni, in un moto costante  e leggero.

La seconda vita di Adele Cambria

«Adesso spero di potermi riposare e di potere leggere tutto quello che non sono risuscita a leggere. La vita di una giornalista si riempie di frammenti di cultura che vanno rimessi insieme e, quasi mai, una vita, anche se lunga come la mia, basta. Ce ne vorrebbe una seconda». Una seconda vita che certamente Adele ha nella memoria che la sua prima vita ancora alimenta.

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