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Mentre continuano ad emergere tesori straordinari nel sito etrusco e romano del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena, in Toscana, la preziosa collezione di reperti rinvenuti nel 2022 e del 2023 rimarrà esposta nel museo archeologico nazionale di Reggio Calabria.
In ragione del grande interesse dimostrato da cittadinanza, scuole e turisti, prorogata infatti fino al prossimo 2 marzo la mostra “Gli Dèi ritornano. I bronzi di San Casciano”, inaugurata lo scorso agosto, curata da Massimo Osanna e Jacopo Tabolli, promossa dal Ministero della Cultura e realizzata dalla Direzione generale Musei del Mic con il Marc.
Le statue bronzee votive e monete sono emerse dalle acque calde del santuario termale della cittadina senese, il più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana mai scoperto in Italia, 50 anni dopo i guerrieri di Riace. Rispetto a essi hanno una storia e un contesto diversi e, tuttavia, sono accomunati dall’acqua e insieme raccontano l’antichità.
Una convivenza suggestiva e affascinante che, su richiesta del Marc diretto da Fabrizio Sudano poi accordata dal Ministero, prosegue ancora per oltre un mese, fino a domenica 2 marzo, per altro coincidente con l’iniziativa #domenicalmuseo promossa dal Ministero della Cultura che consente l’ingresso gratuito ogni prima domenica del mese.
Si tratta di capolavori dell’antichità che abbracciano il periodo compreso tra il II secolo a. C. e il I secolo d. C. , segnato da importanti trasformazioni e dalla definitiva romanizzazione delle potenti città etrusche.
Gli esperti parlano di uno dei ritrovamenti bronzei più significativi del Mediterraneo antico che riscrive la storia dell’antica toreutica.
I reperti preziosi
Oltre 20 statue di bronzo in perfetto stato di conservazione, ex voto e migliaia di monetine in oro, argento e bronzo offerte al santuario termale. Riproduzioni di parti anatomiche, delle quali si chiedeva l’intervento curativo attraverso le acque termali, o di quelle offerte per ringraziare di una guarigione.
Dal fango caldo sono riemerse effigi di Igea e di Apollo, oltre a un bronzo che richiama il celebre Arringatore, scoperto a Perugia e nelle collezioni storiche del Museo Archeologico Nazionale di Firenze.
Il tutto incastonato in un percorso sensoriale – visivo e sonoro – che ricrea l’atmosfera azzurra dell’acqua. Alcune citazioni puntellano l’esposizione, esaltando il senso profondo di una storia antica in cui potersi ancora specchiare.
Storie antiche di devozioni
Questi reperti, rinvenuti in condizioni eccezionali grazie alla conservazione nelle calde acque termali, portano con sé iscrizioni in lingua etrusca e latina che offrono un’ampia prospettiva sulla religiosità antica. Nelle iscrizioni si leggono nomi di potenti famiglie etrusche del territorio dell’Etruria interna, dai Velimna di Perugia ai Marcni noti nell’agro senese. Accanto a onomastica e forme dedicatorie in etrusco troviamo iscrizioni in latino, che menzionano anche le aquae calidae, le fonti calde del Bagno Grande dove le statue furono collocate.
Le iscrizioni raccontano, altresì, la storia di devozione delle genti che frequentavano il luogo sacro, delle divinità invocate e della compresenza di Etruschi e Romani e di culti e riti ospitati in luoghi sacri dove l’acqua termale era usata anche a fini terapeutici.