giovedì,Aprile 25 2024

Ponte sullo Stretto, Busetta: «Necessario per superare tre chilometri. Troppo clamore»

Il professore ordinario di Statistica economica presso la facoltà di economia dell’Università di Palermo ospite a Reggio Calabria in occasione dei premi Rhegium Julii

Ponte sullo Stretto, Busetta: «Necessario per superare tre chilometri. Troppo clamore»

«Bisognerebbe guardare al ponte sullo Stretto come a un’opera strategica, spogliandola di questa aurea di intervento eccezionale e incredibile. Si tratta del superamento di tre chilometri. Se c’è un fiume e si deve oltrepassare, si costruisce un ponte. Quando c’è una montagna, bisogna fare un buco per passarci dentro.

Abbiamo dato a questa opera una dimensione alterata rispetto alla realtà. Facciamo un’opera importante ma non andiamo sulla luna».

È quanto ha affermato il professore ordinario di Statistica economica presso la facoltà di economia dell’Università di Palermo, Pietro Massimo Busetta. Il docente è da sempre sostenitore della mega opera adesso al centro dell’agenda politica del nuovo governo.

L’occasione è stata quella del premio Rhegium Julii che lo ha visto tra i protagonisti in quanto destinatario del premio Gaetano Cingari per gli Studi meridionalistici per il volume “Il lupo e l’agnello – Dal mantra del Sud assistito all’operazione verità” (Rubbettino).

«Si tratta di un intervento necessario per collegare Hong Kong a Berlino e per consentire lo sviluppo dei traffici nel Mediterraneo anche alla luce del raddoppio di Suez», ha proseguito il professore Busetta.

Opera difficilmente permeabile

Poi il suo punto di vita sui principali temi di chi si oppone alla costruzione della mega infrastruttura, ossia l’impatto ambientale – paesaggistico e i rischi di incompiute e di infiltrazioni della criminalità mafiosa.

«La strada è quella di bonificare il deserto in modo che non vi siano cattedrali. Per quanto riguarda le infiltrazioni mafiose, ammesso che vi siano in un’opera del genere molto più difficilmente permeabile, credo che si debbano contrastare con determinazione, tanto nelle grandi come nelle piccole opere, non temerle.

Il giusto equilibrio

Infine, è chiaro che ogni grande opera umana interrompe un equilibrio ma non possiamo certo fare a meno di case e costruzioni. Dunque è bello avere prati verdi, campagne e un mare pulito ma ciò non deve impedire di edificare. A volte non fare nulla è meglio ma credo si debba invece sempre trovare il giusto equilibrio, salvaguardando il patrimonio naturalistico senza ostacolare le grandi opere», ha concluso il professore Pietro Massimo Busetta.

top