venerdì,Marzo 29 2024

Aeroporto Reggio, Enav: «Autorizzati all’atterraggio solo piloti qualificati» – VIDEO

Nuove procedure di volo dal 26 gennaio. Resta l’obbligo di addestramento “speciale”

Aeroporto Reggio, Enav: «Autorizzati all’atterraggio solo piloti qualificati» – VIDEO

«L’aeroporto di Reggio Calabria presenta caratteristiche orografiche, meteorologiche e operative che richiedono la qualificazione preventiva degli equipaggi». Questo l’incipit di una serie di istruzioni che di fatto non sono cambiate rispetto al passato. Ciò nonostante la classificazione C dello stesso Tito Minniti non sia più menzionata da Enav. Una mera questione di forma, dal momento che nella sostanza, anche nell’anno appena iniziato, non si potrà atterrare a Reggio Calabria senza specifica qualificazione dell’equipaggio.

«Un programma di addestramento specifico per la qualificazione del Comandante, comprendente un briefing a terra e la familiarizzazione in volo tramite ricognizione». Questa una delle condizioni richieste per essere autorizzati ad atterrare nella città dello Stretto.

Così dispongono le informazioni aeronautiche (Aip) relative allo spazio aereo nazionale. Enav le ha aggiornate ed entreranno in vigore per tutti gli scali italiani dal prossimo 26 gennaio. Esse dedicano l’apertura del paragrafo relativo alle informazioni aggiuntive alle procedure di volo proprio all’aeroporto di Reggio Calabria e alla qualificazione richiesta per gli equipaggi di volo.

L’atterraggio a vista

Nell’aeroporto Tito Minniti di Reggio Calabria, scalo non classificato come strumentale, l’ultima fase dell’avvicinamento alla pista 15/33, l’unica utilizzata nello scalo, richiede procedure diverse dagli altri scali per l’atterraggio. Le motivazioni sono legate alla posizione della stessa e alla collina che si erge a sud del campo visivo del pilota. Una condizione di limitata visibilità che non consente il completo automatismo della manovra di atterraggio.

Dunque piuttosto che l’atterraggio strumentale praticato negli altri aeroporti, anche se non in tutti con la stessa regolarità, a Reggio Calabria l’atterraggio avviene a vista perché è necessario che il pilota intervenga manualmente per condurre a terra il vettore. La procedura è quella del circling, con minime di visibilità diverse da quelle previste per l’atterraggio strumentale.

È prevista, tra i lavori di ammodernamento del Tito Minniti, anche la riqualificazione degli aiuti visivi luminosi. Un’azione che concorrerà a migliorare le condizioni di visibilità in fase di discesa ma che tuttavia non risolverà completamente la criticità.

La classificazione rimessa alle compagnie ma restano le restrizioni

L’addestramento resta sempre a carico delle compagnie aeree che diventano anche responsabili della classificazione dello scalo reggino. Enav si è limitata, infatti, a non definirlo più C demandando il resto alle compagnie.

«La classificazione dello scalo di Reggio Calabria è lasciata alla valutazione della compagnia aerea. Se lo valuta C allora può svolgere limitate operazioni strumentali. Se lo classifica B, ma sotto la sua esclusiva responsabilità, potrà operare anche secondo altre procedure, pur sempre validate da Enac. Nei fatti, tuttavia, le restrizioni permangono quindi resta tutto come prima, salvo la tipologia di addestramento che è rimessa alla valutazione delle compagnie. Ciò che resta vigente, comunque, è l’obbligo di addestramento per atterrare a Reggio Calabria».

Lo spiega Michele Buonsanti, pilota civile e docente di Modelli per la Sicurezza del Volo e di Sicurezza e procedure della navigazione aerea presso il dipartimento di Ingegneria dell’università Mediterranea di Reggio Calabria.

La qualificazione preventiva degli equipaggi


«L’operatore che intende utilizzare l’aeroporto di Reggio Calabria deve qualificare il pilota in comando in accordo ai requisiti di qualificazione contenuti nel Regolamento 965 del 2012 di Unione Europea e Agenzia europea per la sicurezza aerea Easa», prosegue Michele Buonsanti, anche docente presso i corsi ufficiali dell’Aeronautica militare e consigliere del Comitato italiano per la Sicurezza del Volo, richiamando quanto riportato nel documento di Enav.

Il quadro di criticità ribadite da Enav

Una qualificazione del pilota richiesta con riferimento a specifiche circostanze che lo stesso si troverebbe a gestire, anche in assenza di nube di cenere vulcanica, atterrando a Reggio Calabria. È necessaria una traiettoria prescritta per allinearsi alla pista e «in condizioni di forte vento, il mantenimento della suddetta traiettoria potrebbe indurre angoli di inclinazione accentuati». Inoltre «la particolare conformazione del terreno circostante e la presenza di avvallamento sulla pista 15/33 possono generare illusioni ottiche e le operazioni di decollo, riattaccata e “balked landing” richiedono particolare attenzione per la presenza di colline a sud del campo».

Questo il quadro di criticità che Enav mette nero su bianco per atterrare a Reggio Calabria. Criticità che, per quanto rilevanti, ci sono sempre state anche quando, in passato, a Reggio atterravano tanti vettori di diverse compagnie.

Dunque la riflessione da compiere è ampia e attiene a un rilancio effettivo dello scalo in grado di attenuare l’impatto di queste limitazioni sulle scelte delle compagnie aeree.

Esse, poste da Enav a garanzia dell’imprescindibile sicurezza del volo, ad oggi in costanza dell’attuale posizione della pista di atterraggio, non saranno rimosse mai completamente.

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