Un gruppo di ricorrenti, riuniti nell’associazione promotrice del comunicato, denuncia «pagine tristi e sospese» che riguardano non solo chi ha fatto ricorso alla magistratura amministrativa e penale, ma l’intera società civile calabrese «che ha diritto di sapere se i principi costituzionali vengano rispettati».

Gli elaborati sotto accusa

Nella nota vengono citati casi emblematici:

  • un elaborato premiato con il massimo del punteggio nonostante «vistosi errori morfo-sintattici»;
  • una prova contenente «copiature da norme di rango secondario» senza virgolette né corsivi;
  • un elaborato trasformato in «compito a piacere», comunque giudicato vincente.

Irregolarità che, secondo i ricorrenti, «non possono passare inosservate» e che chiamano in causa le scelte operate dall’Ufficio scolastico regionale, guidato da chi oggi riveste anche il ruolo di direttore generale del Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Le domande alla politica e alla magistratura

Il comunicato chiama in causa direttamente le istituzioni:

  • Il ministro Valditara «ha contezza delle riscontranze documentali? Ritiene di dover avviare indagini interne, come promesso, per far luce sulla vicenda e sulle nomine ai vertici dell’USR Calabria?».
  • Il presidente uscente Roberto Occhiuto, oggi ricandidato, «ritiene di dover accertare e rendere conto delle scelte compiute dai suoi fiduciari politici?».
  • Infine, un riferimento al procuratore Nicola Gratteri, con la domanda se sia «auspicabile che la buona novella parta dalla famiglia per arrivare alle piazze», alludendo al fatto che il presidente della commissione era il fratello Santo.

«I calabresi attendono risposte»

«I cittadini – conclude la nota – attendono risposte non solo dalla magistratura ma anche dalla politica. È in gioco il futuro della società, minata nei cardini di una delle istituzioni più importanti. Solo facendo chiarezza sarà possibile pensare a un futuro vivibile e sostenibile per la Calabria».