di Lorenzo Vazzana – Certe curve non conducono solo a una meta, ma aprono scenari che tolgono il fiato. Così accade sulla strada che serpeggia lungo la Costa Viola, quando all’improvviso Scilla si rivela, abbracciata dal mare e protetta dalle montagne. Il Castello Ruffo, arroccato sullo scoglio, osserva da secoli i passaggi dei naviganti, mentre il borgo con le sue case colorate scivola dolcemente verso l’acqua.

È un incontro tra cielo e terra, tra luce e ombra, tra antico e presente. E in quel cielo velato di nuvole e promesse, la luce del tramonto accende ogni dettaglio di una bellezza cruda e autentica. Scilla non è solo luogo, è racconto: ogni sguardo che si posa su di lei ne coglie una storia diversa, fatta di vento, sale e leggende. Questa curva non è un passaggio: è un invito a fermarsi, respirare e lasciarsi incantare.