di Lorenzo Vazzana – Nel cuore dello Stretto, là dove le correnti si intrecciano e il tempo sembra rallentare, una feluca avanza silenziosa, guidata da mani esperte e sguardi antichi. È un momento sospeso, dove il mare racconta storie di uomini e fatica, di caccia e rispetto.

Alle sue spalle, il pilone di Ganzirri osserva immobile: un gigante d’acciaio che ha visto passare generazioni. Il contrasto è potente — la leggerezza della tradizione che vive sull’acqua e la staticità della memoria che svetta sulla terra.

La feluca non è solo una barca, è identità, è radice, è cultura viva che resiste tra le onde. E in quel tratto di mare, ogni passaggio è un rituale, ogni attesa è preghiera.

Un’istantanea che racchiude il senso più profondo del vivere sullo Stretto: un equilibrio sottile tra passato e presente, tra natura e uomo.