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Lo studio è stato condotto da ricercatori italiani. I test sono stati eseguiti sul tumore al colon
(ANSA) - ROMA, 11 AGO - Entra in circolo e, come un cavallo
di Troia, porta con sé le istruzioni per rendere riconoscibili
le cellule tumorali al sistema immunitario. Attraverso questa
azione, potenzia la risposta contro il cancro e anche
l'efficacia dei farmaci immunoterapici, contrastando i fenomeni
di resistenza a questi trattamenti. Sono queste le potenzialità
del vaccino anti-cancro messo a punto da ricercatori italiani.
Le sue caratteristiche sono state illustrate su Science
Translational Medicine da ricercatori del laboratorio
Armenise-Harvard di immunoregolazione presso l'Italian Institute
for Genomic Medicine (Iigm) e della biotech italo-svizzera
Nouscom.
Quello dei vaccini terapeutici contro il cancro è un filone
in cui la ricerca è impegnata da tempo. Come per i vaccini
preventivi usati per le malattie infettive, il loro scopo è
istruire il sistema immunitario a riconoscere e combattere il
pericolo. In questo caso si tratta del cancro, che viene
identificato sulla base di proteine peculiari delle cellule
tumorali. Esistono diverse strategie allo studio: una di queste,
quella dell'RNA messaggero su cui si fondano alcuni vaccini
contro Covid-19, deriva proprio da questo filone di ricerca.
In questo caso, il vaccino usa un adenovirus di gorilla, reso
innocuo e incaricato di trasportare diversi tratti delle cellule
tumorali contro cui indirizzare il sistema immunitario.
Il prodotto è stato oggetto di uno studio clinico che ha
coinvolto 12 pazienti affetti da un sottotipo di tumore del
colon (definito con instabilità dei microsatelliti) in fase
metastatica. I pazienti, oltre al vaccino, hanno ricevuto un
farmaco immunoterapico appartenente alla famiglia degli
inibitori dei checkpoint immunitari e hanno risposto in larga
parte al trattamento; l'efficacia in alcuni di loro si è
protratta per circa due anni.
Il team ha scoperto che il vaccino esercita la sua azione
aumentando alcune cellule immunitarie che hanno la funzione di
identificare e uccidere le cellule infettate da virus o quelle
tumorali. Si tratta di una particolare popolazione di linfociti
CD8+ con caratteristiche simili alle cellule staminali e che
riesce a sfuggire ai meccanismi di esaurimento a cui di solito
vanno incontro le cellule immunitarie esposte cronicamente al
cancro. Ciò permette di avere una riserva capace di combattere
la malattia.
"Abbiamo capito qual è il meccanismo di azione che determina
l'efficacia del vaccino: grazie a questa aumentata conoscenza
possiamo trasformare le nostre analisi sperimentali in terapie
mirate più precise per ogni paziente", spiega Luigia Pace,
direttrice del laboratorio di immunoregolazione Armenise-Harvard
con sede presso l'Irccs Fondazione del Piemonte per l'Oncologia
di Candiolo. "Inoltre, considerato che la tecnica per realizzare
questi vaccini è decisamente collaudata e che i dati ottenuti
nella prima sperimentazione clinica sono molto promettenti, si
prospetta la concreta possibilità di creare nuovi vaccini
efficaci contro molti altri tipi di cancro", conclude.
Il lavoro è stato condotto grazie anche al sostegno di
Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro. (ANSA).
Il documento è stato messo a punto dall'Istituto superiore di sanità con i ministeri della Salute e dell'Istruzione e la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome
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